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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Cgil: non serve il Monte di Pietà per combattere la crisi

Crisi e misure anticrisi. Un bacino di lavoratori atipici pari al 10% del totale e cassa integrati vicini all'anno nero 2005. “Stiamo vagliando misure per contenere il disagio”, così Gianni Copelli segretario Cgil in esclusiva su Il Piacenza

Gianni Copelli
Bene non va di certo, soprattutto a seguito dell'ultimo trimestre del 2008 che ha messo in ginocchio l'economia e costretto alla cassa integrazione numerose imprese medio – piccole del piacentino. La situazione è difficile in tutta Italia, si cercano misure per risollevare le famiglie, ridare potere d'acquisto agli stipendi. Ecco cosa succede a Piacenza, nelle parole di Gianni Copelli, segretario provinciale Cgil.


Ma qual è la vera fotografia di Piacenza dal punto di vista dei redditi e del potere d'acquisto?

Piacenza è una città cara e gli stipendi dei lavoratori sono stati sostanzialmente mangiati dall'inflazione. Dal 2004 ad adesso il potere d'acquisto è molto diminuito e gli aumenti salariali non hanno coperto sostanzialmente il tasso inflattivo. Inoltre, c'è da dire che il territorio piacentino è composto per oltre il 50% da piccola e media impresa, in questi mesi in gravi difficoltà con i lavoratori. A ciò si aggiungono circa 12.000 lavoratori precari, con contratti a progetto, interinali, a tempo determinato. Si tratta di numero elevato: oltre il 10% del totale dei lavoratori piacentini (110.000 secondo le stime Cgil, ndr).

In queste settimane le sigle sindacali stanno mettendo a punto un pacchetto anti crisi con le istituzioni...

  Il paradosso: i cassa integrati sono dei privilegiati rispetto a chi ha perso completamente il lavoro  

Sì, stiamo affrontando il problema della cassa integrazione ordinaria e straordinaria (più nel 2008 rispetto al 2007 e ci avviciniamo con le cifre all'anno nero che è stato il 2005), delle persone rimaste senza lavoro, del calo del potere d'acquisto. L'ultimo incontro si è tenuto ieri.

Ipotesi di intervento?

Stiamo individuando le soluzioni idonee a fronteggiare la crisi, soprattutto verso chi ha perso il posto e dunque il reddito. Palazzo Mercanti ha stanziato 250 mila euro. Adesso insieme alla Provincia e al Comune stiamo mettendo a punto una serie di misure per ovviare al problema della cassa integrazione. Il vero paradosso è che chi è in cassa integrazione è quasi privilegiato rispetto a chi ha perso completamente il lavoro.

Abbiamo parlato di cassa integrati e di chi ha perso il lavoro. Ma sul fronte dell'indigenza vera e propria, che situazione c'è a Piacenza?

Non ho i dati sotto mano, anche perchè spesso sono protetti dalla privacy. Posso però dire che la Caritas, che ha una mensa aperta tutti i giorni a pranzo, ha dovuto aprirla anche la sera ed è molto frequentata.

Cosa ne pensa della proposta di creare un nuovo Monte di Pietà?

Non sono d'accordo perchè il Monte di Pietà è uno scambio: si consegna qualcosa in cambio di soldi e poi se si rivuole l'oggetto indietro, lo si ripaga un po' di più. Il Monte di Pietà ha una sua nobiltà ma gli interventi, oggi, devono essere diversi. Noi cerchiamo di coinvolgere le istituzioni, le banche, la Camera di commercio perchè si intervenga in altro modo. Senza iniziative di pietà, altrimenti si rischia di fare la fine della social card: le persone non è che ci tengano ad esibire la propria povertà.

Un esempio?

Chi va in cassa integrazione straordinaria, può aspettare anche sei mesi prima di ricevere il sussidio (metà dello stipendio): potrebbero essere le aziende ad anticiparlo, per evitare i mesi di “buco”. Pensiamo anche agli Enti Locali, che potrebbero aiutare sul fronte dei pagamenti, magari istituendo delle tariffe agevolate per chi è in difficoltà con il lavoro (mense, asili nido...).

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