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Il bilancio

Oltre 77 miloni di fatturato per Agri Piacenza latte, si punta sull’export

Prodotto di punta il formaggio Bianco d’Italia, sempre più apprezzato dai mercati esteri

Il bilancio di Agri Piacenza latte si chiude con un fatturato di oltre 77 milioni di euro. Il Consorzio punta sull’export del formaggio Bianco d’Italia, sempre più apprezzato dai mercati esteri per la qualità che lo contraddistingue, tanto da aver appositamente predisposto un nuovo marchio che ne sottolinei l’italianità. Dopo l’approvazione del bilancio - presente il direttore Roberto Arata e i vicepresidenti Guido Bardi e Leonardo Bersani - ha preso la parola il presidente Marco Lucchini per tracciare un bilancio dell’annata e prospettare le prossime strategie di mercato, improntate, come di consueto, alla massima prudenza, «perché ci troviamo di fronte a dinamiche estremamente volatili che non consentono certo programmazioni di vasto respiro».

«Quello che conta - ha ribadito - è tenere sempre alto il principio fondamentale che ispira il nostro Consorzio, che è quello della mutualità, che ci consente di essere sempre trasparenti con i soci, senza abbandonarci a lagnanze quando le cose vanno male, ne a facili entusiasmi quando vanno bene. Un principio, dunque, di sano realismo di fronte a mesi molto difficili almeno fino agli ultimi mesi del 2021, caratterizzati da un aumento esponenziale dei costi produttivi; una situazione quasi drammatica che poteva indurre qualche stalla alla chiusura. Poi la situazione è cambiata, Francia e Germania hanno dirottato buona parte del latte - prima destinato in Italia - per trasformarlo in polvere e quasi improvvisamente tutti si sono accorti di quanto fosse necessario il nostro latte da trasformare, con promesse di buoni guadagni, sovente da improvvisati mediatori. Da ciò l’importanza di osservare e monitorare sempre con realismo il mercato e sottoscrivere, come facciamo da tempo, contratti trimestrali ed indicizzati, perché c’è il rischio che aumentando i prezzi del latte, possano calare i consumi e bisogna sempre essere attenti ai possibili contraccolpi che possono provenire dalla grande distribuzione. Così nel nostro centro di Cortemaggiore (oltre alla produzione delle quote di Grana padano) potenziamo la stagionatura di un formaggio che sta andando benissimo sui mercati esteri, ovvero il Bianco d’Italia, anche perché il Grana padano ha perso una quota di mercato nazionale del 4% rispetto ai similari, poi fortunatamente compensata dall’aumento dell’export».

                         Formaggio Bianco d'Italia1-2

«La nostra forza - sottolinea Lucchini - è che siamo sempre in grado di recepire con prontezza ciò che succede sui mercati e ci adattiamo tempestivamente. anche se non sempre è agevole gestire la variabilità della situazione. Per di più i costi produttivi sono sempre elevati, pur in un mercato tonico; tutti ipotizzano un ulteriore aumento del prezzo del latte, ma bisogna fare attenzione ad un possibile calo dei consumi. E per di più si prospetta un’estate siccitosa, con tutte le conseguenze sui raccolti delle materie prime per l’alimentazione del bestiame. Dunque focalizzare sempre tempestivamente la situazione e proseguire il nostro impegno di marketing per l’export».

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