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Diga in Valnure, Cosil: «La Cattolica è in grado di dare valutazioni inattaccabili»

«Il Consorzio Servizi Infrastrutture e Logistica Piacenza apprende con piacere dell’intervento “civico” e disinteressato dei coniugi Filippini–Chiesa; intervento sui media locali che, in qualità di esperti / docenti di innovazione e finanza, data la qualità del dibattito, vale la pena di non lasciare sprecato. Ma, come si dice in montagna, “non si butta via niente”, e allora vediamo quali possono essere le mirabolanti soluzioni da esaminare:

• Ripopolamento e sicurezza della montagna;

• Degrado della montagna;

• Frane ed alluvioni.

Premesso che sul primo punto la Regione Emilia Romagna, la Provincia e i Comuni sono tutti, da tempo, proiettati a trovare soluzioni adeguate, noi concordiamo su tutto a parte che:

• Con la costruzione dell’invaso in Val Nure - ammesso che i risultati tecnici siano positivi e che i Sindaci siano d’accordo - si risolverebbero in un solo colpo i tre problemi evidenziati.

Infatti, come si fa a trattenere o a portare gente in montagna se non attraverso interventi come quello ipotizzato da Consorzio di Bonifica e Iren. Interventi che contengono, appunto, il contenimento del degrado, la pulizia del sottobosco, la prevenzione di alluvioni, la promozione del turismo sull’invaso. Quest’ultimo aspetto non è di secondo piano, considerato lo sbocco occupazionale se sull’invaso stesso venissero sviluppate attività ricettive e ricreative, che dovrebbero essere gestite dalla gente del posto. Ecco quanto, di primo acchito, “di male”, può provocare l’invaso ipotizzato.

A proposito del fabbisogno idrico, riteniamo percorribile l’incarico alla Università Cattolica di Piacenza che è perfettamente in grado di dare risultati tecnici inattaccabili da ogni punto di vista. Non possiamo certamente legare il dato relativo al consumo dell’acqua all’ipotesi di nuove tecniche innovative di produzione agricola, ci sembra infatti più un libro dei sogni che altro, e riteniamo sarebbe opportuno ottenere il parere degli agricoltori. Anche noi auspichiamo che Sindaci e Regioni, in primo luogo, prendano a cuore non soltanto le osservazione dei coniugi Filippini – Chiesa o di Legambiente, ma anche di tutti coloro che stanno lavorando seriamente per dare un futuro, anche economicamente sostenibile, alla Valnure».

Federico Scarpa, presidente Consorzio Co.Sil. PC

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