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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Cosa cerca Barilla in un neolaureato? Energia positiva e gestione del cambiamento

Lo ha spiegato Ruggero Rabaglia HR Director Region Italy Barilla, intervenendo ad una lezione su "Domande e Risposte sui mestieri del Marketing" organizzata dal professore Sebastiano Grandi nell'ambito della laurea magistrale in Food Marketing e Strategie Commerciali alla Cattolica

Cosa cerca Barilla in un neolaureato? Energia positiva e attiva da trasferire anche alle altre persone ed essere propositivi. Prevedere il cambiamento, pensarlo e poi gestirlo adattandosi. Questi alcuni dei requisiti che Barilla, uno delle aziende dell’agroalimentare più importanti del modo richiede a chi voglia lavorare al suo interno. Lo ha spiegato Ruggero Rabaglia HR Director Region Italy Barilla, intervenendo ad una lezione su “Domande e Risposte sui mestieri del Marketing” organizzata dal professore Sebastiano Grandi nell’ambito della laurea magistrale in Food Marketing e Strategie Commerciali alla Cattolica di Piacenza. Rabaglia ha prima delineato a grandi linee le caratteristiche della storica azienda parmense oggi tra i leader mondiali nel food e ne ha spiegato l’organizzazione aziendale che per adattarsi ai mercati ed ai consumatori, delinea continuamente nuove strategie, in un processo osmotico tra le varie funzioni all’interno dell’azienda stessa.

«Barilla - ha ricordato - nasce in Italia nel 1877 con Pietro Barilla, discendente di una famiglia di panettieri, che apre una bottega che produce pane e pasta a Parma. Da allora molti anni sono trascorsi, e l’azienda è divenuta col tempo una multinazionale tra le più rilevanti in ambito alimentare, tanto da affermarsi come leader a livello mondiale per la produzione della pasta, in ambito europeo per i sughi pronti, in Italia per i prodotti da forno e, con il pane preconfezionato in area scandinava. Oggi la Barilla G. e R. Fratelli SpA è presente, con i propri prodotti, in oltre 100 Paesi del mondo, conta ben 30 stabilimenti produttivi, di cui 14 in Italia e 16 all’estero, compresi 9 mulini a gestione diretta, ed impiega più di 8mila collaboratori.  «Per essere assunti il primo “filtro” è il curriculum: buoni voti di laurea, conoscenza dell’inglese, esperienze di lavoro all’estero e in Italia, capacità comportamentali. Quindi il colloquio che è fondamentale - ha ribadito - per conoscere le persone».

«Bisogna sapere poi stare insieme a persone diverse per cultura, storia, desideri, inclinazioni e capire chi opera la nostro fianco, fino ai consumatori e come sono evoluti. Insomma- ha detto- bisogna essere se stessi, non come gli altri ci vorrebbero, sapere farsi apprezzare senza sovrastare, facendo capire i nostri punti di vista ed accettando quelli degli altri».

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