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Confagricoltura Piacenza

Colture industriali, «Si prefigura una stagione di incertezze»

Ercole Parizzi (Confagricoltura): «Ora ci confrontiamo anche con mercati aperti e con un’estrema volatilità dei prezzi»»

Nei giorni scorsi Confagricoltura Piacenza ha convocato la sezione di prodotto Colture industriali per fare un bilancio dell’annata agraria e guardare alla prospettiva dei prossimi mesi. «Dopo anni in cui ci siamo interrogati se orientare le aziende verso altre colture perché i cereali non remuneravano neppure i costi produttivi, quest’anno, per lo meno, abbiamo coperto i costi e riassestato in parte il bilancio in rosso degli ultimi esercizi» ha spiegato Ercole Parizzi presidente della sezione e agricoltore di Alseno, dove conduce con il figlio Dante l’Agricola Saliceto. «Le quotazioni dei cereali non erano così alte da anni – ha proseguito Parizzi – con una forbice tra bio e convenzionale che ha teso a restringersi. Va però detto che i fitofarmaci sono aumentati dal 4 al 10 per cento e che ciò che è fuori controllo sono i concimi: l’urea è arrivata a 90 euro al quintale e non sempre si riesce a trovarla. I fertilizzanti infatti hanno visto un incremento, in alcuni casi, del 100%. Anche il costo del gasolio agricolo è duplicato rispetto al 2020. La marginalità, dunque, non è così buona come i prezzi dei cereali, alti in termini assoluti, farebbero pensare». «Si parla di quotazioni attuali attorno ai 32-33 euro al quintale per il grano tenero - sottolinea la nota stampa di Confagricoltura Piacenza - che arrivano 38 euro al quintale per il grano di forza. Molto bene anche la soia quotata a 60 euro al quintale (rispetto ai prezzi medi degli ultimi anni attorno ai 35-40 euro/quintale). A parte le zone colpite dalla grandine, è stata un’annata abbastanza buona anche per il mais che ha registrato buone quotazioni per tutte le tipologie (28-30 euro/quintale). Il dibattito nel corso dell’incontro ha affrontato il delicato tema degli approvvigionamenti: diversi degli intervenuti hanno evidenziato come insieme all’enorme incremento del costo dei fattori produttivi vada rilevata anche una certa difficoltà negli approvvigionamenti». Parizzi Ercole-2

«Si prefigura una stagione di incertezze. Se da un lato, dato l’andamento del mercato mondale, sembra che le quotazioni dei cereali possano mantenersi buone anche per la prossima campagna – ha rilevato Parizzi – dall’altro, potremmo avere problemi a reperire concimi e fertilizzanti funzionali ad ottenere prodotti sani e con buone rese. Gli agricoltori hanno bisogno di strumenti nuovi per produrre di più con meno, in questo senso il contributo della ricerca e della scienza è fondamentale. Mettiamo in campo la tecnologia avanzata dei mezzi e i risultati della ricerca varietale sulla quale chiediamo che il Paese investa di più. Le nuove tecniche di selezione varietale sono uno strumento irrinunciabile che dobbiamo poter sfruttare a pieno per poter cogliere le sfide del Green New Deal e per far fronte agli eventi atmosferici sempre più intensi e repentini». La memoria di Parizzi è andata allo scorso 26 luglio ancora nitidamente inciso nei ricordi: «In quarant’anni di lavoro non avevo mai visto nulla di simile, una grandinata ha distrutto gli 80 ettari di mais dolce della Saliceto: erano pronti per essere raccolti e dopo un quarto d’ora non c’era più nulla». «Gli intervenuti – prosegue la nota - hanno dunque concordato su come sia fondamentale, oggigiorno, prevedere un piano assicurativo adeguato ai fabbisogni dell’azienda valutando e ponderando costi e benefici».

«Non è più possibile – ha concluso Parizzi – confidare solo nella propria buona volontà e nel favore delle condizioni. Per non lavorare in perdita è necessario ritagliarsi il tempo per gestire l’azienda. Siamo ormai imprese a tutti gli effetti: dobbiamo valutare i costi dei fattori produttivi, le rese delle varietà, i rischi e le garanzie necessarie di cui dobbiamo dotarci. Si chiude un’annata che ci ha dato momenti di profondo sconforto, ma anche soddisfazioni, guardiamo alla prossima stagione con una serie di incertezze a cui non eravamo abituati. Tradizionalmente la variabilità è quella di avere il nostro cantiere a cielo aperto, ora ci confrontiamo anche con mercati aperti e con un’estrema volatilità dei prezzi». 

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