rotate-mobile
Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Economia Gragnano Trebbiense

Campagna del pomodoro verso la fine, ma non per tutti

Per qualcuno, come la Steriltom a Casaliggio, si protrarrà fino alla prima settimana di ottobre, per dare modo a tutti i conferenti di proseguire con le programmazioni di conferimento dei tardivi

Storica: è questo l’aggettivo che meglio può qualificare la campagna del pomodoro che sta lentamente avviandosi verso la conclusione. Un avverbio adeguato per sottolineare la progressione a scalare verso la chiusura degli stabilimenti che avverrà per la maggior parte entro il mese di settembre (di solito nelle precedenti campagne, entro il 20), mentre per qualcuno, come la Steriltom a Casaliggio si protrarrà fino alla prima settimana di ottobre, proprio per dare modo a tutti i conferenti di proseguire con le programmazioni di conferimento dei tardivi.

«L’obiettivo era - ha precisato Dario Squeri - di trasformare 230.000 tonnellate. Manca ancora circa il 20% delle consegne». Solodario squeri-2 qualche stabilimento come Emiliana Conserve (quello di San Polo e non Bussetto) fermerà la produzione all’inizio della prossima settimana (a meno di ritardi per le piogge), ma anche perché si tratta di una struttura che è stata in grado di lavorare fino a 60.000 q. al giorno.

Dunque annata storica per qualità e quantità, «con rese medie per ettaro - sottolinea il tecnico di Asipo Afro Morsia - di 900 q., un brix di 4,85°, bacche di buona consistenza e colore, un pomodoro esente da malattie crittogamiche. Eppure la campagna era iniziata con qualche difficoltà, con alcune zone colpite dalla grandine, ma poi il tempo permanentemente stabile ed asciutto ha consentito una maturazione scalare, con raccolte ben programmate e relative consegne nelle fabbriche. In pratica già 50 giorni visto che si è iniziato il 27 luglio».

Tutto bene dunque? Gli ettari investiti sono stati circa 11mila, con un indice prezzo che ha superato 95/100 e con prospettive di mercato favorevoli sia perché mancavano le scorte nelle industrie sia perché la programmazione è stata in equilibrio, grazie ad una rinnovata sinergia tra O.P e trasformazione.

Ma le note più che favorevoli si devono fermare a questi riscontri, perché se il prezzo per gli agricoltori poteva essere contrattualmente accettabile, ora va aggiunto a detrimento, un aumento dei concimi del 40%, nonché per quello dei carburanti. Costi produttivi dunque sempre più elevati, “con l’industria che - come ha sottolineato Dario Squeri titolare della Steriltom e profondo conoscitore di questo comparto- che si troverà ad affrontare, già quasi nell’immediato, notevoli difficoltà relative al costo delle materie prime per il packaging come a quello dell’energia”, con il rischio, paradossale, che costi molto di più la confezione che il contenuto.

In pratica il prezzo della banda stagnata è aumentato del 25%, così quello per il vetro; comincia a mancare il legno per costruire i pallets e pur a fronte di un aumento dei consumi, tutta questa situazione rende difficoltosa la futura programmazione produttiva perché i mercati delle materie prime (che continuano a scarseggiare) registrano mutamenti repentini al rialzo.

Squeri (ma è un “sentiment” di tutto il settore) è seriamente preoccupato di questa situazione, a causa di una “globalizzazione inversa”, con la Cina che sta fagocitando (ma da anni gli analisti più acuti avevano adombrato questo pericolo) tutto il mercato delle materie prime. Persino Syngenta, leader mondiale nel campo delle sementi, rischia di essere fagocitata, a suon di dollari, nel “gran calderone cinese”, con il rischio, dopo anni di sperimentazioni, di perdere il cartello delle sementi.

Ma questi sono problemi di macro-economia che è la politica che deve affrontare, con prospettive a medio e lungo termine e non “navigando a vista” come si sta facendo da troppo tempo. A quanto adombra Squeri, c’è il concreto rischio di perdere un primato di qualità, frutto del lavoro, della professionalità, dell’ingegno, della passione di intere generazioni.

Intanto non potendo il comparto intervenire in questioni così complesse, ci sarà però da fare i conti, a campagna non ancora terminata, con queste problematiche, con la eventualità, di fronte a costi produttivi così elevati per tutti, di rendere necessario un contenimento delle produzioni; tutta la filiera è coinvolta, consumatori compresi, che poi alla fine saranno quelli su cui ricadranno parte dei costi di questa situazione.

In attesa che più concrete e mirate politiche europee sappiano fronteggiare questa situazione, parafrasando il noto film di Marco Bellocchio, possiamo affermare che “la Cina più che essere vicina”, è già presente qui, ovunque, fagocitando tutto, con il suo strapotere economico lanciato ormai alla conquista del mondo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Campagna del pomodoro verso la fine, ma non per tutti

IlPiacenza è in caricamento