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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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«È fuga del personale dai servizi per anziani, disabili e minori». L’allarme dei sindacati

«Nel Piacentino - riferisce la nota congiunta - solo una minoranza delle Rsa e Cra sono al momento in grado di erogare un servizio di cura ed assistenza adeguato alla vigente cornice normativa»

«Fuga del personale dai servizi per anziani, disabili e minori». A lanciare l’allarme le categorie sindacali della funzione pubblica FpCgil CislFp Uil Fpl, che esprimono forte preoccupazione «di fronte alla costante emorragia di personale che opera in servizi essenziali per anziani, disabili, minori, adulti fragili». «Rispetto alle nostre osservazioni quotidiane, infatti, gran parte del sistema dei servizi accreditati sociosanitari e assistenziali per anziani, ma anche quelli domiciliari ed educativi di integrazione scolastica, rischiano di restare privi del personale necessario ad offrire un corretto funzionamento del servizio» riferiscono nella nota congiunta.

«Nel territorio piacentino, ad esempio, solo una minoranza delle Rsa e Cra sono al momento in grado di erogare un servizio di cura ed assistenza congruo e adeguato alla vigente cornice normativa con la conseguente forte aumento dei carichi di lavoro individuali a scapito sia dei lavoratori che degli utenti». «Da alcuni mesi è infatti in atto – spiegano i sindacati -  una vera e propria fuga delle professioni socio assistenziali e socio educative (oss, infermieri, educatori, animatori, psicologi…): una parte dei professionisti abbandonano il privato convenzionato/accreditato per andare a lavorare in sanità pubblica, ma molti altri lavoratori stanno scegliendo anche di cambiare completamente settore rinunciando addirittura un contratto a tempo indeterminato per uno precario (da ss a personale ata nelle scuole o da educatori a docenti di sostegno/classe nell’infanzia e nella primaria), altre persone quando ne hanno la possibilità cambiano completamente settore».

«Questo fenomeno - prosegue la nota - è in gran parte connesso sia alle retribuzioni considerate troppo basse, che alle condizioni di lavoro. Continui cambi di turno, ore di straordinario che in alcuni casi superano i limiti di legge, carenza di materiali per il lavoro e soprattutto la sensazione ormai diffusa che nulla cambierà in meglio, ma che la situazione del settore sociosanitario ed educativo possa solo peggiorare nei prossimi mesi. Nelle assemblee e presso le nostre sedi sindacali, recepiamo una generale demotivazione delle professioni sociale/sanitario e educativo assistenziale una frustrazione che a volte si trasforma anche in rabbia per il mancato riconoscimento di tutti i sacrifici fatti nel corso degli ultimi 2 anni. Di fronte a questo scenario, crediamo sia importante mettere insieme le forze e agire, ognuno per propria competenza, per introdurre tutte azioni necessarie per correggere questa tendenza».

«Chiediamo quindi agli organismi di controllo, alle istituzioni, ai sindaci, alle associazioni di categoria - concludono - di porre in essere le condizioni affinché i Contratti provinciali e nazionali possano essere rinnovati al più presto, i corsi di formazione Oss siano finanziati dalle Istituzioni locali e Regionali, che si proceda a rivedere i case mix nelle strutture accreditate perché gli ospiti delle Cra subiscono continui aggravamenti, che le aziende adottino una organizzazione del lavoro maggiormente partecipata con i lavoratori ed abbandonino uno stile di conduzione a volte autoritario che si sta rivelando nel medio periodo addirittura auto lesionista. Chiediamo inoltre che i medici competenti e Medicina del Lavoro prestino particolare attenzione allo stress da lavoro correlato che si sta accumulando nelle strutture per anziani a causa della mancanza di personale». 

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