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Economia

«Agrofarmaci e fitosanitari migliorano sensibilmente la qualità dei nostri prodotti»

“Non esiste la buona o la cattiva chimica, esiste il suo corretto utilizzo ed a questo devono puntare le imprese e le istituzioni. In quest’ottica è fondamentale la ricerca perché l’obiettivo deve rimanere quello di produrre con sempre maggiore sostenibilità ambientale”. Lo ha ribadito Confagricoltura nel corso del convegno “Tecnologie e strumenti a supporto dell’agricoltura: scienza e ragione alla base di ogni decisione”, che si è tenuto IL 26 settembre presso l’Hotel Nazionale a Roma, con la partecipazione di Federchimica-Agrofarma e Compag. L’allevatrice piacentina, Giovanna Parmigiani, membro delle Giunta esecutiva di Confagricoltura con delega alle politiche ambientali ha aperto i lavori della mattinata.  “Ci troviamo di fronte a delle grandi sfide – ha detto Parmigiani - come quella di sfamare una popolazione mondiale in crescente aumento. Gli agrofarmaci sono sempre più importanti per la nostra agricoltura. Dal 2004 al 2014 - ha ricordato Parmigiani - abbiamo constatato un calo netto nell'uso degli insetticidi ed un altrettanto importante calo dei residui. L'Italia si distingue per l'eccellenza in questo campo, abbiamo il primato europeo. Siamo sempre stati all'avanguardia per difendere la salute delle persone.  Agrofarmaci e fitosanitari migliorano sensibilmente la qualità dei nostri prodotti, senza di questi, ci dice uno studio della Fao, avremmo un calo del 30%. Vi deve essere sempre controllo e consapevolezza, le autorità sanitarie in questo sono la nostra guida”. Produttori, commercianti ed utilizzatori dei prodotti fitosanitari hanno ricordato come le nuove tecniche produttive in agricoltura - che si basano sulla produzione integrata, sull’agricoltura di precisione, sull’agricoltura conservativa, sulla ricerca di nuovi principi attivi a livello industriale - permettano di ridurre sempre di più le dosi di impiego con effetti protettivi selettivi e mirati. Le indagini condotte sui residui dal ministero della Salute mostrano nel nostro Paese, ormai da diverso tempo, trend positivi (la percentuale dei campioni non conformi ai limiti di legge è di circa l’1% a fronte dell’1,6% della media europea). Tra gli ospiti intervenuti nella giornata vi sono stati esponenti delle istituzioni, del mondo della ricerca e dell'agroindustria. Le relazioni scientifiche sono state tenute dai docenti Andrea Sonnino, Angelo Moretto e Michele Pisante. Nel corso dell’evento anche la tavola rotonda, moderata da Josephine Alessio di RaiNews, alla quale hanno partecipato  i presidenti delle tre associazioni coinvolte insieme ad esponenti politici, tra cui il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Roberto Formigoni, il vicepresidente dell’analoga Commissione della Camera Massimo Fiorio e il membro della Commissione della Camera Istruzione, Scienza e Cultura Nunzia De Girolamo, insieme a Carlo Maria Medaglia del ministero dell’Ambiente. “Lo sviluppo tecnologico delle aziende deve avvenire – ha osservato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - con una forte propensione a realizzare in concreto il concetto di agricoltura “smart”, intelligente, che sia allo stesso tempo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e climatico”. “Gli agrofarmaci possono a pieno titolo essere considerati un fattore essenziale per l'agricoltura nazionale. Il comparto degli agrofarmaci è caratterizzato da una forte vocazione alla ricerca e sviluppo. Le imprese investono in tale ambito, in media, il 6% del loro fatturato: oltre 50 milioni di euro l’anno. L'impegno dell'Industria nella ricerca, nell'innovazione e nella divulgazione di buone pratiche agricole ha reso i prodotti estremamente sicuri per la salute e l'ambiente”. Lo ha detto Alberto Ancora, presidente di Federchimica - Agrofarma. “È necessario fornire ulteriore impulso alla ricerca per ottimizzare soprattutto le tecniche di produzione integrata” – ha commentato il presidente di Compag, Fabio Manara. Concludendo Parmigiani ha aggiunto: “Ogni decisione politica in questo ambito deve essere una scelta consapevole che tenga conto del parere delle autorità scientifiche preposte per evitare danni economici ad un intero comparto produttivo che, a fronte di benefici nulli per la comunità, lo rendono meno competitivo".

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