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Economia

«Congiuntura negativa, ma capacità di tenuta e “resilienza” del nostro sistema economico»

Gli effetti sull’economia piacentina dell’epidemia di Covid-19 nella presentazione dell'ultimo numero di Piacenz@ Economia. Barbieri: «Occorre fare ogni sforzo per evitare nuove limitazioni e non compromettere la prospettiva della ripresa»

«Congiuntura negativa, ma capacità di tenuta e doti di “resilienza” del nostro sistema economico in questa fase così difficile». A presentare gli effetti sull’economia piacentina dell’epidemia di Covid-19 nel 2020 il numero 39 di Piacenz@ Economia, Lavoro e Società, rivista realizzata da Camera di Commercio di Piacenza, Provincia di Piacenza e Università Cattolica del Sacro Cuore (con il contributo in particolare del Laboratorio di Economia Locale) e finalizzata al monitoraggio delle prestazioni del nostro sistema socio-economico, illustrata nella conferenza online a cui hanno preso parte la presidente della Provincia Patrizia Barbieri, il segretario generale della Camera di Commercio Alessandro Saguatti, Paolo Rizzi (Università Cattolica), Guido Caselli di Unioncamere regionale Emilia-Romagna, Antonio Colnaghi (Provincia di Piacenza), Enrico Ciciotti (Università Cattolica di Piacenza) e Vittorio Silva, direttore generale della Provincia.

La pubblicazione a partire da questo numero si avvale della collaborazione di Unioncamere regionale Emilia-Romagna, che entra nel Comitato scientifico e nel Comitato di redazione della rivista, con contributi che vanno a qualificare ulteriormente il lavoro di analisi, restituendo una lettura molto più approfondita di alcuni argomenti, come l’andamento congiunturale dei diversi settori economici, ma anche nuove sezioni, come quelle relative alle previsioni macroeconomiche provinciali a medio termine (su stime Prometeia), alle esportazioni ed agli addetti delle imprese (fonte Inps). Nel caso specifico il focus si è concentrato sugli addetti addetti nelle imprese piacentine e il commercio con l’estero

«Il numero 39 di Piacenz@, nel presentare i dati 2020, registra gli effetti sull’economia piacentina dell’epidemia di Covid-19 a consuntivo d’anno, confermando in generale i risultati emersi nel numero precedente relativo al primo semestre. Si tratta di dati che mettono infatti ancora in rilievo – pur nell’ambito di una congiuntura sempre negativa – le capacità di tenuta e le doti di “resilienza” del nostro sistema economico in questa fase così difficile, specie nei confronti dei trend osservati mediamente in Emilia-Romagna. La lettura degli indicatori mostra anche un alleggerimento del contesto congiunturale che aveva caratterizzato la prima parte dell’anno (dove si era assistito al crollo degli indici economici a seguito del divieto agli spostamenti individuali e della chiusura delle attività produttive imposte dalle autorità per contrastare il dilagare dell’epidemia), grazie al miglioramento della situazione sanitaria e quindi alla ripresa delle attività economiche, registrati nel secondo semestre e comunque al netto degli effetti della seconda ondata epidemica avutasi in autunno».

«Per il 2021 - prosegue l’analisi - con il consolidarsi della campagna vaccinale in corso che consentirà, si spera, un progressivo ritorno alla normalità, è atteso un diffuso recupero degli indicatori: tra tutti, il Pil mondiale, dopo aver perso il 3,4% nel 2020, crescerà del 5,4% quest’anno; quello dell’Eurozona del 4,3%. In Italia, date le positive prospettive prefigurate nel Pnrr, e il clima di fiducia di famiglie e imprese in aumento, si stima un’espansione del prodotto del 4,7% (per la prima volta da moltissimi anni superiore a quello europeo), e in Emilia-Romagna del 5,5%. La ripresa è confermata del resto dal riaccendersi dell’inflazione. In questo quadro, il sistema piacentino archivia il 2020 forte sempre della sua caratteristica di resistere generalmente meglio degli altri contesti nei periodi di crisi, soprattutto per quanto riguarda la dimensione economica, meno invece con riferiemnto alla situazione demografica. La provincia di Piacenza è stato infatti uno degli ambiti dei più colpiti a livello nazionale dalla mortalità Covid, e questo fatto, unitamente alla riduzione delle nascite e dei flussi migratori sperimentate nel 2020, ha determinato una perdita di oltre 2mila residenti rispetto all’anno precedente, con un calo che è risultato il più elevato degli ultimi anni (-0,8%), doppio rispetto a quello dell’Emilia-Romagna. Ciò pone la questione demografica come una delle questioni principali da affrontare per il sistema piacentino».

