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Economia

«Coldiretti è l’emblema della difesa dell’agroalimentare, recuperiamo questo orgoglio»

Il direttore di Coldiretti, Roberto Gallizioli: ritrovare i comuni valori alla base di un forte rilancio di tutta l’organizzazione e dei soci che rappresenta

«Mettere al centro le imprese ed i soci con le loro diversificate esigenze, valorizzare sempre di più la professionalità di chi lavora nell’associazione, attraverso un dialogo costantemente costruttivo, tenendo conto che l’imprenditoria agricola è in perenne evoluzione tecnica ed economica, su scenari di mercato in costante movimento».

Delinea così la propria strategia operativa il direttore di Coldiretti Piacenza, Roberto Gallizioli, da alcuni mesi alla guida della professionale agricola, sottolineando le straordinarie opportunità e potenzialità che il sistema agro-alimentare piacentino ancora presenta, con la convinzione che «un’associazione storica per la nostra provincia debba sapere rimettersi in gioco» dopo avereRoberto Gallizioli-2 attraversato un difficile momento culminato con la nomina a commissario di Giovanni Benedetti, funzionario della Confederazione nazionale, con il compito di traghettare l’associazione professionale agricola piacentina verso nuove elezioni che si sono rese necessarie dopo le dimissioni del presidente Ugo Agnelli e dell’intera giunta.

«Stiamo operando - precisa il direttore - per recuperare la piena fiducia dei nostri soci nei valori che sono sempre stati un punto di riferimento per la nostra associazione professionale, così come per offrire servizi pienamente rispondenti alle nuove esigenze delle imprese agricole chiamate a nuove sfide sui mercati, in un processo non di contrasto, ma di inclusione, soprattutto ascoltando, naturalmente anche le critiche, che sono sempre costruttive, il tutto in sinergia con la piena valorizzazione del personale che opera all’interno di Coldiretti Piacenza».

«I nostri valori - sottolinea Galizzioli - devono essere il “collante”, il trait d’union, sia dei soci come di tutto il personale, recuperando l’orgoglio del senso di appartenenza che ha reso Coldiretti emblema della difesa del sistema agro-alimentare italiano di qualità, espressione di un territorio dalle produzioni diversificate verso il quale è necessario coinvolgere tutta la filiera produttiva, nella consapevolezza che i problemi, come del resto gli interessi, sono comuni e coinvolgono tutti in una sinergia che deve abbracciare anzitutto i produttori, ma pure la G.D, fino al consumatore finale».

«In quest’ottica tutta la struttura della Coldiretti piacentina deve lavorare, evitando “clangor di buccine”, ovvero una contrapposizione “urlata”, lavorando “sotto traccia”, con quotidiana costanza ed in sinergia operativa tra tutti gli uffici, nella consapevolezza che i risultati si ottengono operando insieme, con i vertici che devono sapere realizzare sintesi adeguate che sono poi il frutto del comune lavoro che va opportunamente valorizzato».

«Anche per quanto riguarda la riorganizzazione della struttura e la ricomposizione dei vertici provinciali attraverso le elezioni- puntualizza il direttore- non dobbiamo avere fretta; dobbiamo prima comprendere, attraverso il dialogo e tenendo aperte tutte le porte, cosa non ha funzionato o meglio, se sono state comprese le esigenze dei soci e degli organismi che li rappresentano, nella consapevolezza che altrimenti soffre tutto il collaudato sistema agro-alimentare piacentino. C’è da svolgere molto lavoro, con attenzione ed umiltà, per ridare slancio alla rappresentatività dei diversi comparti; dobbiamo stare sul territorio, incontrare i soci per restituire loro una Federazione efficiente ed al passo con i tempi».

