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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Cibo in abbondanza, ma non per tutti: «Paradosso da sconfiggere salvaguardando “madre terra”»

L’intervento di monsignor Fernando Chica Arellano, ambasciatore alle Nazioni Unite per alimentazione e agricoltura del Vaticano all’Università Cattolica

“Il paradosso dell’abbondanza. La terra oggi è in grado di sfamare tutti eppure c’è la fame dovuta principalmente alla mancanza di iniziative politiche ed economiche”. Parole forti (parafrasando i recenti discorsi di Papa Francesco) quelle pronunciate da monsignor Fernando Chica Arellano all’Università Cattolica di Piacenza dove è intervenuto per una “lectio magistralis” riservata agli allievi del Corso di Cultura e etica del cibo, tenuto dal Antonio Chizzoniti nell’ambito della Laurea Magistrale in Food marketing e strategie commerciali della Facoltà di Economia e Giurisprudenza. Un incontro al quale hanno partecipato, per ovvi motivi di trasversalità del tema,anche molti studenti della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali.

Monsignor Chica Arellano, dopo un breve saluto della preside Annamaria Fellegara, è stato presentato dal prof. Chizzoniti che ne ha puntualizzato la consolidata esperienza nel Servizio diplomatico della Santa Sede, culminata nella recente nomina come Osservatore Permanente presso le Organizzazioni e gli altri Organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (F.A.O., I.F.A.D., P.A.M.), strutture di cui Mons. Arellano nell’incipit del suo intervento, nel quale ha dichiarato di sentirsi ancora quasi “uno studente che sta ancora ascoltando per apprendere bene e svolgere adeguatamente i compiti assegnabili”, ha tratteggiato le caratteristiche.

La Fao opera a Roma con 149 paesi e una conferenza biennale tra gli Stati membri, completata da quelle regionali con il mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale. In questo contesto la Santa Sede è presente come lo è nell’IFAD, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo integrato dove invece il Vaticano è solo osservatore permanente.

Infine il PAM (Programma alimentare mondiale) è una sorta di “braccio operativo” della Fao perché interviene con tempestività nel caso di emergenze alimentari.

In questi contesti opera appunto Mons. Fernando Chica Arellano che ha ribadito quanto il Papa sia un “pastore che conosce le periferie umane, le sofferenze degli ultimi della società. Discorsi i suoi che si inseriscono linearmente nella dottrina sociale della Chiesa e nell’opera dei suoi predecessori. Alla base delle cause più profonde del flagello della fame c’è- ha ribadito- una cultura dell’individualismo e del relativismo, mentre la priorità deve diventare il bene comune”.

Per abbattere guerre, fame, violenza ed ingiustizie non sono sufficienti solo le dichiarazioni, ma occorre soprattutto una costante volontà, la vera giustizia, impegno e gesti concreti, vincere quello che ha definito “un inarrestabile processo di esclusione, la cultura dello scarto. Bisogna vincere la cultura dell’indifferenza con quella della solidarietà. Bisogna condividere perché il povero non chiede elemosina, ma dignità; bisogna porre al centro la persona umana con la sua onorabilità, ovvero quella della vita”. E’ dunque necessaria una sussidiarietà che parta dal basso, dal quotidiano di ognuno di noi”.

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