«Un sistema che è stato capace di evidenziare invece - anche a consuntivo 2020 - ancora elementi di resilienza a livello imprenditoriale e sul mercato del lavoro: i dati della produzione/fatturato dell’industria e dell’artigianato manifatturieri confermano infatti i risultati del primo semestre, mostrando da noi variazioni tendenziali negative inferiori a quelle regionali; stesso andamento per gli indicatori del commercio al dettaglio; nell’interscambio con l’estero, le esportazioni calano a Piacenza del 7,5%, contro il -8,2% dell’Emilia-Romagna e il -9,7% dell’Italia, e le importazioni piacentine (complice la presenza dei poli logistici) vanno addirittura in controtendenza segnando un aumento del 6,7%, quando invece si riducono a livello regionale (-8,7%) e nazionale (-12,8%); anche nel caso del turismo, uno dei settori economici - insieme al commercio - più colpiti dalla pandemia, nonostante si rilevi una fortissima flessione degli arrivi dei turisti (-55%) e dei pernottamenti (-42%), emerge come il nostro territorio si sia comunque comportato sempre meglio rispetto alle province di Parma, Reggio-Emilia, Modena e Bologna; sul mercato del lavoro infine, caratterizzato in questo periodo a livello nazionale da un notevole calo dei livelli occupazionali, Piacenza si caratterizza per la tenuta del tasso di occupazione, del tasso di attività e del tasso di disoccupazione, che rimangono ai vertici nel confronto con le altre province di riferimento, registrando altresì a consuntivo d’anno un consistente saldo positivo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente, in recupero rispetto alle variazioni negative del primo semestre. Punto di debolezza invece la Cassa Integrazione, esplosa anche in conseguenza del blocco dei licenziamenti, e cresciuta da noi molto di più che non a livello regionale e nazionale». «Le previsioni sull’andamento dell’economia piacentina elaborate da Prometeia per Unioncamere Emilia-Romagna indicano che - data la caduta stimata nel 2020 del valore aggiunto pari al 10,1%, (superiore a quella subita nel 2009, -8,9%) - per il 2021 è attesa una ripresa del 5,0%, e per il 2022 del 4,5%».

«Nel decennio che ha preceduto la pandemia – osserva Guido Caselli di Unioncamere Emilia-Romagna – Piacenza è stata la prima provincia italiana per crescita export, la quarta per valore aggiunto, la sedicesima per occupazione. Risultati d’eccellenza, legati anche alla capacità di portare a valore la forte presenza sul territorio di imprese che hanno sede fuori provincia. Quasi un quarto dell’occupazione è ascrivibile a imprese che hanno a Piacenza unità operative ma non sede legale, la metà dell’export è originato da imprese non locali, il 40 per cento da imprese estere. I primi dati del 2021 indicano che è in corso una forte ripresa a livello internazionale e nazionale. La capacità di Piacenza di essere ancora ai vertici delle graduatorie nazionali dipenderà ancora una volta dalla sua capacità attrattrice e, in particolare, dalla capacità di attrarre investimenti in grado di generare valore aggiunto sul sistema economico e sociale locale». 

«Anche in una congiuntura estremamente difficile - commenta il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri - Il sistema piacentino, benché duramente provato dalla pandemia, ha confermato la sua caratteristica di resistere generalmente meglio degli altri contesti nei periodi di crisi. Le previsioni sull’andamento dell’economia piacentina per il 2021 e per il 2022 sono significativamente incoraggianti: anche alla luce di dati come questi, che aiutano ad analizzare anche i dettagli delle varie parti del territorio, occorre fare ogni sforzo per evitare nuove limitazioni e per non compromettere la prospettiva della ripresa».

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