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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Aiuta reddito ed ambiente: è l’economia circolare

L’economia circolare, ovvero una crescita sostenibile può essere un motore per l’economia e per un ambiente sempre più verde. Confcooperative Piacenza si sta impegnando con le proprie strutture per attivarsi, dopo una capillare raccolta di dati, su progetti pilota che riguarderanno il settore lattiero caseario (e conserviero), il forestale ed il vitivinicolo, offrendo in tal modo ai propri soci la possibilità di espandere le proprie attività (e quindi il reddito) in maniera eco-compatibile, perché significa riciclare, riutilizzare eliminando il minimo possibile. Per trattare di questi argomenti di è svolto presso l’Urban Hub un incontro sul tema Cluster per uno sviluppo economico e innovativo del territorio, un seminario conclusivo nell’ambito del progetto BEBlab promosso da Confcooperative Piacenza, Consorzio Sol.Co e Cooperativa Agrisilva. Dopo il saluto del vicesindaco Elena Baio (un’idea geniale da trasformare in realtà pratica) e del presidente di Confcooperative Daniel Negri (vogliamo ora riempire il progetto di contenuti con nuovi progetti per nuove imprese e nuove esperienze di lavoro), ha preso la parola Manuela Ratta della regione Emilia Romagna che ha ricordato come l’economia circolare sia in parte normata attraverso la legge 16 del 2015 e dal Piano regionale gestione rifiuti.

Sono già stati finanziati progetti per sei filiere per trasformazione ed utilizzo sottoprodotti ed altri ne saranno attivati in sinergia con le imprese per attivare lavoro ed accrescere la competitività delle imprese. Contestualmente proseguiranno gli incontri per promuovere la conoscenza sull’utilizzo dei sottoprodotti, impieghi che variano in base ai territori come già ben si evince da altre esperienze europee, quelle nordiche più orientate verso l’energia, qui nel riutilizzo delle materie. Ma è fondamentale la collaborazione di tutti i soggetti, unitamente ad una sempre più diffusa educazione ambientale. «Per cambiare il mercato - ha detto Nicoletta Tranquillo di Kilowatt - bisogna capire che valore si genera, questo al di là della sempre importante valenza ambientale, significa attribuire maggior competitività alle imprese; anche la crescita del Pil, come dimostrano i grafici, è collegata all’uso delle risorse. La materia prima tende ad esaurirsi e quindi sale il prezzo. L’Europa ne è importatore netto. Molte imprese già attuano un’economia circolare. Importante è essere leader e non seguire come fossero mode, ma consapevolmente, rendendosi conto che è un businnes che ben si coniuga con la tutela ambientale».

Anche la Tranquillo ha insistito sulla necessità di «far crescere la sensibilità, trasformando una logica lineare in circolare, estendere la vita di un prodotto dandogli quindi maggior valore finale.  Condividere attrezzature (da qui l’importanza della cooperazione!) trasformare un prodotto in servizio, darsi strumenti e competenze per riprogettare i modelli di sviluppo». Così dopo un’attenta raccolta ed elaborazione dati sono pronti progetti pilota nel  settore lattiero-caseario, forestale e nel vitivinicolo di cui hanno illustrato le potenziali caratteristiche Claudio Piva, Giacomo Cantù e Priscilla Aradelli mentre Barbara Zanetti di Confcooperative Emilia Romagna ha illustrato l’impegno delle imprese cooperative nello sviluppo dell’economia circolare.

Insomma la transizione verso un’economia circolare richiede la partecipazione e l’impegno di diversi gruppi di persone. Il ruolo dei decisori politici è offrire alle imprese condizioni strutturali, prevedibilità e fiducia, valorizzare il ruolo dei consumatori e definire come i cittadini possano beneficiare dei vantaggi dei cambiamenti in corso. Il mondo delle imprese può riprogettare completamente le catene di fornitura, mirando all’efficienza nell’impiego delle risorse e alla circolarità. L’economia circolare può quindi aprire nuovi mercati che rispondano ai cambiamenti dei modelli di consumo ed il mondo della cooperazione grazie alle sue consolidate strutture può esserne protagonista.

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