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Con la storia delle materie prime prende il via la nuova edizione di “A Cena con La Scienza”

Tutto esaurito per Giraudo all’agriturismo Boschi Celati di Fossadello, prossima tappa a La Rondanina

Parla di “tappeto volante” Alessandro Giraudo davanti alla sala piena dell’agriturismo Boschi Celati di Fossadello. Inizia così la quattordicesima edizione di A Cena Con La Scienza: il ciclo di incontri di divulgazione scientifica organizzato da Confagricoltura Piacenza che termina immancabilmente a tavola negli agriturismi di Agriturist e atteso ormai ogni primavera.  Giraudo insegna Finanza internazionale e Storia economica della finanza in una delle Grandes Ecoles di Parigi. Economista, ha studiato a Torino, Genova, Berkeley (con Carlo M. Cipolla) e Salisburgo. È autore di molti saggi di storia economica fra cui Storie Straordinarie delle Materie Prime (1 & 2) e Quando il ferro costava più dell’oro (appena uscito per i tipi di Add Editore di Torino) e di una trilogia di romanzi, ha lavorato a Torino, Milano, New York, Ginevra, Zurigo, Amsterdam e a Parigi da dove è giunto appositamente per la serata grazie all’impegno di Michele Lodigiani, già presidente di Confagricoltura Piacenza e coordinatore dell’iniziativa, che riesce mirabilmente a coinvolgere studiosi di questo calibro. Giraudo è esperto e appassionato di materie prime, al punto che ancora bambino aveva modificato il noto gioco Monopoli per farne una sorta di mercato delle materie prime. Divulgatore e affabulatore erudito, nella sua narrazione sorvola continenti avanti e indietro nella storia, portando per l’appunto il pubblico su un tappeto volante e snocciolando una serie di storie che dimostrano come le materie prime abbiano giocato un ruolo fondamentale nella vita di tutti i paesi. «In che misura siamo capaci di comprendere la realtà e il momento in cui cambiano gli equilibri?  - chiede Giraudo che ricorda quando Luigi XVI il 14 luglio 1789, tornando dalla battuta di caccia, sul suo diario appuntò che non era successo nulla da segnalare. La realtà è che la storia è piena di shock generati dall’uso o dalla ricerca di materie prime e noi li leggiamo a posteriori.  Il mais, che ha cambiato il regime alimentare di tutto il nord Italia; ci mise cinquant’anni prima di diffondersi come coltura, dal momento della sua prima importazione. «Il chinino, che si importava dal Perù, serviva per contrastare la malaria ed era monopolio dei Gesuiti fino al 1631, quando il Papa ne impose un uso diffuso a prezzi calmierati intervenendo con sovvenzioni dirette ai religiosi; il Papa aveva reagito all’ecatombe di cardinali e prelati sterminati dalla malaria durante il conclave del 1623». Praticamente impossibile tenere il passo con Giraudo che va dalle guerre per le foreste di conifere indispensabili per la costruzione delle navi, alle conquiste romane. «I romani conquistarono la Spagna del sud perché c’era il rame, solo quando i servizi segreti del tempo capirono che nelle Asturie c’erano miniere d’oro lanciarono otto legioni alla conquista di quei territori dove dopo qualche tempo si attivarono miniere in cui lavoravano sino a 60.000 minatori liberi aiutati dagli schiavi, impegnati in lavori di assistenza». Da una tonnellata di minerale d’oro si ottengono circa 4 grammi di oro. Quantità relativamente piccole di materia hanno mosso interi popoli e determinato shock storici che hanno mutato il corso degli eventi. Quando si parla di materie prime, pensiamo automaticamente all’oro, all’argento, al ferro e al petrolio, ma anche spezie, cereali, soia e mercurio, torba e granturco, sale e seta, diamanti e chiodi di garofano hanno partecipato a fare e disfare la Storia, il tutto in una sarabanda di guerre, complotti e misteri. Un’oncia di seta equivaleva a un’oncia d’oro nella Roma imperiale, e lo stesso accadeva per il sale, che oggi buttiamo sulle strade per impedire che si formi il ghiaccio. Il duello nel Mediterraneo fra papiro e pergamena è vinto dalla cartapecora che viene poi sconfitta dall’arrivo della carta. L’Olanda cedette Manhattan agli inglesi per ottenere il controllo della noce moscata prodotta sull’isola di Run in Indonesia. La battaglia del pepe fra Venezia e Lisbona è durata un secolo. Giraudo arriva citare i componenti delle bombe atomiche, per poi approdare all’immateriale: la materia prima “conoscenza”, al controverso e attuale tema dell’intelligenza artificiale e chiude sul problema dell’uso delle risorse, prima su tutte l’acqua. 

«Al mondo - solo il 3% dell’acqua è potabile e ne dobbiamo gestire un uso condiviso, tra impieghi civili, sanitari, industria, agricoltura, flora e fauna. In 5000 anni possiamo contare almeno 500 conflitti scatenati con lo scopo di ottenere il controllo di fonti d’acqua. Occorre un uso estremamente consapevole delle risorse e un coscienzioso riciclo». «Non chiudiamo solo con preoccupazioni però - chiosa Lodigiani - in fondo la scienza, che delle materie prime ne fa strumento, è stata spesso motivo di discontinuità storiche determinando gli scalini del progresso con soluzioni inaspettate» e dando appuntamento il 26 maggio all’agriturismo La Rondanina per parlare con Damiano Martignago di nuove tecniche di selezione varietale, invita i presenti ad assaggiare a tavola una sapiente rielaborazione di materie prima di altra natura.

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