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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Difendere e far conoscere il valore delle Dop: il Forum Nazionale

Il Forum nazionale per i vent’anni di DOP a Palazzo Farnese

“Dire Dop significa qualità unita alla garanzia: la strada è questa. Bene tenere alta l’asticella dei controlli perché più aumenta la qualità e meglio si lavora. Tutto questo va comunicato sempre meglio ai consumatori e non a caso dal 1 gennaio abbiamo predisposto un cartellino dedicato”. Parole autorevoli a sottolineare l’importanza di una Dop, se sono dette da Giorgio Baldini responsabile acquisti Esselunga, intervenuto con molti altri esperti e rappresentanti istituzionali al forum nazionale "20 anni di Dop", svoltosi venerdì pomeriggio nella Cappella ducale di Palazzo Farnese a Piacenza. Il convegno (coordinato dal giornalista Rai Patrizio Roversi), è stato anche l’occasione per presentare la più che significativa produzione del Consorzio salumi Dop piacentini, l’unico in Europa che può vantare tre Dop, ovvero coppa, pancetta e salame, con una produzione che, in15 anni, è cresciuta del 611 per cento per la coppa, del 994 per cento per pancetta e del 718 per cento per il salame, percentuali calcolate dal 2000 (quando sono iniziati i controlli sulla produzione) fino al 2015. “Numeri che - ha sottolineato nel suo intervento il Presidente del Consorzio Antonio Grossetti- non possono nascondere un moto d’orgoglio per noi piacentini che, nel 1° luglio 1996, abbiamo, grazie a Gatti, Buvoli, DE Francesco, Fava, abbiamo avute riconosciute tre Dop. Siamo i figli della passione e del talento dei nostri padri che hanno dato vita a queste produzioni di eccellenza con le botteghe di salumeria. Il resto l’ha fatto lo straordinario microclima e la scelta di preparare coppe, pancette e salame dal prosciutto, con Parma che ha fatto una scelta diversa. Questi tre prodotti perché erano quelli che venivano meglio! Il cruccio- ha ribadito Grossetti- era che si conoscevano solo a Piacenza; l’anno del riconoscimento Dop ci ha consentito uno straordinario salto di qualità ed ora è necessario trovare sempre più sinergia tra questi piccoli produttori, artigiani, per dare al mercato quello che richiede. Ed ora "Ora il Consorzio lancia un'altra scommessa: le Dop possono far da  traino ad altri prodotti di qualità come il culatello piacentino, il cappello del prete, i ciccioli, la cicciolata, il lardo piacentino, la mariola e il salame gentile". Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha ricordato (come del resto l’assessore Simona Caselli) “come la sola Emilia-Romagna rappresenti il 40 per cento dei prodotti igp dop. Dobbiamo essere in grado di venire incontro alle esigenze dei produttori nel semplificare la burocrazia; chiameremo i rappresentanti del settore per capire come agevolarli, rendendo più snelle le procedure. Oggi - ha soggiunto - il turismo culturale è in forte aumento e si abbina in maniera perfetta all'enogastronomia. Lo scorso anno abbiamo avuto un milione e 600 mila di presenze in più in Emilia Romagna, e i dati di questo inizio 2016 vedono un incremento del 10 per cento”.  Pugno duro, secondo Bonaccini, contro la contraffazione. “L'Italian Sounding danneggia la nostra economia. Bisogna alzare la guardia; è una battaglia di civiltà per difendere il lavoro e l'impegno della nostra gente. Occorre chiedere a Bruxelles che tuteli i prodotti a marchi certificati". Ed ha ricordato le straordinarie opportunità commerciali che si sono aperte in Iran. L’assessore Caselli (dopo i saluti dell’assessore alla Cultura Tiziana Albasi, del Prefetto Anna Palombi, del Presidente della Provincia Francesco Rolleri e del Presidente della Camera di Commercio Alfredo Parietti), ha detto che le Dop “vanno difese ad oltranza perché è la qualità ciò che ci rende diversi, anche se ha costi elevati, ma è la punta di diamante del nostro export; dobbiamo perciò rendere sempre più coese le filiere. Il cibo è un vettore culturale ed economico, ma dobbiamo comunicare in modo chiaro, superare le frammentazioni e sfruttare meglio il ruolo dei Consorzi per aggregare. Dobbiamo dire a chiare lettere che in Italia c’è il più severo controllo dei prodotti al mondo! Le misure previste nel Psr aiuteranno la certificazione e la promozione, ma è necessario fare massa critica e per il futuro puntare sempre più sul rispetto delle regole, migliorare informazione ed educazione dei consumatori, sapere adattare i disciplinari all’evoluzione dei mercati e sfruttare sempre meglio le novità rappresentate dall’e- commerce con Amazon”. “Non è facile conciliare- ha spiegato Luigi Verrini della Commissione prodotti tutelati Ue libero scambio come vorrebbe la Ue e le peculiarità del territorio che è quello che attribuisce le caratteristiche distintive che oggi possono essere riconosciute con certezza nei singoli prodotti grazie alla risonanza per contrastare la contraffazione. Le Dop sono rispettose di un rigoroso disciplinare  che la Ue tutela (la regione Emilia- Romagna vanta 43 Dop e Igp). Il Reg. 2081 del ’92 è stato una tappa fondamentale della politica della qualità in Europa ed è stato affinato in base all’evoluzione ed alla ricerca scientifica che conferma come la tradizione sia madre di conoscenza.Oggi, grazie ad un consumatore sempre più attento, le indicazioni di origine ed i grandi brand commerciali non sono più in contrapposizione, ma sono complementari”. Per il presidente del Consorzio di tutela del prosciutto di Modena Dop Davide Nini,“è stato importante puntare ad uno sviluppo qualitativo; per ridurre il sale si punta ad una più lunga stagionatura; compito del nostro organismo- ha detto- è di comunicare adeguatamente la qualità intrinseca del nostro prodotto”. “Bene i controlli- ha ribadito il presidente di Assica Nicola Levoni- perché insegnano regole che servono per esportare sempre meglio; oggi grazie a questi prodotti possiamo vantare circa un miliardo di Euro di export”. "Per noi piacentini - ha affermato il Sottosegretario Paola De Micheli-c'è una ragione in più per festeggiare questi 20 anni, penso alla nostra coppa piacentina. Negli anni della crisi la filiera agroalimentare ha garantito il mantenimento dei posti di lavoro, e questo ha cambiato forse la visione che una volta si aveva di chi lavorava nel mondo dell'agricoltura. Lo stesso approccio che ha la grande distribuzione; negli ultimi 10 anni ha mutato atteggiamento verso le peculiarità dell'italianità. Questa nuova agricoltura è molto più competitiva, ha ancora degli aspetti che la mettono in difficoltà quando si tratta di competere e questo è responsabilità della politica. Abbiamo abbassato le tasse, ma ora vanno uniformati i controlli sulla produzione a livello europeo. I Dop – ha sostenuto la De Micheli- da questo punto hanno vinto la scommessa. Quell'Europa che 20 anni fa li ha riconosciuti, è stata davvero innovatrice in termini di normative agroalimentari; i risultati sono poi il frutto della capacità dei singoli imprenditori di fare promozione e impresa".  Infine l'europarlamentare Damiano Zoffoli: "La sfida è questa: come innovare nella buona tradizione. I problemi si creano quando la complessità diventa complicazione: questa Europa complessa è diventata troppo complicata, è diventata collettore di tante diversità, cosa che si è tradotta in disuguaglianze, come ad esempio quella dello spreco alimentare di cui nessuno parla. La sfida dei prodotti presentati oggi è stata vinta". 

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