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Economia, Guagnini: «Nel 2014 risultati poco confortanti ma avremo una ripresa»

Il tradizionale rapporto presentato alla Camera di Commercio di Piacenza. Per il 2015 si intravede una ripresa economica

Alla camera di Commercio di Piacenza tradizionale presentazione del rapporto sull’economia piacentina per il 2014 alla presenza del presidente Giuseppe Parenti che ha evidenziato come il 2014 sia stato nuovamente un anno segnato da risultati economici complessivamente poco confortanti in quanto giunti ad aggravare un quadro generale appesantito da anni di sofferenza.

«I risultati economici per l’anno trascorso, sono dunque scarsamente rassicuranti, ma per il 2015 le previsioni - ha evidenziato Massimo Guagnini di Prometeia - sono un più incoraggiati. Pur con tutte le dovute cautele connesse ai rischi politico-sociali, si può dire che finalmente si intravede una ripresa economica, in Italia quantificabile allo 0,7%, per Piacenza ad un +1%. L’export rimane sempre il “cavallo rampante” della locale economia, ma sembrano in ripresa anche i consumi interni. Molto lenta anche la risalita del livello occupazionale che dovrebbe crescere solo nel 2016, come gli investimenti, il tutto, nel primo settore con un contesto normativo nuovo».

«Possiamo competere con altri partner europei - ha chiarito Parenti - in competitività, innovazione e ricerca, ma il Italia la pressione fiscale è assurda. Qui in più non ci sono investimenti, non arrivano capitali. Certo il costo della mano d’opera un po’ è diminuito, ma come si può essere competitivi se lo Stato non appoggia direttamente, come per esempio in Germania, progetti di ricerca ed innovazione? Ed anche le opere pubbliche in questo momento sono ancora tutte bloccate».

A parere di Parenti un aspetto positivo per il 2014 si può riscontrare nel rallentamento di alcune dinamiche negative, quali ad esempio quella delle chiusure di imprese che – tra il 2013 ed il 2014- è stato ridimensionato: se nel 2013 le cessazioni erano state 1.996, nel 2014 sono arrivate a 1.787 (209 in meno). Purtroppo questo flusso non è stato ancora controbilanciato da quello delle iscrizioni il cui numero, nell’ultimo anno, si è ulteriormente contratto (da 1.636 a 1.588). I fallimenti dichiarati sono passati dai 50 del 2013 ai 37 del 2014, con un calo quantificabile nel 26%.

E’ cresciuto, anche se di poco, il numero delle imprese che operano in alcuni settori del terziario (alloggio e ristorazione, servizi alle imprese, sanità ed assistenza sociale, servizi di informazione, attività professionali ed istruzione), mentre variazioni di segno negativo hanno interessato sia il comparto primario che quello secondario. Il numero di aziende attive nel settore delle costruzioni che per anni era cresciuto con tassi elevati, ha intrapreso dal 2011 una curva discendente, accompagnata da un andamento del volume d’affari costantemente in riduzione, a Piacenza, già dal 2006. Nel 2013 le imprese edili avevano denunciato una riduzione del proprio giro d’affari del 6,1% sul 2012, nel 2014 l’entità di questa variazione è passata al -3,8%.

Sono cresciute, invece nel complesso, le imprese straniere e la loro incidenza sul totale. Sia l’industria che l’artigianato manifatturieri hanno segnalato una nuova contrazione della produzione, del fatturato e degli ordini (con variazioni più negative per il comparto artigiano) ma anche un nuovo aumento delle esportazioni. In effetti il valore delle merci esportate è salito di nuovo (anche se occorre segnalare che il dato è al lordo dell’inflazione), spinto dal commercio di abbigliamento e mobili (ma non tanto per la produzione, quanto per la logistica), ma anche da quello dei prodotti in metallo e dell’alimentare, la cui buona performance ha consentito di recuperare la riduzione che si era verificata tra il 2012 ed il 2013.

L’occupazione è calata e coerentemente è aumentato il numero di persone alla ricerca di un lavoro. Il tasso di disoccupazione calcolato dall’Istat – che era stato a lungo nei dintorni del 2%- è salito sino al 9,4%. La Cassa integrazione, per contro, è risultata in marcata riduzione, in ognuna delle sue fattispecie e anche nei settori nei quali si è rivelata più necessaria, quali quello dell’industria meccanica.

L’Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia ha segnalato un aumento degli avviamenti al lavoro ma con riguardo a tipologie contrattuali diverse dal contratto a tempo indeterminato. Passando da ultimo agli aspetti finanziari, è proseguita la tendenza alla diminuzione delle azioni di protesto nei confronti degli effetti emessi (assegni, cambiali e tratte) ma sono invece fortemente aumentate le sofferenze bancarie (in rapporto agli impieghi sono passate dal 3% del 2006 all’11,4% del 2014). Gli impieghi stessi sono diminuiti tanto che il loro rapporto sui depositi è sceso al di sotto del 100%. A livello settoriale va altresì segnalata la riduzione, sulla base dei dati ancora provvisori della Regione Emilia Romagna, della produzione agraria lorda vendibile provinciale così come del volume delle vendite per gli esercizi di commercio al dettaglio.

