rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Confagricoltura: «L'Imu sui terreni di montagna è un pasticcio all’italiana»

L’associazione chiede un pronunciamento chiaro del Governo che eviti il caos sull’Imu agricola

Una situazione disperata, ma non seria, verrebbe da dire. Con la decisione del 21 gennaio del Tar del Lazio, che ha deciso di non prolungare la sospensiva del decreto del 28 novembre che stabilisce i criteri per il pagamento dell’Imu nelle zone svantaggiate, il quadro sulla questione è più che mai confuso.  Se da un lato un’altra sospensiva, concessa fino al 4 febbraio per alcuni comuni siciliani, potrebbe essere ritenuta estendibile anche a tutto il resto del Paese, dall’altro, sembra essere ripristinata l’esecutività del decreto in questione. Stando così le cose, i contribuenti potrebbero essere chiamati a versare il dovuto entro lunedì 26. «Un margine sottilissimo che obbliga il governo a intervenire d’urgenza per mettere ordine e per non dare adito a centinaia di migliaia di situazioni di contenzioso, di cui alcune migliaia nella nostra provincia» – sottolinea Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza.

«L’indicazione di modificare i criteri per il pagamento dell’imposta, abbandonando la contestata classificazione in base all’altitudine del municipio e utilizzando, invece, il parametro della classificazione Istat dei comuni definiti montani e parzialmente montani sarebbe stata auspicabile». Una scelta che genererebbe, però, problemi di non poco conto facendo venire a mancare una copertura finanziaria già contabilizzata per il 2014, tanto che la modifica sembra quindi essere introducibile solo a partire dal 2015.  «Condividiamo quanto espresso da Agrinsieme – prosegue Chiesa – sul silenzio assordante del Governo, che nel Consiglio dei ministri di lunedì non ha preso alcuna decisione sull’argomento dimostrando ancora di più l’indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese  agricole, per una revisione di un tributo che è considerato dalla stessa politica e dall’ANCI iniquo e vessatorio».

 Agrinsieme chiede ai responsabili politici e ai ministri competenti dell’Economia e dell’Agricoltura un intervento immediato che proroghi la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione per i terreni agricoli delle zone svantaggiate. «Quale che sia il criterio che verrà adottato – sottolinea Chiesa - chiediamo un’assunzione di responsabilità e che una decisione venga presa. Al contempo pretendiamo che il governo conceda in extremis una proroga per evitare l’ennesimo caos fiscale. Non da ultimo ribadiamo, se mai ce ne fosse ancora bisogno, dato che lo ripetiamo ormai da anni,  che l’Imu sui terreni agricoli è una patrimoniale su beni produttivi, una penalizzazione pesante ed iniqua che pregiudica la competitività delle imprese del settore.  In particolare, reputiamo necessario l’esonero per chi svolge attività agricola nelle zone svantaggiate anche in considerazione del fondamentale ruolo di presidio esercitato da coloro che, in un momento in cui vengono a mancare le risorse, tutelano gratuitamente il paesaggio e la sicurezza idrogeologica del territorio».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Confagricoltura: «L'Imu sui terreni di montagna è un pasticcio all’italiana»

IlPiacenza è in caricamento