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Economia

«Di fronte alla tecnologia imperante, dobbiamo recuperare nobilmente la funzione dell’uomo»

Dies Academicus alla Cattolica di Piacenza con la lectio magistralis del prof. Roberto Cingolani sul tema "Umani ed umanoidi". L'ateneo ora conta 3mila iscritti, nel 2016 si sono laureati 876 studenti

Il campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha celebrato il “Dies Academicus”, tradizionale momento di incontro della comunità universitaria con le autorità e i rappresentanti della realtà locale. Dopo la messa nella Piazzetta della Facoltà di Economia e Giurisprudenza celebrata dal vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio mons. Gianni Ambrosio, alla cerimonia all’auditorium Mazzocchi è intervenuto il rettore dell’università, il piacentino Franco Anelli. Hanno portato un saluto anche il presidente della Provincia Francesco Rolleri e il sindaco di Piacenza Paolo Dosi, mentre il professor Roberto Cingolani, direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia è intervenuto sul tema “Umani e Umanoidi”.

Il Dies Academicus è un momento anche di bilanci per l’ateneo della nostra città. Il rettore, durante il convegno, ha fornito alcuni dati sulla sede piacentina. Dai 671 studenti dell’anno accademico 2009/10 si è passati ai 1.136 dell’anno in corso. Il numero totale degli iscritti è oggi di 3.008. Nel 2016 si sono laureate 871 persone. “Quest’anno – ha commentato il rettore Anelli con la stampa - abbiamo dati incoraggianti. Oggi la scelta dei diplomati per la prosecuzione degli studi non è così scontata come negli anni passati, la nostra offerta formativa, sia nella storica facoltà di Agraria, sia in Economia e Giurisprudenza e Scienze della Formazione, trova un’ottima accoglienza e questo ci fa molto piacere. Stiamo anche rafforzando l’offerta con nuovi corsi di studio proposti da quest’anno, in particolare in lingua inglese, che abbiamo inserito sia nella facoltà di Agraria che in quella di Economia.  C’è un corso che consente agli studenti di Giurisprudenza di conseguire in sei anni due lauree magistrali e aggiungere perciò anche quella in Economia. Per ottenere questo risultato serve l’inserimento nel piano di studi una serie di materie economiche, che stimoliamo a seguire”. L’internazionalizzazione è uno degli obiettivi dichiarati dell’università. “Lo scambio con l’estero – prosegue il rettore-  è sempre stata una caratteristica della sede di Piacenza, con il «double degree» e una forte attività internazionale sia nei corsi curriculari di triennale e magistrale, sia anche nel post laurea. Incentiviamo questo aumentando i corsi in lingua straniera, anche perché soprattutto nel campo delle scienze agrarie c’è crescente interesse da parte di studenti stranieri”.

Chi esce dall’ateneo piacentino trova più facilmente lavoro. “Coloro che hanno conseguito la laurea nella nostra università possono vantare dati di occupazione a 12, 18 e 24 mesi molto significativi”. Il rettore Anelli manda un messaggio agli studenti. “Ai ragazzi diciamo di avere fiducia nei loro mezzi e che alla fine ciò che in questo momento può sembrare non immediatamente utile è costitutivo della loro formazione e che alla fine tornerà a loro fondamentale”. 

LA LECTIO MAGISTRALIS

 “Macchine simili a noi e non noi simili alle macchine”: con questo invito il rettore prof. Franco Anelli ha introdotto la lectio magistralis svolta dal prof. Roberto Cingolani, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia dedicata al tema “Umani e Umanoidi”, in occasione del Dies Academicus svoltosi oggi mercoledì 22 marzo presso la sede piacentina dell’Università Cattolica di Piacenza alla presenza di docenti, allievi ed autorità civili e militari della città.

Dopo la messa celebrata dal Vescovo mons. Gianni Ambrosio nella piazzetta di Economia, nell’Auditorium “Giancarlo Mazzocchi” ha preso la parola Anelli che nel suo saluto ha ribadito come “sia giusto il progresso, ma sussistono molti dubbi per il futuro. La rivoluzione digitale ha accentato mansioni sempre più elevate delle macchine, che hanno quasi acquisito capacità decisionali, ma hanno aumentato la concentrazione di ricchezza e potere, con un assetto del mondo ove è aumentata la separazione tra chi decide e comanda e lavori di estremo servilismo. E’ dunque necessario - ha ribadito- recuperare nobilmente la funzione dell’uomo, in un mondo sempre più tecnologico ma diviso tra chi vi accede chi no; va valorizzata- ha sottolineato- la specificità dell’uomo ed il ruolo dell’individuo nella sua interezza, orientata verso il bene comune”.

