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Economia

Barilla: «Troviamo in noi e nei giovani idee diverse per nuovi modelli di sviluppo»

Il presidente del gruppo industriale alimentare all’assemblea di Confindustria Piacenza che si è svolta alla Cattolica. Il presidente Bolzoni: potenziale piacentino ottimo per l’export, ma siamo strangolati dalle tasse e dalla burocrazia

“Non basta lavorare di più e meglio; dobbiamo renderci conto che dobbiamo essere pronti a gestire un nuovo modello economico e sociale, con i giovani che propongano modelli e soluzioni; dunque cercare le risposte non guardando indietro ma avanti”. Questa la ricetta secondo Guido Maria Barilla non tanto alla crisi quanto ad una situazione completamente differente che si va delineando rispetto al passato, nell’ambito del suo intervento in occasione della 69esima Assemblea di Confindustria Piacenza, che si è svolta presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, definita dal Presidente Emilio Bolzoni “la fucina della nuova classe dirigente ed imprenditoriale piacentina”.

L’azienda Barilla, ha precisato il prof. Fabio Fornari presentando l’ospite di fronte ad un auditorium “Mazzocchi”completamente gremito, rappresenta 137 anni di storia ed un fatturato di 3,2 miliardi di euro. Occupa 8.100 persone ed esporta in 130 Paesi ed il suo fatturato è rivolto per il 50% all’estero.

“Quella si definisce crisi- ha spiegato Barilla- é un fenomeno ben più profondo, che affonda le sue radici nel passato, ad un modello di sviluppo (anni ’60) non più sostenibile, profondamente modificato, con modelli di consumo che difficilmente si ripresenteranno in questa accezione. E la luce non é da trovare in fondo al tunnel, ma in ciò che sta attorno a noi ed è per questo che dobbiamo trovare nei giovani ed in noi stessi le risorse per elaborare una nuova soluzione.

Barilla ha parlato pure di innovazione e di marketing, stimolato dalle domande di Fornari, ricordando anche diversi insuccessi; “pur questo –ha spiegato- abbiamo dovuto riconsiderare l’innovazione cercando di comprendere meglio la psicologia dei consumatori, puntando principalmente su due prodotti: pasta e sughi e soprattutto verso gli Usa, esportando poi questo modello nel resto del mondo.

Per la pasta abbiamo puntato su due nuovi stabilimenti ed è stato un successo; per i sughi è molto più difficoltoso per la concorrenza ed ora stiamo riconsiderando le strategie. Le esperienze - ha detto - sono state replicate in Grecia, Turchia, Brasile". Successi, perché la pasta é un prodotto amato in tutto il modo.Difficile esportarne altri: noi italiani amiamo i biscotti frollini. Non é così negli altri Paesi. Fondamentale, quindi, é un'attenta analisi dei gusti dei consumatori".
Barilla ha spiegato che tra poco sarà lanciato sui mercati un prodotto innovativo, “focaccella”, una focaccia salata a lunga conservazione. 

assconfinbis-2Parlando di marketing ha spiegato che “nel dopoguerra  era sufficiente fornire semplici informazioni agli acquirenti. Ora le persone vogliono conoscere informazioni differenti, attraverso vari canali, in particolare i social media. Vogliono sapere chi é l’azienda che propone il prodotto, da dove pervengono le materie prime, le caratteristiche delle filiere, le modalità di acquisto. Da quest’anno le persone possono entrare nel nostro sito ed esplorare un nostro stabilimento nel parmense dove vengono prodotti i sughi.
Mio padre - ha proseguito - aveva sviluppato per 40 anni la società con lo scopo di creare un'azienda leader in Italia, stabile. Nel 1993, quando morì, l'azienda lavorava, per il 98% in Italia. Abbiamo fatto una scelta radicale, appoggiandoci ad un manager americano. Costruirono due stabilimenti negli Usa. E lí impiantarono un modello di marketing basato sugli stessi valori e semplicità di quello italiano. Mantenendo alta la qualità, accezione assai complessa, dove si deve garantire la salubrità dei prodotti partendo dall'intera filiera produttiva e distributiva. É un processo costoso.

Tra le innovazioni, che tuteleranno la qualità (ed aiuteranno l'agricoltura italiana) c'é la scoperta, tramite ibridazioni, di Aureo un grano 100% italiano che consentirà di sostituire la varietà oggi importata dall'Arizona.
Infine una battuta su Antonio Banderas, testimonial di Barilla:” bisognava trovare la figura del mugnaio; ci voleva un attore noto e che amasse il mondo alimentare. Mi sembra ci siamo riusciti”.

La relazione di Bolzoni.
Dopo i saluti del sindaco Paolo Dosi e del vicepresidente della Provincia Maurizio Parma si è svolta la relazione del presidente Bolzoni che ha ricordato che “ci  troviamo per la sesta volta in un anno di crisi. Non era mai successo un periodo così lungo: è un problema di buona politica di cui abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo, si potrebbe fare quello che già altri hanno fatto e segnare la differenza.

Non era mai successo un periodo così lungo, tanto che c’è qualcuno che comincia a pensare che sarà sempre così. Sono fermamente convinto che non sarà così, anche perché, facendo un confronto con paesi vicini a noi, si vedono dati molto diversi: per fortuna Stati Uniti e Giappone non hanno avuto una politica miope come quella Europea. Una fortuna – ha spiegato Bolzoni - per le nostre aziende che hanno potuto contare sull’export.

La Germania ha prodotto una crescita dell’11%; noi rimaniamo a -5%  e pertanto la crisi si può superare. É necessaria, però, una virata politica. Europea. nazionale e locale. É in corso una nuova rivoluzione industriale. Si registra un +37% del manifatturiero, a livello mondiale. Molte aziende, che avevano delocalizzato, sono ritornate in Usa e Europa". É necessario, quindi, essere pronti. La nostra provincia lo è. Ottime le scuole. Ottime le aziende, molte manifatturiere. Aziende, però strangolate dal 68% di tassazione e da una burocrazia asfissiante”.

Ha parlato poi delle strategie future e della necessità di mettere fine alla corruzione dilagante nel Paese. Ma ha accusato duramente anche le ferrovie, una situazione drammatica, come testimoniato dal servizio proiettato "A sud di Lodi, fuori dall’Europa”, a sottolineare la situazione assurda di Piacenza.

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