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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Dompè: «Farmaci anticorpali, vaccino e aggregazione nella ricerca per battere il Covid-19»

Dompè ha spiegato che la farmaceutica si muove in un mercato molto competitivo e che oggi i nuovi fronti sono rappresentanti dal mercato cinese

«Farmaci anticorpali il cui utilizzo è già in fase abbastanza avanzata; vaccino (che dovrebbe essere pronto tra un po’ di mesi) e lavoro di aggregazione della ricerca, fondamentale non solo per battere il Covid-19, ma anche per future possibili pandemie». Così ha detto Sergio Dompè, presidente del gruppo farmaceutico Dompè, ospite di un incontro organizzato dal gruppo dei Giovani industriali di Piacenza che si è svolto nell’ex oratorio di San Cristoforo (oggi Piccolo museo della poesia), una location di grande suggestione edificata alla fine del 1600 ed impreziosita dagli affreschi del Bibbiena.

Dopo il saluto del presidente dei Giovani Lorenzo Marchi, «emozionato per poter realizzare questo evento non on line, ma in presenza, pur nel pieno rispetto della normativa anti Covid» e del presidente di Confindustria Piacenza Francesco Rolleri (presente il presidente del Museo Massimo Silvotti), ha preso la parola Dompè che ha subito messo in chiaro che «nella vita è più importante come si fanno le cose, piuttosto che cosa si fa”. Dompè ha lodato gli organizzatori per la scelta di questo luogo “segno di amore per gusto e cultura per rendere attrattiva questa meravigliosa Italia che ha bisogno di essere visitata».

L’industriale farmaceutico ha ripercorso la sua storia imprenditoriale, che è poi quella della sua famiglia, contraddistinta anche da momenti di difficoltà, fino al momento chiave in cui si è compreso che «innovare, cambiare pelle è essenziale e che le biotecnologie sono il futuro della medicina; dobbiamo- ha sostenuto-  farci guidare da una cultura che si trasformi in economia della conoscenza».

Dompè ha spiegato che la farmaceutica si muove in un mercato molto competitivo e che oggi i nuovi fronti sono rappresentanti dal mercato cinese. Su quello Usa la Dompè è già molto ben radicata, grazie anche ad alcuni farmaci molto innovativi: da quello per il diabete di tipo uno, a quello per la sindrome della fatica, fino a quello per il dolore grave; si va, grazie alla ricerca sviluppata con l’intelligenza artificiale, verso una “polifarmacologia”mirata, sviluppata con numerosi enti di ricerca ed Università.

«Nel mondo- ha ricordato Dompè rispondendo alle domande dei presenti- c’è grande attesa per il vaccino anticovid, ma non deve esserci un’eccessiva aspettativa, perché se è vero che il vaccino è importante, è altrettanto valido il ricorso a molti farmaci che tengono sotto controllo la malattia; ciò che conta è l’aumento geometrico della conoscenza, perché solo così riusciremo ad avere una gestione migliore. Detto questo, l’approccio vaccinale che sembra essere non troppo lontano (tra 4 e 8 mesi) è importante, ma ci sono anche le medicine basate sugli anticorpi che sono un’altra aspettativa già molto concreta».

Ai giovani (ed alle donne) su cui Dompè ripone grande fiducia, ha raccomandato «di non guardare agli altri, bensì dentro voi stessi, trovando la maniera di valorizzarci, tenendo sotto controllo i difetti e lavorando sui pregi». Ha avuto parole di elogio per il sistema sanitario nazionale «basato sulla solidarietà sociale, tecnica e organizzativa, perché in questi momenti capiamo che erogare le migliori cure a tutta la popolazione sia molto importante. Abbiamo anche ottime capacità scientifiche; sulla medicina siamo tra i più citati in assoluto, anche se la ricerca va potenziata e basata sulla cooperazione».

«La paura- ha poi detto Dompè sempre rispondendo ad alcune sollecitazioni- è una forma di intelligenza, ma devi gestirla, altrimenti ti immobilizza; paura è non capire. Io cerco sempre di trasmettere emozioni coinvolgenti e dare un taglio strategico e razionale alle cose. Cerco di stimolare con le idee se vogliamo trasmettere e saper trascinare. E bisogna guardare ai modelli che funzionano, imitarli e migliorali».

Infine sui vaccini: «Ce ne sono 70 in sviluppo, 7 sono in fase avanzata il primo è quello russo che pare funzionare, ma anche altri tre sono molto avanzati; saranno pronti ad aprile-maggio ma è meglio lasciare tempo per le verifiche; l’autunno del 2021 sarà il periodo giusto, ma il know-how sono gli anticorpi che funzionano benissimo».

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