«Abbiamo anche la necessità di collaborare con tutte le altre associazioni di settore, pur nella distinzione dei propri ruoli, perché i problemi da risolvere sono comuni, a cominciare, tanto per portare un esempio, alla costante lievitazione dei costi produttivi che rischiano, se non affrontati in una logica di filiera, di andare a detrimento della qualità dei nostri straordinari prodotti, e soprattutto di affossare il lavoro delle imprese e la professionalità che le contraddistingue. Proprio in questi giorni sono in corso le trattative fra produttori e industriali per il prezzo del pomodoro da industria nel Nord Italia relativo alla campagna di cui la nostra provincia è punto di riferimento in Italia».

«La sottoscrizione di questo accordo - ricorda Galizzoli - è fondamentale per tutta la filiera in quanto si colloca in un periodo economico-sociale molto particolare, con un notevole aumento dei costi di produzione per le imprese agricole costrette ad affrontare rincari vertiginosi per tutte le operazioni colturali. Anzitutto bisogno procedere velocemente così da permettere alle aziende agricole un’adeguata pianificazione e proseguire nel percorso di riallineamento degli indici di valutazione qualitativa alle reali condizioni del prodotto. Ma soprattutto va realizzato quel “distretto del pomodoro”, che unisca imprese, cittadini, associazioni e istituzioni, per ottenere una migliore collaborazione sulle azioni comuni, finalizzate a organizzare, sostenere, promuovere e valorizzare l’intera filiera che vince sui mercati solo se è unita».

«Insomma - ribadisce il direttore di Coldiretti - di fronte all’impennata dei costi produttivi per tutti, non è pensabile non ragionare in un’ottica di filiera per abbattere i costi di produzione, un risultato che si può ottenere solo collaborando anche con le istituzioni pubbliche. E’ il caso della nostra collina e montagna che presentano potenzialità qualitative straordinarie soprattutto per il biologico».

«Il recupero del marchio Natural Valley è un primo fondamentale momento, come il sostegno del latte di montagna con iniziative forti per evitare l’abbandono della terra ed il recupero del fondamentale ruolo di presidio del territorio degli imprenditori. Ci si sta muovendo in questo senso con precise iniziative che faremo conoscere».

«Ovvio che vada instaurato un nuovo e coinvolgente percorso che passa anzitutto dalla collaborazione tra diversi soggetti, anche pubblici, nonché dalla forte valorizzazione degli agriturismi e della vendita diretta che non va vista come una contrapposizione a quella tradizionale, bensì in un’ottica di ulteriore riconoscimento della qualità dei nostri prodotti, attraverso un dialogo culturalecoldiretti-15 diretto con i consumatori».

«È pure questo il senso del mercato coperto di Campagna amica che sarà inaugurato in via Farnesiana in primavera, all’interno del quale le aziende agricole potranno vendere direttamente i propri prodotti. Diventerà un importante punto di riferimento non solo per la spesa di prodotti genuini a km zero, ma anche per le tante attività e iniziative che verranno proposte: sarà molto più di un tradizionale mercato coperto perché svolgerà anche un’azione socio-culturale per tutto il territorio».

«I cittadini potranno sempre meglio (come già nei mercati all’aperto di Campagna amica) riscoprire il piacere di fare la spesa, grazie al rapporto diretto e al legame di fiducia con l’agricoltore che garantisce personalmente il suo prodotto e con la garanzia di trovare prodotti freschi, italiani e controllati, che permettono di apprezzare pienamente la storia, le tradizioni e la bellezza del nostro territorio il contributo alla conservazione della biodiversità, salvando colture antiche a rischio di estinzione. Dal canto loro gli agricoltori avranno maggiore visibilità per i loro prodotti, ma anche la possibilità di formazione grazie a corsi sulle tecniche di vendita come per comunicare sempre meglio le loro peculiarità produttive e quindi il territorio da cui provengono».

«Insomma - conclude Gallizioli - un ulteriore esempio di quel senso di lavoro ed interesse comune che vorrei trasmettere ad una Coldiretti di nuovo unita su importanti obiettivi comuni che rappresentano poi, la storia del nostro territorio».

coldiretti piacenza ringraziamento bobbio 2019 05-2

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