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Giovedì, 25 Aprile 2024
Agricoltura

Campagna pomodoro 2022, un buon inizio nonostante la siccità: la filiera è coesa

Iniziata la campagna 2022. Il Piacentino è territorio punto di riferimento per tutto il comparto del Nord Italia. Costi per produrre ulteriormente cresciuti e 800 quintali prodotti per ettaro

Un buon prodotto pur giocoforza con bacche più piccole, con rese più che discrete: 750/800 quintali ad ettaro e buone prospettive di mercato favorite da una diminuzione delle rese e degli ettari coltivati in Europa e nel mondo. Tuttavia i costi produttivi (energetici), sono ulteriormente cresciuti e pertanto bisognerà valutare con attenzione a fine campagna se il prezzo contrattato per il 2022, pur se accolto favorevolmente al termine di una prolungata contrattazione, alla fine sarà remunerativo per i produttori.

Questo in estrema sintesi il quadro che si evince dall’inizio della campagna di trasformazione del pomodoro nel piacentino che, va ben specificato, è il territorio punto di riferimento per tutto il comparto del Nord Italia, grazie ad una filiera coesa ed estremamente professionalizzata, sempre più tecnologicamente aggiornata, prerogativa che le ha sempre consentito alla fine di superare ogni difficoltà, compresi i cambiamenti climatici sempre più estremi. Gli ettari coltivati nelle regioni del Nord Italia per l’anno in corso risultano pari a 37.024 ettari, in calo del 4% rispetto allo scorso anno anche a Piacenza dove ne sono coltivati 9.890 ettari. «La stagione - precisa Afro Morsia storico tecnico di Asipo - , è in anticipo per ovvie ragioni e per ora abbiamo riscontrato dati soddisfacenti, con rese medie tra750/800 quintali ad ettaro, mentre in altre province sono inferiori.

L’incognita sarà per medi e medio tardivi per le elevate temperature che però potrebbero a breve essere mitigate. Il brix si attesta sui 4,75 e l’indice prezzo si avvicina al prezzo pieno concordato (108,5 Euro a Ton). «Certo - ricorda Morsia - i costi sono aumentati a dismisura e si dovrà valutare come reagiranno i mercati anche se sappiamo che in Spagna, per esempio, si è verificata una drastica riduzione delle produzioni.  Siamo comunque agli inizi, tanto che qualche importante produttore non ha ancora cominciato i conferimenti, anche se tutte le fabbriche sono in funzione.  Tutto procede bene ed anche se dovesse verificarsi contemporaneità di maturazione a metà di agosto, le nostre fabbriche di trasformazione hanno già dato prova di efficienza nel gestire i conferimenti. Ma tutto resta da verificare nel proseguo della stagione».

Pertanto, se in una situazione di grande incertezza, nonostante l’impennata sui mercati internazionali dei prezzi di acquisto di alcune produzioni agricole potenzialmente concorrenti, la quasi totalità dei produttori piacentini ha confermato la scelta del pomodoro, significa che la filiera organizzata e la programmazione produttiva condivisa sono dei veri valori aggiunti, riconosciuti e praticati.  «Ora - precisa Luigi Sidoli, direttore di Ainpo (e vicepresidente vicario dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia) -, la principale preoccupazione degli operatori è in questo momento la siccità e la disponibilità irrigua. Il fabbisogno di acqua toccherà l’apice nei prossimi giorni, fino alla fine di agosto. La situazione ben lo sappiamo, è oltremodo preoccupante. Vedremo l’andamento climatico».

Il prodotto, su un 10% raccolto, è comunque buono, con un brix, di 5,01 per le precoci, di bacca più piccola e buona consistenza, se teniamo presente che in campo le temperature hanno raggiunto anche i 50 gradi. «Ma l’irrigazione a goccia e la professionalità dei nostri imprenditori, hanno consentito di mitigare lo stress, grazie alle scelte varietali ed alla conduzione agronomica, ma a fine campagna - sottolinea Sidoli - sarà opportuno metterci attorno ad un tavolo e ragionare bene sui costi produttivi che sono raddoppiati; tutto va adeguatamente ponderato, altrimenti ne va del futuro della filiera».

«Ci conforta – ribadisce - un mercato mondiale favorevole, con produzioni in calo (anche qui per la siccità) come in California, in Spagna ed anche nel Sud Italia, perché se il Nord ha diminuito del 4,1% al Sud si arriva al 13,6. Le scorte nelle fabbriche sono esigue e quindi le prospettive sono favorevoli, anche se ci sarà poi da valutare l’impatto sui consumi per inevitabili aumenti che naturalmente hanno coinvolto non solo i produttori ma anche tutte le industrie, dal vetro, ai contenitori, ai pallet e, naturalmente, l’energia. Ma la filiera fino ad ora ha risposto molto bene a queste nuove situazioni». Abbastanza buona anche la situazione fitosanitaria, come ci conferma il direttore del

Consorzio Ruggero Colla: «Per ora bene precoci e medie, forse qualche problema si verificherà per le tardive, ma le piogge daranno una mano. Il ragnetto rosso è stato contenuto, non si sono verificati attacchi fungini ed in particolare di peronospora. Lo stress da caldo ha generato un po’ di alternaria (che determina qualche nerume sui pomodori), ma molto contenuta. Certo che le rese non sono quelle dello scorso anno che è stato molto buono, ma temperature più miti potranno aiutare. E’ tutto da verificare in itinere. Noi come Consorzio stiamo sempre in guardia, a disposizione di tutti i produttori».

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