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Nucleare, la commissione Ambiente approva lo schema del decreto legislativo

Approvato ieri dalle commissioni Ambiente e Industria della Camera lo schema del dl che regolerà il ritorno al nucleare in Italia, presentato dal parlamentare piacentino Foti (Pdl): "Chiusa la fase di vuoto parolaio. No alla cultura del timore di troppi spauracchi e fanatismi: è una scelta tanto coraggiosa quanto lungimirante"

Torri di una centrale nucleare, gnu license
Le commissioni Ambiente ed Industria della Camera dei deputati hanno approvato ieri - con il voto favorevole del Popolo della libertà, della Lega Nord e dell'Udc e il voto contrario di Italia dei valori e dei Democratici - il parere predisposto dai relatori Tommaso Foti e Fava sullo schema di decreto legislativo che disciplina il ritorno al nucleare nel nostro Paese.

"Sono particolarmente soddisfatto del voto espresso oggi alla Camera dalle competenti commissioni che chiude la fase del vuoto parolaio attorno al nucleare, per lasciare posto al suo utilizzo". Lo sostiene il parlamentare piacentino Foti. "Con estremo scrupolo il collega Fava ed io abbiamo cercato di recepire le osservazioni più qualificanti emerse dal serrato dibattito che si è svolto in commissione - continua la nota dell'esponente del Pdl - evidenziando al governo la necessità di compiere scelte non calate dall'alto ma frutto di un confronto attento con le realtà locali interessate e di evitare deprecabili commistioni nella gestione del nucleare tra soggetti controllori e controllati".
  Foti: "Le energie alternative non possono che soddisfare una minima parte del fabbisogno  

"Appare altresì indispensabile - aggiunge l'onorevole Foti - la realizzazione di un'adeguata e corretta campagna d'informazione sulle tematiche nucleari per evitare che fanatismi e spauracchi sapientemente agitati finiscano per alimentare una cultura del timore e della paura che fatalmente finirebbe per compromettere una scelta tanto coraggiosa quanto lungimirante".

"Sparare sul nucleare evocando il ricorso a quelle energie alternative che di per sè stesse non possono soddisfare se non in minima parte il fabbisogno di energia che il nostro Paese richiede - conclude il parlamentare Pdl -, significa volere legare i destini dello sviluppo della nostra economia ai voleri ed agli umori di Paesi stranieri, molti dei quali retti da governi fantoccio o da feroci dittature."
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