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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Da Piacenza a Roma per l'assemblea generale di Confagricoltura

Gasparini: «Coltiviamo certezze in un cammino incerto, il nostro appello per una costituente agricola»

Non potevano mancare i vertici piacentini di Confagricoltura che chiusa l’assemblea provinciale sono immediatamente partiti per Roma dove era in programma la mattina seguente, il 12 luglio, l’assemblea nazionale. Nella bella cornice di villa Miani a Rom, vi hanno preso parte la componente di giunta nazionale, la piacentina Giovanna Parmigiani, il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini e il direttore, Marco Casagrande. “Coltiviamo certezze” questo il nome dell’articolato evento che si è aperto con la relazione del presidente Massimiliano Giansanti. È seguita la tavola rotonda moderata dal giornalista Nicola Porro a cui sono intervenuti il vicedirettore generale della Fao, Maurizio Martina, il presidente dell’Istituto Affari Internazionali, Ferdinando Nelli Feroci, e Francesco Zollino, direttore senior del Dipartimento di Economia e Statistica di Banca d’Italia. Martina si è concentrato sull’importanza dello Stato e sul ruolo dell’Italia nella Ue: «Per rendere la transizione tecnologica e ambientale accessibile a tutti sono indispensabili le politiche pubbliche. Bisogna dare atto al governo di aver saputo avviare e guidare, all’indomani dell’inizio della guerra in Ucraina, il dibattito sul necessario rafforzamento delle iniziative a favore dei Paesi ella sponda Sud del Mediterraneo». Per Zollino «le basi che consentono ad un Paese di superare una fase difficile come questa sono due: credibilità e stabilità di bilancio. Istituzioni nazionali ed europee oggi sono impegnate nella gestione dell’inflazione e degli effetti che ha sulla capacità di spesa e sul reddito dei cittadini».

«L’Ue ha dimostrato compattezza in diverse fasi critiche: dalla crisi finanziaria del 2008, alla gestione della Brexit, fino alla pandemia da Covid-19 e oggi all’aggressione russa in Ucraina. Questa compattezza deve essere mantenuta» - ha detto l’ambasciatore Nelli Feroci. «Partiamo da qui – ha detto Giansanti – è arrivato il momento di scelte coraggiose: l’agricoltura vuole coltivare certezze, come il titolo di questa assemblea, attraverso alti principi etici e uno sguardo rivolto al futuro delle imprese». Il dialogo con il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha visto il confronto sulle questioni più urgenti che hanno posto l’agricoltura al centro dell’attenzione mediatica internazionale. “A livello europeo – ha detto Giansanti – siamo ancora lontani dalla definizione di un’agenda politica capace di essere al passo con i tempi”. Quindi è stata la volta della politica nazionale e dei risvolti concreti sulle imprese agricole, nel faccia a faccia tra Giansanti, il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. Le vicende attuali confermano come sia necessario dare vita a una politica alimentare coordinata e condivisa a livello globale, per garantire gli approvvigionamenti. Ma la strada è in salita: il forte aumento dell’inflazione e dei costi di produzione, oltre all’inevitabile rialzo dei tassi di interesse, rischiano di innescare una fase recessiva, bloccando così la ripresa economica avviata lo scorso anno. L’assemblea è stata un momento importante per discutere sulle previsioni disponibili relative all’andamento dell’inflazione, a partire dai prezzi di gas naturale, petrolio e prodotti di base destinati all’alimentare. Quindi la PAC: le ultime riforme rischiano di limitare la capacità competitiva delle imprese che producono per il mercato e, di conseguenza, il potenziale produttivo della UE, primo esportatore mondiale di prodotti agroalimentari.  Infine i cambiamenti climatici, con una siccità che sta colpendo in modo pesante l’agricoltura, già alle prese con nuove ondate di epizoozie e fitopatie. «Siamo al centro della tempesta perfetta – ha detto Giansanti - la guerra ha acuito i problemi della sicurezza alimentare e dell’emergenza climatica. Non possiamo più aspettare: l’agricoltura continua a fare la sua parte, ma senza politiche e strategie lungimiranti, le imprese non reggeranno ancora a lungo». Dal palco di Villa Miani il presidente Massimiliano Giansanti ha lanciato un appello al governo: definire al più presto un modello agroalimentare insieme a tutta la filiera e valorizzare nei consessi internazionali la posizione italiana. «E’ tempo di una politica globale per l’alimentazione» – ha detto Giansanti. «Gli ultimi 40 anni di politica agricola europea hanno modificato la Pac da politica economica a politica sociale. Eppure l’agricoltura è un settore performante, nonostante i dati Istat riportino un calo del numero di aziende del 50% negli ultimi anni. Ma le imprese che rimangono sul mercato sono quelle più strutturate, anche perché aumenta la dimensione media. Il nostro appello è a non stare fermi, a non sprecare ulteriore tempo, perché la strada è in salita».

Al dibattito conclusivo è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Piacenza. «Coltiviamo certezze in un cammino incerto – ha detto Filippo Gasparini – da tempo denunciamo una politica distante dai bisogni delle imprese, addirittura ravvisiamo un disegno ostile alle imprese: politiche partecipative che non sono rappresentative dei bisogni della gente e un sistema di formazione delle norme oscuro nelle sue articolazioni ma efficacissimo negli esiti nefasti che sono quelli di ingessare le aziende e ridurre la produttività. Perciò riportiamo su questo palco il nostro appello, che vedo essere condiviso da Confagricoltura nazionale di cui ci sentiamo parte integrante. Auspichiamo la nascita di una costituente agricola in grado di raccogliere le necessità del territorio, di armonizzarle in un disegno nazionale che faccia ordine sulle priorità e i valori, che faccia tesoro delle esperienze e del saper fare concreto per rappresenti una nuova fase di rinascita dove sarà premiato lo sforzo di chi non vuole i sindacati in mano ai centri di potere o ai commissari, ma legati ai bisogni del Paese con la concretezza, la coerenza e la produttività di chi vive la realtà delle imprese».

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