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Cna, l’obiettivo è rivitalizzare le aree commerciali naturali di Piacenza

Nella sede del “Cna” – la confederazione nazionale dell’artigianato e della piccole e media impresa - di Piacenza, la referente regionale Lalla Golfarelli, la direttrice del Cna di Piacenza Enrica Gambazza, l’assessore al commercio del comune di Piacenza Katia Tarasconi e diversi commercianti della città associati al Cna hanno un confronto sul tema

Nella sede del “Cna” – la confederazione nazionale dell’artigianato e della piccole e media impresa -  di Piacenza si è tenuto il 19 giugno l’incontro dal tema “Rivitalizzazione delle aree commerciali naturali”. L’incontro è stata un’occasione di confronto e dialogo tra la referente regionale Lalla Golfarelli, la direttrice del Cna di Piacenza Enrica Gambazza, l’assessore al commercio del comune di Piacenza Katia Tarasconi e diversi commercianti della città associati al Cna. «Chiediamo al comune di Piacenza – spiega la direttrice Enrica Gambazza – un protocollo d’intesa per la cabina di regia sul centro storico, così come vogliamo estenderlo ad altre aree della città. Il nostro obiettivo è di rivitalizzare le aree commerciali naturali. La nostra associazione non ha grandi numeri ma vogliamo essere presenti, fare proposte e iniziative. La legge regionale 41 ci riconosce come “interlocutori” a intervenire nella gestione del tema del commercio. Ci piacerebbe riunire insieme i diversi comitati, come quello di via Taverna con cui collaboriamo proficuamente da un anno». «Tra le imprese – ha esordito nel suo intervento Lalla Golfarelli, responsabile regionale Cna – quelle che soffrono maggiormente la crisi sono quelle che hanno a che fare direttamente con il consumatore finale e i con i clienti. I commercianti sono tra quelli che vivono più difficoltà e problemi nella propria attività, e questo aspetto riguarda maggiormente il nostro Paese rispetto ad altri. Questo perchè si è ridotto il consumo, la concorrenza straniera si è inventata altri metodi di distribuzione e non ci sono politiche di sviluppo per i “centri commerciali naturali”, ovvero quelle aree di commercio che hanno una propria identità ben definità. Spesso tra le cause del degrado di una zona cittadina c’è un mancato controllo effettivo delle acquisizioni dei locali: tanti negozi vengono venduti senza alcuna tracciabilità a persone “non” del luogo. La legge 41 – illustra la responsabile - dovrebbe intervenire in questi casi: un’area centrale o periferica che presenta alcune problematiche deve avere un matrimonio d’intenti tra i comitati e le associazioni della zona, che coinvolga sia il mondo del commercio che quello del turismo. Non è corretto promuovere comitati che sanno solamente lamentarsi dei disagi con le istituzioni senza proporre alternative o idee. Bisogna fare un salto di qualità, e questa non è una sfida della nostra associazione, ma che riguarda tutta la città. Dobbiamo essere tutti “attori” e partecipare attivamente ai progetti e alle cabine di regia, non vogliamo solamente rappresentare i nostri associati dentro le istituzioni». 

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