Infine ha illustrato gli indirizzi di laurea della sede piacentina ed ha ricordato che le immatricolazioni sono cresciute da 671 nel 2009 alle 1.136 dell’anno in corso per un totale di oltre 3mila iscritti. 871 sono i laureati nel 2016, con una dimensione sempre più internazionalizzata: ben  198 gli studenti stranieri e 245 studenti italiani che hanno partecipato a progetti all’estero. Tra le novità dal prossimo anno la laurea magistrale in Global business management interamente in inglese. Inoltre verrà attivato il nuovo profilo “Diritto e Economia” di doppia laurea. Dopo di lui, i saluti del Presidente dell’E.P.I.S. e Provincia di Piacenza Francesco Rolleri e del Sindaco di Piacenza Paolo Dosi, quindi la lectio di Cingolani.

Ha chiarito subito che “l’uomo è irraggiungibile e quindi non dobbiamo demonizzare il progresso scientifico e tecnologico perché noi abbiamo scienza e coscienza per controllare”. Secondo Cingolani il vero problema è quello di saper trasferire l’evoluzione della tecnologia. “La termodinamica dei gas è come quella umana. Vanno verso una temperatura meno calda, così come le popolazioni si spostano verso zone meno “perturbate” del pianeta. Il risultato potrà essere una maggiora abbondanza per tutti o una accresciuta disuguaglianza, una maggiore libertà o una diffusa schiavitù, una prosperità condivisa o una crescente separazione tra chi più possiede e chi possiede sempre meno, più tempo libero o semplicemente meno opportunità di lavoro, maggiore informazione o informazioni manipolate dai vincenti del momento.

Ma il ruolo delle tecnologie è di ridurre le differenze migliorando la qualità di vita di tutti”. Con un simpatico accostamento tra I CUB ed il suo figlio minore, Cingolani ha detto che “il robot è lontanissimo dall’uomo; l’importante è educare il cittadino a sapere che succede ed una società della conoscenza che sa come utilizzarla. Dunque il futuro non è necessariamente negativo e la tecnologia non è per forza destinata a sostituirsi all'umano con tratti e caratteristiche umanoidi. La tecnologia, così come la robotica e le macchine intelligenti, crea infinite opportunità e possibilità. La direzione che prenderà l'evoluzione tecnologica dipenderà in larga misura dalle scelte che verranno fatte. Ne consegue la necessità di pensare in modo più approfondito alle trasformazioni in corso, di acculturarsi e di non farsi dominare dalle narrazioni tecnologiche e mediatiche, di riflettere sulla propria condizione umana individuale e sociale per fare scelte sulla base di bisogni reali e valori umani e di agire in modo da dare forma al nostro destino, includendo in esso le molteplici forme della tecnologia odierna e senza farsi da esse assorbire.

Le macchine sono computer portatori di movimento; la loro evoluzione è la capacità nel sostituirsi a noi in lavori pericolosi e pesanti e nel farsi carico di processi e procedure ripetitive e noiose. La rivoluzione tecnologica, fatta di silicio, nanotecnologie, software e sensori, è reale e non ha precedenti nell'intera storia umana. Neppure la macchina da stampa o la macchina a vapore sono state capaci di produrre in tempi così brevi cambiamenti e trasformazioni dirompenti come quelle causate oggi dalle tecnologie informatiche, dalla robotica e dall'intelligenza artificiale. Pertanto- ha concluso- non demonizziamo la tecnologia ma è però vero che sia necessario un codice”.

In pratica a livello legislativo, i problemi nascono sia nella sfera privata che nella pubblica: di chi è la responsabilità dell’operato di un robot? Come proteggere la privacy o proteggerci dagli attacchi degli hacker? Come possiamo rendere disponibile questa tecnologia a tutti?

Questioni anche etiche che presuppongono un’educazione all’uso e all’accettazione delle tecnologie. La creazione di robot  deve essere ad esclusivo servizio dell’uomo;  i mezzi di comunicazione, anche non verbale, vanno integrati al meglio nella vita umana; non solo attraverso la specificazione di un etica ad hoc per gli umanoidi ma pure con la definizione di un mercato legato a questo nuovo prodotto tecnologico.

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