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Economia

Assemblea Consorzio Grana padano: approvato il nuovo piano produttivo 2019-2021

Preceduto da un intenso dibattito sulle quote, sia sulla stampa che nelle assemblee zonali, è stato approvato a larghissima maggioranza (oltre il 95%) dall’assemblea dei soci il nuovo piano produttivo. Presenti numerosi piacentini rappresentanti sia della cooperazione che dell’industria

Preceduto da un intenso dibattito sulle quote sia sulla stampa che nelle assemblee zonali, è stato approvato a larghissima maggioranza (oltre il 95%) dall’assemblea dei soci del Consorzio Grana padano, il nuovo piano produttivo 2019-2021.  Nel corso della riunione, dove erano presenti numerosi piacentini rappresentanti sia della cooperazione come dell’industria, sono state altresì ratificate le modifiche al disciplinare per un maggior benessere animale e rispetto ambiente nonché i nuovi

criteri di valutazione organolettica del formaggio che diventa Grana Padano. «Il rispetto del piano produttivo - ha commentato il presidente Nicola Cesare Baldrighi - fino ad oggi ha consentito (come del resto si evince dallo studio presentato dal prof. Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia) un equilibrio tra produzione e richiesta da parte del mercato (cresciuta in Italia da gennaio a luglio 2018 del 6,4% e all’estero del +7,7%). L’Assemblea, recependo i risultati di questa virtuosa e ordinata gestione, ha approvato un nuovo piano produttivo 2019-2021 che premierà la qualità, dimostrando di aver ben compreso che, come ci dicono i numeri, una produzione governata sulla base dell’andamento del mercato è indispensabile per evitare effetti devastanti, a maggior ragione dopo la cessazione del regime delle quote latte.

La concorrenza- ha ribadito Baldgrighi- si batte con l’equilibrio che consente poi di valorizzare il nostro prodotto con disponibilità economiche che si riversano in adeguate campagne di comunicazione». Del resto i dati presentati confermano il Grana Padano prodotto Dop più consumato del mondo, stimando una produzione 2018 attorno ai 5 milioni di forme ed un export lanciato a superare 1 milione 900mila forme, pari al 40,5% del totale marchiato.

«Nel 2009 la produzione era di 4.227.920 forme – ha continuato Baldrighi (presente il direttore generale Stefano Berni). Nel 2018, dopo quasi 10 anni, stimiamo di arrivare attorno a 5 milioni di forme, ben oltre 770mila forme in più. Inoltre, la remunerazione media del latte a Grana Padano da parte delle cooperative è stata in questi anni nettamente superiore al prezzo del latte destinato ad altre produzioni lattiero casearie. Questi numeri sono il risultato più tangibile dell’adozione dei piani produttivi. L’elasticità consentita dalla differenziata, le compensazioni e le riassegnazioni di fine anno, consentono di crescere a chi liberamente decide di farlo. Questo Piano Produttivo, in particolare, premierà chi produrrà qualità, concedendo una percentuale superiore di quota produttiva a chi rispetterà parametri qualitativi in misura maggiore».

L’Assessore regionale all’Agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi ha ribadito la «costante crescita sui mercati e la difesa e valorizzazione del valore che viene dal marchio Dop. Noi in Regione- ha detto- abbiamo ampliato la nostra azione a tutto l’agro-alimentare in una logica di sistema. La politica della Ue- ha sostenuto- ha ingiustamente sanzionato il mercato russo». Ed a proposito dei rapporti con la GDO ha chiarito la necessità “di una diversa valorizzazione delle Dop sugli scaffali. Anche i tagli previsti dalla nuova Pac sono inaccettabili perché l’agricoltura è settore essenziale».

Frascarelli ha chiarito che dalla ricerca economica è emerso che «i prezzi del grana sono superiori grazie al piano produttivo; i prezzo soggiacciono a due variabili: giacenze e materie prime. La prima è controllabile, il prezzo del latte meno. Ma nella catena del valore la parte agricola non ha perso, contrariamente ad altri settori dell’agroalimentare come carne o ortofrutta. Per questo una Dop che controlla il suo mercato riesce a portare all’agricoltore un valore diverso. Per governare il mercato occorre prodotto differenziato e controllo dell’offerta: il Consorzio ha realizzato queste condizioni con una programmazione produttiva che è un esempio per tutto l’agroalimentare».

Il piacentino Giacomo Fugazza di Lattegra ha detto che «la programmazione ha dato valore alle aziende ma bisogna prevedere una crescita guidata. Per contrastare i similari e valorizzare il grana padano, bisogna prevedere un marketing più incisivo e superare la contrapposizione tra industria privata e cooperazione, né svilire il prezzo della Dop più conosciuta al mondo».

Critico il piacentino Carlo Colla: «Sono perplesso sull’analisi di Frascarelli, ma soprattutto sono preoccupato perché la cooperazione si sta sempre più accaparrando quote. Il mercato chiede più prodotto, ma il Consorzio ne fa meno, lasciando spazio ai similari. Speravo - ha commentato - in un maggior coraggio, in un aumento delle quote, invece stiamo perdendo un’occasione fondamentale. Il Consorzio non può farsi carico dell’eccesso di latte, ma non può certo ignorare che il latte in esubero poi confluisce nei similari, mentre dovremmo essere noi a soddisfare questo aumento di richiesta. Insomma - ha concluso Colla - il made in Italy tira e noi invece freniamo. Lavoriamo sempre di più, ma non ci sono risultati».

Rispondendo indirettamente a Colla, Baldrighi ha ricordato «che il piano produttivo prevede aggiornamenti ogni anno e quindi è possibile incrementare l’offerta, ma lo sforzo dev’essere quello di mantenere l’equilibrio tra domanda ed offerta”. Baldrighi ha poi ricordato che una novità assoluta è stata l’introduzione di nuovi criteri nella valutazione tecnica del formaggio che dovrà diventare Grana Padano, basati su indicatori organolettici che completeranno il processo. Esperti del Consorzio stileranno un’attenda analisi di tali parametri che poi verrà validata dall’Istituto Zooprofilattico. L’obiettivo è quello di garantire in modo ancora più severo il consumatore rispetto alla qualità assoluta del nostro formaggio».

Altro tema che ha ottenuto unanime consenso dell’Assemblea - ha ricordato Baldrighi nelle sue conclusioni- riguarda le proposte e gli impegni di modifica del disciplinare per essere ancora più attenti al benessere animale e al rispetto verso l’ambiente. «Oltre alle modifiche già all’esame della UE da aprile 2018, abbiamo definito alcuni impegni di modifica da attivare al termine dell’iter attualmente in corso, come ad esempio, per citarne alcuni: un adeguamento nell’ alimentazione delle bovine; l’introduzione della valutazione annuale di tutti gli allevamenti con possibilità di certificazione dei caseifici per ottenere claims “Benessere animale in allevamento” sul Grana Padano DOP; l’individuazione delle azioni di miglioramento e tempi di adeguamento per le stalle che non raggiungono il punteggio minimo previsto; la valutazione come possibile requisito nel Disciplinare di Produzione.  Il Grana Padano a livello internazionale continua a crescere perché viene identificato come sinonimo di altissima qualità. Bisogna agire in modo coordinato e coeso, sui mercati, nella promozione e nella tutela del prodotto; questo consentirà di affrontare le nuove sfide che verranno, con spirito moderno ed innovatore, come siamo abituati a fare, da sempre».

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