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Economia

Cibo, piacere e sessualità: i legami sono più vincolanti di quanto si possa credere

L’appuntamento di CaffèExpo alla Cattolica con il professor Leone, medico, autore di un testo su questo affascinante argomento. «Attenzione alle diete “fai da te” che possono determinare gravi problemi di salute»

“C’è una peculiarità che distingue l’uomo da ogni altro essere vivente: il libero arbitrio, ovvero la capacità di valutare il bene ed il bello: siamo passati da una plurimillenaria società primordiale dove prevaleva solo l’istinto, ad una società “vincolante” che genera conflitti tra le pulsioni primordiali e le limitazioni, complessi che supera l’educazione. Questa sfera coinvolge naturalmente anche l’alimentazione, che nell’uomo supera il puro istinto di conservazione e diventa piacere, persino erotismo”. Una tesi affascinante discussa nel corso del recente CaffExpò, l’aperitivo scientifico della Cattolica dove per l’occasione è intervenuto il prof. Arsenio Leone, medico e docente dell’Università di Parma, sollecitato dalle domande della ricercatrice di Agrisystem Maria Francesca Cicognini.

Dopo la premessa del coordinatore della serata, il prof. Filippo Rossi, docente dell’Istituto di Nutrizione della facoltà di Agraria di Piacenza (compito dell’Università è spalancare la ragione alle sue potenzialità, studiando il cibo non solo in formulazioni esclusivamente scientifiche), ha preso la parola Leone per ricordare che nel corso del processo evolutivo, l'alimentazione ha certamente condizionato lo sviluppo del corpo umano ed in particolare del cervello, che a sua volta ha progressivamente modificato il comportamento alimentare, determinando una serrata concatenazione di rapporti causa-effetto che insieme hanno influenzato il comportamento sessuale e altri funzioni fondamentali.

Il cibo ha dunque un forte impatto sessuale su mente e corpo e viceversa, tanto che il controllo dell’appetito è una funzione complessa, in cui un ruolo fondamentale è svolto dal piacere, che utilizza gli stessi circuiti cerebrali del piacere sessuale e delle emozioni artistiche. L’evoluzione umana ha quindi determinato il bisogno di relazione dell’uomo con l’altro, alla sua capacità di stupirsi, meravigliarsi e a cercare il senso delle cose, così come l’evoluzione alimentare è passata dal cibo crudo alla gastronomia.

Ciò che caratterizza l’uomo- ha ribadito Leone- è la nostra capacità di percepire il bene e il bello. I nostri istinti principali sono determinati da un DNA di poco dissimile ai primati; alimentazione e sesso, sono legati alla sopravvivenza, individuale e della specie. Entrambi comportano piacere e il piacere è legato al cervello, al nostro modo di pensare. In cosa ci differenziamo dagli animali? L’intelligenza, intesa come la capacità di risolvere problemi, viene spesso indicata come l’elemento caratterizzante dell’uomo, ma in realtà la posseggono anche altri esseri viventi: l’uomo ne ha semplicemente una quantità maggiore, la capacità di critica. La nostra specificità sta dunque nella capacità di percepire qualcosa che va oltre. Api e formiche, ad esempio, sono in grado di organizzare società anche più perfette delle nostre, ma questo tipo di organizzazione è cristallizzata, stabilita geneticamente. Noi invece abbiamo la capacità di critica. Siamo in grado di opporci.

Gli esseri umani sanno guardare al bello - l’arte, la musica - e creare cose «che in sé non sarebbero utili né in termini di cibo né in termini di sesso». E a proposito di sesso, l’evoluzione lo ha trasformato: da fatto semplicemente meccanico a esperienza più prolungata e piacevole, per cui anche l’alimentazione si è evoluta, dal cibo crudo alla gastronomia, altra caratteristica solo umana”. 

Infine un avvertimento: “attenzione alle diete “fai da te” che possono determinare gravi problemi di salute; oggi si assiste ad una proliferazione indiscriminata di indicazioni dietetiche verso le quali occorre porre la massima attenzione. In caso di necessità bisogna affidarsi solo a medici esperti e specializzati”.

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