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Economia

Confagri: «Il mais Ogm non è dannoso: lo conferma la scienza»

Gasparini: "Siamo stufi di avere ragione, la scienza non decide per alzata di mano"

Un terzo in meno delle cancerogene micotossine e fumonosine e fino al 24,5% in più di produzione senza danni per l’ambiente. Sono le performance del mais Ogm certificate da uno studio condotto da ricercatori italiani della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa, con il coordinamento di Laura Ercoli, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee all’Istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna e pubblicate su «Scientific Reports».

Lo studio ha preso in considerazione 21 anni di coltivazione mondiale, tra il 1996 - anno di inizio della coltivazione del mais transgenico - e il 2016, periodo in cui le produzioni transgeniche sono passate da 1,7 a circa 180 milioni di ettari. Ebbene, i risultati indicano che «la coltivazione di mais transgenico presenta produzioni superiori, contribuisce a ridurre la presenza di insetti dannosi e contiene percentuali inferiori di sostanze tossiche che contaminano gli alimenti e i mangimi animali».

La notizia è rimbalzata dall’Ansa di ieri mattina su tutti i principali giornali, la verità scientifica ha finalmente guadagnato la ribalta delle cronache.

“Siamo stufi di avere ragione – tuona Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – la nostra associazione territoriale da almeno dieci anni chiede un approccio scientifico alla questione Ogm, mentre nel nostro Paese si continua da dare spazio alla pancia della gente. Come ha detto Piero Angela “la velocità della luce non si decide per alzata di mano” e ora ci aspettiamo un definitivo cambio di approccio nei confronti della scienza applicata in campo”. Il presidente di Confagricoltura Piacenza sottolinea come la questione sia sempre stata posta nei termini sbagliati, chiedendo scelte ideologiche e aprioristiche basate su preconcetti. “Ancora oggi, si preferisce andare ad intervistare l’attivista ambientalista invece dello scienziato – rimarca Gasparini – in questo anche i media si devono ritenere responsabili, perché l’informazione oggettiva e approfondita è quella che fornisce, in modo se volete semplificato, ma chiaro, gli strumenti di lettura di una realtà complessa e non quella che superficialmente asseconda ciò che la gente, o la politica, vuol sentire. Così si generano, quelle che in sociologia si chiamano profezie autoavveranti. Basta con questo oscurantismo da medioevo che pone all’angolo la competenza vera e il sapere che i nostri centri di eccellenza, come dimostrato anche in questo caso, sono ancora in grado di produrre. Come Confagricoltura Piacenza seguiamo la questione Ogm da sempre, perché sdoganare queste colture permetterebbe di recuperare un gap competitivo delle nostre aziende e del nostro Paese in cui, ipocritamente, lo ricordiamo, gli Ogm si possono importare e mangiare, ma non produrre. Dirò di più – conclude Gasparini – con la Cis genetica siamo già andati oltre, non perdiamo anche questo nuovo treno, chi lo ostacola vuole male alle imprese e ai cittadini”.

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