rotate-mobile
Economia

«Aglio, scalogno e cipolla: ottima annata e mercato differenziato»

Il giudizio sulle operazioni di raccolta da poco concluse espresso dal Presidente di Copap (Coop produttori aglio piacentino) Francesco Rastelli, presidente della cooperativa di Monticelli

«Aglio e scalogno: una buona annata, ottima per la cipolla; mercato stabile per i primi due prodotti, mentre quello della cipolla, proprio per la produzione elevata, sembrerebbe un po’ in calo, dopo due anni favorevoli». Questo in estrema sintesi il giudizio sulle operazioni di raccolta da poco concluse espresso dal Presidente di Copap (Coop produttori aglio piacentino) Francesco Rastelli, presidente della cooperativa di Monticelli.

Rastelli, laurea in Economia e Commercio, è un imprenditore della zona di San Pietro in Cerro e produttore di Aglio Bianco Piacentino, cipolle, scalogno e altri prodotti orticoli, Rastelli ricopre anche la carica di coordinatore della sezione Aglio del Comitato nazionale Oi Organizzazione interprofessionale dell’Ortofrutta italiana ed è responsabile provinciale di Fedagri-Confcooperative. 

«La produzione per l’aglio è buona - conferma - sia per la pezzatura, come per la qualità; la produzione è stabile, circa 5mila i q. prodotti dai soci Copap. Le abbondanti precipitazioni autunnali ci hanno costretto a seminare anche a gennaio, ma per fortuna il clima è stato abbastanza clemente e quindi questo ha influito solo marginalmente ed in alcuni terreni sull’uniformità del bulbo. Il mercato- rimarca Rastelli- appare stabile- ma i ricavi non sono adeguatamente remunerativi in rapporto ai costi; speriamo dunque in un aumento, anche alla luce della diminuzione della produzione spagnola. Voglio sempre ricordare - aggiunge il presidente di Copap - che l’Aglio Bianco Piacentino ha ricevuto la certificazione di “Dna Controllato”, un marchio che garantisce la sicurezza alimentare, la tracciabilità, la qualità e la genuinità di ciò che finisce sulle nostre tavole; cerchiamo ancora con determinazione di compiere significativi passi in avanti verso la Dop, perché credo che tutti, indistintamente, si siano resi conto di quanto la denominazione sia importante per “marcare” la qualità e la storicità del nostro territorio».

Rastelli ricorda che il sistema Ensa (ente nazionale sementi elette), con i suoi accurati controlli «ha consentito di mantenere il nostro prodotto sano ed in purezza, con prerogative organolettiche che il consumatore sa riconoscere ed apprezzare. Certo forse è meno produttivo ad ettaro, ma la qualità è ottima; del resto la produzione nazionale copre solo il 50% del fabbisogno; il resto proviene dalla Spagna che ha dalla sua un prezzo più concorrenziale, ma anche regole produttive assai diverse e meno vincolanti. Un esempio? Il nostro prodotto, per residui e controlli fa capo a tre Ministeri: Salute, Ambiente ed Agricoltura; negli altri paesi solo a quest’ultimo Ministero! Ecco perché è giusto e doveroso che vengano riconosciuti ai produttori locali questi valori».

Molto buona anche la produzione dello scalogno, circa 2mila q. «Si tratta- ricorda Rastelli- di un prodotto di eccellenza della Bassa Piacentina, un bulbo sempre più apprezzato dalla ristorazione e dai consumatori, dai costi produttivi molto elevati, un prodotto quindi “di nicchia” e di alta qualità. Utilizziamo- spiega Rastelli- solo seme ibrido olandese che costa al produttore oltre 700 Euro a pertica. Il mercato in questi ultimi anni ci ha premiato ed ora si presenta stabile».

Infine la cipolla: «Quest’anno abbiamo un prodotto ottimo ed una produzione abbondante, tra i 18 ed i 20mila q. per i soci. Tuttavia dopo due anni favorevoli con i prezzi, quest’anno li prevediamo un po’ in calo; anche Covid-19 ha inciso sul rallentamento dei consumi, soprattutto presso distribuzione e canale horeca; auspichiamo comunque che l’elevata qualità possa compensare l’eventuale diminuzione del prezzo», precisa Rastelli.

Alla Copap la lavorazione ed il confezionamento sono in pieno svolgimento per portare ai consumatori tutta la qualità di questa cooperativa piacentina che ha reso noto l’aglio bianco piacentino in tutta Europa. «Certo - ricorda Rastelli - i cambiamenti climatici ci obbligano a continui aggiornamenti nelle strategie di difesa in particolare per la lotta alle batteriosi che è complessa e dove ancora la ricerca deve fornirci risposte e mezzi adeguati. Per questo continua la fondamentale collaborazione con l’Università Cattolica e altre Università e centri di ricerca, perché questo è un problema che si sta estendendo a molte province e regioni limitrofe. Con il gruppo coordinato dalla prof. Battilani e con il dott. Chiusa del Consorzio Fitosanitario prosegue la sperimentazione per ottenere un aglio da seme “micropellicolato” resistente alla batteriosi, progetto riconfermato dal “Goi”(gruppi innovativi innovazione) della Regione».

Nel centro di lavorazione e stoccaggio di Monticelli, l'adozione di moderni impianti di conservazione ad ambiente controllato e la presenza di linee di lavorazione e confezionamento all'avanguardia, integrano il lavoro manuale, consentendo di offrire i prodotti in diverse tipologie di packaging. «Ora- conclude Rastelli- è venuto il momento di allargarci verso altri mercati perché la GDO livella un po’ i prodotti; una importante distinzione può venire dalla DOP, ma anche da una riduzione dei costi prodottivi che si può raggiungere solo con una maggiore meccanizzazione che avviene già per le semine; ma poi una volta raccolto, l’aglio deve seccare in campo e poi essere ridotto in mazzi, manualmente. La lavorazione viene poi completata in cooperativa. Ultimamente abbiamo attivato anche un macchinario per il taglio del gambo che predispone il prodotto al confezionamento ed abbiamo aumentato le celle-frigo. Insomma i costi sono elevati, ma la qualità unica del nostro prodotto deve essere riconosciuta. Sta a noi far capire alla DGO ed ai consumatori queste prerogative di unicità».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«Aglio, scalogno e cipolla: ottima annata e mercato differenziato»

IlPiacenza è in caricamento