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Crisi del sindacato? A Piacenza crescono tutti

Gianni Copelli della Cgil, Gianni Salerno della Cisl e Massimiliano Borotti della Uil stilano per IlPiacenza un bilancio dell'andamento degli iscritti piacentini degli ultimi anni. Aumentano Cgil e Cisl, stabile la Uil. Extracomunicatari e giovani i nuovi target da raggiungere

Secondo diversi sondaggi effettuati, oggi in Italia sono un lavoratore su 20 si sente rappresentato dal sindacato. Ma già da parecchi anni si parla di crisi dei sindacati, vuoi per la loro struttura rigida ed obsoleta, vuoi per la tendenza dei vertici a lottare più per il proprio potere che per gli interessi dei lavoratori o degli imprenditori. Prova ne è che in Italia si sta registrando un calo delle iscrizioni.

Qual è la situazione nella nostra città? Lo abbiamo chiesto ai segretari delle tre maggiori organizzazioni sindacali, ovvero Gianni Copelli della Cgil, Gianni Salerno della Cisl e Massimiliano Borotti della Uil.

Quanti sono gli iscritti al vostro sindacato?

Copelli: L’andamento degli iscritti al nostro sindacato è in aumento da alcuni anni. Nel 2008 abbiamo raggiunto 35.348 iscritti di cui 20.127 tra i pensionati e 15.221 tra i lavoratori attivi ed il trend è ancora in aumento tra quest’ultimi.

Salerno: Gli iscritti alla Cisl di Piacenza sono 22.600, di questi 11.165 sono pensionati. Nel periodo 2007-2008 il nostro sindacato ha visto un incremento di 300 nuove unità.

Borotti: Nel 2008 la Uil di Piacenza ha raggiunto quota 8.976 iscritti, di questi 5.056 sono pensionati e 3.920 lavoratori attivi. Rispetto allo scorso anno il numero è sostanzialmente stabile, né flessione né aumento significativo.

In Italia sono un lavoratore su 20 si sente rappresentato dal sindacato, cosa deve fare il sindacato per cambiare la situazione?

Copelli: Piacenza è la prima provincia in regione con la percentuale più alta di numero di lavoratori extracomunitari iscritti, ben il 27% soprattutto nei settori metalmeccanico, edile e della cooperazione. Questo indica un cambiamento sociologico del mondo del lavoro, nei confronti del quale il sindacato è stato colto inaspettato. In particolare, per superare la crisi del sindacato bisogna rimettere in moto la discussione e far comprendere che il sindacato è prevalentemente un’organizzazione e non un’istituzione.

Salerno: Questa situazione non riguarda noi, perché anche la Cisl nazionale ha visto nel 2008 incrementare gli iscritti di oltre 80.500 unità. Non sono d’accordo con chi parla di “crisi del sindacato”, i dati parlano chiaro. Il sindacato rimane ancora un organismo che “dialoga” con le persone.

Borotti: Secondo me il sindacato deve essere un punto di riferimento per i lavoratori, cercando di coinvolgere soprattutto i giovani. Pur non avendo un dato preciso, nei gruppi direttivi provinciali delle categorie c’è la presenza di molti giovani, segnale questo che rileva non solo la capacità di essere riferimento per i giovani ma anche e soprattutto luogo dove possono esprimersi e decidere.



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