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Economia

Agri Piacenza Latte: «Servono meno vincoli alla produzione di formaggi italiani di qualità»

Assemblea di bilancio di Agri Piacenza Latte

«Un dato di fatto: la produzione di latte cresce in Europa ed in Italia, ma tutt’ora ne importiamo 100 milioni di quintali. Assurdo dunque che non si possa produrre di più il buon formaggio italiano, le quote indicate dal Consorzio del Grana Padano sono un vincolo che ha aperto la strada alla produzione di similari, il rischio è, se non si produce, che si svenda il latte in esubero e quindi la strada scelta da Agri Piacenza Latte è quella di produrre il Bianco d’Italia, un grana eccellente, senza lisozima, con caglio vegetale, un formaggio “tecnologico” perfetto che ha un evidente futuro sui mercati e che affiancheremo alla produzione del Grana Padano nel nostro caseificio»

«Produzione separata, poi stagionatura separata nel nuovo magazzino del nostro caseificio di Cortemaggiore ormai ultimato e che conserva già oltre la metà della produzione del Bianco d’Italia, con inevitabile risparmio nell’affitto in altri magazzini di stagionatura. Il tutto accanto alla tradizione compravendita di latte che ha caratterizzato il nostro Consorzio fin dalle origini. E forse un giorno lo produrremo qui a Cortemaggiore, sempre con linee separate da quelle del Grana Padano Dop, ma seguendo sempre la politica che ci ha contraddistinto: passi commisurati alle situazioni reali dei mercati».

Focalizza così la situazione del comparto, il presidente di Agri Piacenza Latte Marco Lucchini nel corso dell’assemblea di bilancio che si è svolta il 30 maggio al Palazzo dell’Agricoltura che ospita anche i nuovi uffici del Consorzio. «Duecento metri quadrati - ha sottolineato Lucchini ringraziando il lavoro del direttore Roberto Arata e di tutto lo staff tecnico-amministrativo che vi opera - che già ci vanno stretti perché la mole di lavoro è aumentata a causa di una burocrazia sempre più cogente e la gestione del Consorzio è sempre più complessa».

Il bilancio 2017 si è chiuso con un fatturato di oltre 63 milioni di euro che evidenzia anche l’aumento produttivo dei soci. «Il Consorzio del Grana Padana ha di fatto, con le quote, bloccato la produzione ed il prezzo - ha ribadito Lucchini -,  è diminuito a 5,8 euro al kg, la nicchia ha valore se è supportata dalla forza del marketing, noi non dobbiamo essere passivi ed oggi i formaggi bianchi hanno raggiunto una qualità indiscussa; il nostro Bianco d’Italia si vende, ha un mercato e si ricava un buon prezzo, è un prodotto innovativo, è “l’iPod dei formaggi”, espressione della politica di sviluppo del nostro Consorzio come è accresciuta la produzione nelle stalle dei soci, se desiderano restare sui mercati.  La nostra forza, la loro forza, è l’aggregazione, noi vogliamo assorbire un doveroso aumento produttivo che possa far diminuire l’import e trasformare il buon latte italiano in un prodotto eccellente, che comincia ad essere apprezzato dalla Gdo (La grande distribuzione organizzata) in modo continuativo perché è un prodotto evoluto e buono»

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