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Economia

Crisi idrica: servono interventi di lungo periodo e una deroga al deflusso minimo vitale

Gasparini: non sia un tabù parlare di dighe

Un inverno senza piogge significative e temperature sopra la media: si prospetta una campagna agraria con molte incognite. Se è vero che per ora non si possono fare ancora previsioni, la preoccupazione serpeggia, a evidenziarlo sono i presidenti di alcune sezioni di prodotto di Confagricoltura Piacenza. “Sto irrigando un campo di pisello – commenta Ercole Parizzi, presidente della sezione di prodotto Colture industriali, raggiunto al telefono – non ricordo fosse mai successo in precedenza. Fino a poche settimane fa abbiamo lavorato bene, sull’asciutto, ma ora inizia a diventare un problema. Avremo sicuramente costi maggiori, rispetto alla media delle altre annate, per l’irrigazione, ma potrebbe non essere l’unica difficoltà, perché le esigenze cresceranno notevolmente e se non ci sarà l’adeguato apporto di acqua, sarà una campagna difficile. Nella mia azienda saremo costretti, con grave danno per bilancio e programmazione, se valutare di modificare il piano colturale. La disponibilità d’acqua influirà sulla scelta delle semine tardive e del secondo prodotto. Avremo maggiori costi produttivi anche per i cereali a paglia, che tradizionalmente non vengono irrigati, ma che, se continua così, evidenzieranno problemi da stress idrico. Siamo sempre più abituati a fare i conti con anomalie metereologiche, ma questa potrebbe essere un’annata particolare, per cui è necessaria un’attenzione massima alla gestione della risorsa idrica, in tal senso la tecnologia ci aiuta, come l’utilizzo dell’irrigazione a goccia che ne consente un notevole risparmio”. Preoccupazione anche da parte della presidente della Sezione di Prodotto Lattiero-Casearia, Elena Ferrari, che evidenzia: “Interventi strutturali di lungo periodo sono improcrastinabili. Per fortuna molte nostre aziende sono dotate di pozzi aziendali, ma, tanto per essere esplicativi, la falda è a livelli che solitamente registriamo a fine stagione. Speriamo davvero che piova, altrimenti i costi diretti, per la maggior irrigazione, e quelli indiretti saranno ingenti.  Nel momento in cui non piove – prosegue Ferrari – aumenta il rischio aflatossine nel mais, e cresce meno l’erba medica di cui stiamo trinciando il primo taglio, ma che in mancanza di pioggia dovremo irrigare anche per ottenere il maggengo, cosa quasi mai successa. Anche il triticale, mostra segni di stress idrico”. Più cauto Giovanni Lambertini, presidente provinciale e regionale della Sezione di Prodotto Pomodoro da Industria: “La situazione, per il momento, è ancora obbiettivamente gestibile. Per quanto riguarda il pomodoro, l’acqua per l’attecchimento c’è, ma siamo un po’ preoccupati: sarà complicato se dovessero permanere le attuali condizioni; serve sicuramente un programma di medio-lungo periodo per una più efficace gestione della risorsa idrica, questione con la quale, ormai, ci confrontiamo tutti gli anni. Servono soluzioni strutturali”.

“L’agricoltura moderna programma – commenta Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – gestiamo l’apporto di nutrienti, i piani colturali, dobbiamo arrivare a poter gestire l’acqua che ci serve. Nel periodo intermedio, come in questi giorni in cui non tutte le colture sono a dimora, faremo un uso organizzato dei pozzi, bisogna che tutti collaboriamo ricorrendo all’acqua di falda e recuperando i pozzi dismessi da usi civili, ma, che sia il cambiamento climatico o una particolare annata, il problema è che servono le strutture nel lungo periodo, questo tempo diventa infinto se non iniziamo mai. Il Paese deve mettersi a valutare ciò di cui ha bisogno – rimarca Gasparini – ci sono ristrutturazioni di opere che possono essere effettuate nell’immediato. Servono invasi, anche in aggiunta a quelli esistenti, la politica deve rispolverare progetti già presentati e che non si capisce per che motivo giacciono nei cassetti della Regione. Nel breve periodo, in anni come questi, considerando l’annata e la contingenza, percorriamo la richiesta di deroga alla normativa sul DMV sui tavoli opportuni, a tal proposito, non ha senso parlare di portata media, inutilmente penalizzante, ma è necessario considerare la portata mediana, eliminando i picchi delle piene invernali che sono eventi eccezionali”.

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