Agroalimentare, nel 2020 a Piacenza import a 3,1 ed export giù del 5%
Nella nostra provincia il valore degli scambi con l’estero dei prodotti del settore è passato dai 445 milioni di euro del 2019 ai 423 milioni di euro dell’anno della pandemia
Agroalimentare, a Piacenza import a 3,1 ed export giù del 5%. Un saldo del settore pari a -15 milioni di euro nell’anno della pandemia per la nostra provincia, il cui valore degli scambi dei prodotti del comparto al di fuori dei confini nazionali è passato da 445 milioni di euro (2019) a 423 milioni di euro. Risultati raccolti ne “Il sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna- Rapporto 2020” a cura di Regione ed Unioncamere, con un focus dedicato anche agli scambi del territorio con l‘estero e al contributo delle singole province. L’analisi evidenzia «un andamento degli scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari nettamente favorevole per l’Italia e per l’Emilia-Romagna, entrambe con un saldo positivo, per il secondo anno consecutivo, peraltro in costante e forte crescita. A prezzi correnti nel 2020 le esportazioni agro-alimentari regionali si riducono nettamente meno delle importazioni, -0,8% contro -8,6%; si attestano rispettivamente a 6.862 ed a 6.038 milioni di euro. Il saldo con l’estero, per i soli prodotti agro-alimentari passa nell’ultimo triennio da -46 a +313 e, infine, a +825 milioni di euro. Dalla fine del secolo scorso il saldo del 2020 è il terzo caratterizzato dal segno positivo, ma anche quello di maggiore entità (l’altro è quello del 2016, pari a +62 milioni di euro), a fronte dei -1.051 milioni di euro di otto anni prima».
«L’andamento degli scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari regionali, tuttavia - prosegue il rapporto - è il risultato di situazioni decisamente diversificate a livello dei singoli territori provinciali. Secondo i dati Istat nella classificazione Ateco sono 6 su nove le province che nel 2020 presentano un saldo positivo per il comparto agro-alimentare (tabella 8.5): a Parma e Ferrara, con un saldo già attivo dal 2007, si aggiungono, dal 2015, Modena e Reggio Emilia, dal 2017 Forlì-Cesena e l’anno dopo Rimini; Piacenza evidenzia un saldo attivo solo nel 2019», pari 21 milioni di euro, come indicato nella tabella sottostante.
«Nelle tre delle quattro province emiliane, che per lo scorso anno presentano un saldo agro-alimentare con l’estero positivo, l’attivo degli scambi con l’estero di prodotti trasformati riesce a compensare il deficit dei prodotti del settore primario, costituiti perlopiù da materie prime per le imprese locali di trasformazione. Lo stesso discorso è valido, ma solo per il 2019, anche per la provincia di Piacenza». Come mostrano i numeri, nel 2020 il valore dell'import nel Piacentino è di 438 milioni di euro - 48 nel settore primario e 390 nell'industria alimentare - a fronte dei 423 milioni dell'export, somma dei 5 del settore primario e dei 418 dell'industria alimentare. La differenza relativa semplice rispetto all'anno precedente è del - 4,1%. Il saldo era stato negativo anche nel 2018 (- 8 milioni di euro), nel confronto tra i 433 milioni di euro dell'import e il 425 milioni dell'export.