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Agroalimentare e criminalità organizzata: "Bisogna cambiare mentalità"

Grande partecipazione di studenti per il convegno in Cattolica. Don Pino De Masi: "Al Sud ci vuole un cambiamento di mentalità"

Si è svolto martedì presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza un Convegno sulla Criminalità organizzata e sulla produzione agroalimentare.

La Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali e la Facoltà di Economia e Giurisprudenza, in collaborazione con il Corso di laurea in Giurisprudenza e il dipartimento di Scienze giuridiche, hanno affrontato questo tema con la sinergia che li contraddistingue. Il dibattito ha riguardato la risposta dello Stato e della società civile al rapporto della criminalità organizzata con la produzione agroalimentare.

Il direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche, Antonio Giuseppe Maria Chizzoniti, ha analizzato il significato intrinseco di questo dibattito: «Dobbiamo riprendere il filo di un discorso: oltre i saperi bisogna educare ai valori dell’Università Cattolica. Abbiamo un grande strumento per fare in modo che l’educazione abbia senso: dobbiamo usare le emozioni».

Don Pino De Masi, di Libera Calabria, ha portato la sua personale esperienza: «Bisogna restare in Calabria per cambiare mentalità e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla confisca dei beni della mafia. Operando in questo modo si riesce anche a creare occupazione: nel 2004 è nata la prima cooperativa che va a lavorare sui terreni confiscati».

Marco Uguzzoni, comandante del nucleo antifrodi Carabinieri di Parma, ha aggiunto: «Risulta più che mai necessaria la diffusione della cultura della legalità: con la agropirateria si mira alla contraffazione e alla truffa ai danni della UE».

La partecipazione e l'attenzione degli studenti, sottolinea Giovanni Ripa, tutor di gruppo della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, "è stata massiccia e densa d'attenzione, segno che sono temi che interessano molto anche ai ragazzi".  

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