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Agricoltura blu: le esperienze ed il futuro in Italia

L’agricoltura si avvale di molti mezzi per favorire la produzione (vegetale e animale), a scapito di organismi non necessari o dannosi (patogeni, parassiti, malerbe. Su questo si è incentrato il convegno, organizzato da ALSAFdi Piacenza, presso L’Istituto Tecnico Agrario Raineri

L’agricoltura si avvale di molti mezzi per favorire la produzione (vegetale e animale), a scapito di organismi non necessari o dannosi (patogeni, parassiti, malerbe ecc.). Negli ultimi decenni l’intervento dell’uomo nel modificare l’ecosistema è diventato troppo invasivo, tanto da risultarepreoccupante per gli equilibri ambientali.Di qui il diffondersi di tentativi atti a ristabilire un migliore equilibrio fra agricoltura e ambiente; fra questi, sta acquisendo rinomanza l’agricoltura conservativa o sostenibile.

Essa, infatti, sarebbe in grado di soddisfare un’esigenza ineludibile per l’agricoltura moderna: accrescere la produzione di alimenti e al tempo stesso salvaguardare l’ecosistema (come sostiene la FAO: produrre di più con meno).

Su questo si è incentrato il convegno, organizzato da ALSAFdi Piacenza, presso L’Istituto Tecnico Agrario Raineri. Dopo il saluto della Preside Prof.ssa Andena e del Presidente ALSAFProf. Bertoni, ha aperto i lavori il Prof. VicenzoTabaglio, docente di materie agronomiche presso la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali di Piacenza.

L’agricoltura conservativa si proponeva primariamente di accumulare nel suolo l’acqua piovana; l’orizzonte si allargò poi alla conservazione della sostanza organica ed alla  conseguente ritenzione di anidride carbonica (obiettivo importante per le ben note conseguenze sul clima).

Conservativa o sostenibile- ha spiegato Tabaglio- non significa meno produttiva, ma piuttosto con minori costi (energetici) e con la prospettiva di perpetuare le potenzialità produttive (mantenimento della fertilità) dei suoli già coltivati, dunque con minore spinta alla conquista di nuove terre.

Quattro sono le regole base dell’agricoltura blu: rotazioni,semina senza previa lavorazione, gestione corretta dei residui delle colture precedenti e mantenere coperto il terreno con colture intermedie (“cover crops”).

Il Dr. Andrea Fiorini, collaboratore del Prof. Tabaglio, si è premurato di precisare che i non trascurabili vantaggi dell’agricoltura blu sono condizionati dalla applicazione di buone regole, in particolare quelle di non “disturbare troppo il suolo e di garantire una buona semina, per poi ottenere una regolare emergenza delle piantine. Per tutto ciò è critica la disponibilità di macchine idonee in accordo al tipo di terreno.

Il dr. Stefano Santelli, pure collaboratore del Prof. Tabaglio, ha parlato della sperimentazione di agricoltura blu in corso da 4 anni presso la CERZOO di S. Bonico (azienda sperimentale della Facoltà). I risultati emersi, anche se non tali da potersi considerare definitivi, dimostrano che:

- la risposta produttiva di frumento , mais (per due anni) e di soia è stata comparabile fra le due forme di agricoltura;

- la sostanza organica del suolo è rimasta piuttosto costante nel terreno non lavorato (circa 2,3 %), mentre si è ridotta leggermente nell’arato (circa 2,1 %);

- la biodiversità edafica è migliorata nettamente, raggiungendo un valore di 97 contro 69, soprattutto per l’aumento di lombrichi e micro-artropodi.

La Dott.ssa. Chiara Carasi, della Regione Lombardia, ha illustrato i provvedimenti regionali, a favore della agricoltura conservativa, in quanto presenta caratteristiche favorevoli anche per l’ambiente: ritenzione di carbonio, maggiore efficienza di acqua e fertilizzanti, minore utilizzo di antiparassitari. Per queste ragioni, l’Unione Europea rende disponibili finanziamenti per incentivarla e la Regione li gestisce all’interno di una serie di regole atte a garantirne la corretta applicazione.

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