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Economia

Pomodoro da industria: «Una difficile campagna»

Luigi Bisi, presidente di Coldiretti: «C’è la necessità di adottare una semplificazione del sistema di valutazione del prodotto»

Verrà ricordata per molto tempo e come “la campagna in mezzo al fango”, quella del pomodoro da industria del 2014, danneggiata dal clima piovoso e per le quali vi sono molte preoccupazioni. «Gli agricoltori hanno iniziato una campagna molto difficile - afferma Filippo Arata, presidente di Ainpo - caratterizzata da un eccesso di pioggia ed una mancanza di condizioni climatiche estive che hanno determinato una sovra maturazione degli impianti precoci ed una partenza a rilento, a causa delle difficoltà, da parte degli imprenditori, ad entrare nei campi. Il grado zuccherino, il cosiddetto brix, è diminuito e ciò incide sensibilmente sulla valutazione del prodotto e dunque sul prezzo. Ad aggravare ulteriormente la situazione vi è l’aumento dei costi di produzione per le complicazioni fitosanitarie che si sono verificate. Solo il bel tempo fino alla fine di settembre potrebbe mettere una pezza a questa situazione».

«Il Consorzio - afferma il presidente del Consorzio di Difesa di Piacenza, Gianmaria Sfolcini - è al lavoro per monitorare la rete agrometeo e le metodologie di perizia delle diverse compagnie assicurative. Molto è stato fatto anche dal punto di vista dell’assistenza agli associati in sede di controversia per garantire la funzionalità ottimale dello strumento assicurativo, fondamentale in annate come queste». Secondo i dati dell’OI Pomodoro da Industria del nord da inizio campagna alla 31° settimana di raccolta, l’indice di pagamento ponderato è stato dell’89,82%; il che significa che gli imprenditori agricoli hanno ricevuto in media 10 euro in meno a tonnellata rispetto al prezzo definito dall’accordo interprofessionale.

«Annate come questa - afferma Luigi Bisi, presidente Coldiretti Piacenza - mettono sempre più in evidenza la necessità di adottare una semplificazione del sistema di valutazione del prodotto che dia un’effettiva garanzia al produttore riducendo quella forbice che ad oggi penalizza gli imprenditori con una serie di incertezze dovute alle valutazioni qualitative del prodotto. In questa situazione - prosegue Bisi - appare tuttavia evidente come gli ingranaggi della filiera stiano funzionando, tutti stanno facendo la loro parte per limitare i danni; se da un lato gli imprenditori agricoli con notevoli sforzi, professionalità e caparbietà stanno raccogliendo in situazioni drammatiche pur di conferire il prodotto nei tempi stabiliti, i tecnici delle OP monitorano costantemente la situazione nei campi ed organizzano le consegne mentre le industrie di trasformazione stanno lavorando a pieno ritmo per venire incontro alle esigenze degli agricoltori. L’aspetto più preoccupante - conclude Bisi - è riconducibile alle prospettive per il futuro. Un’annata come questa, sommandosi ai livelli di remuneratività nulla che il comparto ha dovuto sopportare negli anni passati, rischia di compromettere una produzione storica per la nostra provincia».

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