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Economia

Agricoltura ed energia vitale, una sinergia vincente a favore dell’ambiente

A Confagricoltura Piacenza presentate le ricerche di Paolo Biasini compendiate in un apposita pubblicazione

Da quando nel 1930 è stata sintetizzata l’ammoniaca, l’agricoltura si è orientata decisamente verso l’utilizzo di concimi chimici che, se da un lato hanno incrementato le produzioni, dall’altro hanno prodotto i problemi ambientali che tutti ben conosciamo. 

Ma è possibile, adottando tecniche scientifiche innovative, recuperare quell’energia vitale che proviene dalla luce del sole e che avvolge tutta la terra e da questa viene restituita, utilizzandola poi per incrementare le coltivazioni. E’ questa la tesi di Paolo Biasini ingegnere elettronico di Carpaneto che dopo 10 anni di ricerche e sperimentazione, ha recuperato un brevetto di Tesla nel settore elettrico per trasferirlo all’agricoltura e con risultati agronomici veramente sorprendenti. Ha presentato le sue ricerche racchiuse in un volume “Metodologie e strategie dell’energia vitale” presso la sede di Confagricoltura Piacenza, spiegando che “esiste un’attività elettrica che proviene dalla terra, ovvero il magnetismo che consente di far crescere le piante in modo più rapido, con meno sforzi, incrementando la loro vitalità in modo naturale. Utilizzando dispositivi adeguati ed un protocollo elaborato da Age srl, è possibile attirare l’energia vitale che giunge con la luce del sole e permette una crescita rigogliosa (come è stato assodato e verificato su diversi tipi di coltivazioni) delle colture”.

Da parziali e contenute sperimentazioni si è passati ora a quelle su circa 40 ettari di terreno tra Carpaneto e Pontenure, iniziando con frumento, orzo e vigneto, ma a breve la sperimentazione verrà estesa a mais, pomodoro. Il costo delle sperimentazioni portate avanti da Age srl per ora è gratuito, ed è possibile alle aziende partecipare allo specifico bando regionale per l’innovazione in agricoltura. Intanto Biasini prosegue le sue sperimentazioni che dovrebbero sfociare in un prototipo altamente innovativo che può arrecare notevoli vantaggi a tutte le produzioni agricole, in particolare a quella biologica.

Una di queste applicazioni è la bobina di Lakhosvki, oppure si utilizzano strutture piramidali con un adeguato rapporto di forma tra base ed altezza, formate con un materiale idoneo a questo utilizzo. Insomma sempre meno prodotti di sintesi, produzioni maggiorate e totale rispetto per l’ambiente, sfruttando quell’energia vitale che tutto circonda.

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