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«Anche a Piacenza vigilanza privata senza contratto da oltre sei anni»

La denuncia di Fisascat Cisl Parma e Piacenza: «Centinaia di addetti, impegnati ogni giorno in situazioni di rischio per la propria incolumità, continuano ad attendere il giusto adeguamento salariale»

«Di loro si parla quando contribuiscono a sventare un reato o compiono un atto di civismo, come nel caso, recente, di Castel San Giovanni, dove una guardia giurata ha soccorso una settantenne in grave difficoltà, poi segue l’oblio: non si riflette proporzionalmente all’importanza del loro ruolo, e del loro numero, nel dibattito pubblico. Pochi hanno presente che anche i lavoratori e le lavoratrici piacentine del settore vigilanza privata e servizi di sicurezza sono in attesa, da ben sei anni, di veder rinnovato il contratto nazionale». Ad intervenire Fisascat Cisl Parma e Piacenza, che denuncia «una lunghissima ed infruttuosa trattativa, ormai ferma dall’incontro del 18 marzo 2022, nel corso della quale le associazioni datoriali, anziché presentare una proposta dignitosa sul piano salariale, hanno dichiarato di non aver ricevuto mandato dalle rispettive aziende».

La costituzione di una nuova associazione datoriale ha fatto questa primavera ritardare ancora una volta la stipula del contratto. «Ma questa decisione padronale - sottolinea Dauride Gobbi, referente Fisascat Cisl a Piacenza - non può essere più considerata un alibi per impedire la definizione del nuovo contratto». «Il mancato adeguamento del salario dei lavoratori e delle lavoratrici – prosegue la nota del sindacato -  costituisce elemento di estrema gravità, oltre che per il tempo trascorso, soprattutto per l’andamento dell’inflazione che in questo periodo sta comportando una grande penalizzazione del potere d'acquisto dei redditi medio-bassi. Questo fattore si inserisce in un contesto già fortemente difficoltoso per un’attività basata su contratti di appalto pubblici e privati, in cui la mancata definizione di norme adeguate per la tutela della professionalità e dell’occupazione espone migliaia di persone alla mera logica del massimo ribasso e della compressione delle tutele».

«A livello nazionale - fa presente Dauride Gobbi -  abbiamo denunciato il colpevole silenzio delle istituzioni, compreso il ministero dell’Interno e il ministero del Lavoro che, irresponsabilmente, non esercitano la funzione di controllo e intervento loro assegnata in questa annosa vertenza: tale comportamento è ancor più inaccettabile se riferito a lavoratori che quotidianamente garantiscono la sicurezza privata e pubblica, come ampiamente dimostrato dal grande impegno espresso durante l’intera fase emergenziale sanitaria, spesso facendosi carico di compiti impropri in nome dell’interesse generale». «Come Cisl - conclude il rappresentante sindacale - stiamo facendo tutto il possibile per mobilitare gli addetti e portare a buon fine le azioni vertenziali idonee a ripristinare la piena applicazione delle norme contrattuali e di legge ripetutamente violate in questi anni da parte delle aziende. Localmente si sta lavorando per avere anche sul nostro territorio un contratto integrativo provinciale che dia delle regole generali a chi lavora».

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