Schermata 2015-05-22 alle 16.26.56-2Popolazione

Grazie alle anagrafi dei Comuni piacentini è stato possibile ricostruire la consistenza della popolazione residente a Piacenza a fine 2014. Complessivamente il dato, pari a 288.051 abitanti, è inferiore di 432 unità rispetto a quello raccolto nel 2013. Il tasso di crescita naturale è negativo (-3,9%0) così come quello di crescita totale (-1,5%0) in quanto quello migratorio, seppur positivo (+2,4%0), non recupera la negatività dovuta ad un tasso di mortalità di quasi 4 punti superiore a quello di natalità.

I comuni con tasso di crescita naturale positivo sono stati solamente sette (Podenzano, Besenzone, Cadeo, Rottofreno, Carpaneto, Gossolengo e Pontenure) mentre quelli con tasso migratorio in territorio positivo sono 25, di cui 3 con valore al di sotto di quello medio provinciale e 22 al di sopra. Il Comune maggiormente attrattivo è risultato Agazzano mentre quello con tasso migratorio più basso è stato Villanova sull’Arda.

Nell’ultimo decennio la popolazione piacentina è complessivamente cresciuta di circa 12.000 unità. Il punto di flessione corrispondente all’anno del censimento non va interpretato come un calo imputabile a fattori esogeni particolari quanto piuttosto ad un riallineamento delle anagrafi. In progressione abbastanza costante, invece, l’incidenza della popolazione straniera sul totale che è arrivata al 14,3% (41.252 persone straniere/288.051 persone in totale).

Sono 9 i comuni della provincia nei quali l’incidenza della popolazione straniera è superiore al valore medio: si tratta di Castelsangiovanni, Borgonovo Val Tidone, Piacenza, Fiorenzuola d'Arda, Sarmato, Cortemaggiore, Agazzano, Villanova sull'Arda e Pontenure. Cerignale, Zerba, Corte Brugnatella, Farini e Ferriere sono all’altro estremo della gradutoria, con un peso della popolazione straniera sul totale molto lontano dalla media provinciale. Nel Comune di Piacenza i minori rappresentano il 23,6 per cento degli stranieri residenti.

Aziende

Le realtà aziendali presenti nel registro imprese a fine 2014 sono risultate 30.426, 27.222 delle quali attive (89,5%). Nell’ultimo anno è stata messa a segno una nuova riduzione (-332 imprese). Lo stock delle imprese registrate si compone di sotto-insiemi: le già ricordate imprese attive, quelle sospese, quelle inattive (che sono iscritte al registro imprese ma non hanno ancora dichiarato l’inizio attività), quelle con procedure concorsuali ed infine quelle in scioglimento.

La dinamica imprenditoriale settoriale si può studiare prendendo in esame la differenza tra la consistenza delle imprese registrate al termine di due o più anni consecutivi.  In termini numerici assoluti il settore che vede una diminuzione più marcata delle imprese registrate è quello dell’agricoltura che, nell’ultimo anno, ha perso 200 aziende, seguono le costruzioni, con -103 realtà. Valutando i flussi in termini percentuali rispetto alla consistenza settoriale sono significative anche le diminuzioni che hanno pesato sul settore dei trasporti (-2,6%) e delle attività immobiliari (-2,5%). Un segno positivo ha invece contraddistinto i servizi di alloggio e ristorazione (+24 aziende), il settore dei servizi alle imprese (+16 aziende) e quello della sanità ed assistenza sociale (+12 aziende).

L’imprenditoria straniera e quella femminile

Sono state 335 le iscrizioni di imprese straniere arrivate nel corso del 2014 alla Camera di commercio. Nel 2013 le iscrizioni erano state 322, ne è quindi stato accertato un incremento pari al 4%. Questa dinamica è di segno opposto a quella che ha caratterizzato le iscrizioni di imprese governate da imprenditori italiani: il loro numero è calato del 4,6%.

Il peso delle imprese straniere sul totale delle imprese registrate a Piacenza è arrivato al 10,1%, con punte anche più elevate in alcuni comuni della provincia (Piacenza 14,5%, Rottofreno 13,2%, Borgonovo 12,8%) ma altresì territori con una presenza molto residuale (nessuno a Caminata, Ottone e Zerba, a Coli 1,3%, a Ziano 1,7%). Complessivamente sono 3.084 le imprese straniere registrate a fine 2014 (2.831 delle quali attive). Rapportando tale numero alla popolazione straniera residente se ne ricava un’incidenza del 7,48% (ovvero ogni 100 stranieri residenti vi sono 7,48 imprese).

La definizione impiegata al fine di estrapolare i dati nel caso delle imprese femminili è quella di una presenza esclusiva, forte o maggioritaria delle donne nella compagine aziendale. A partire dal 2012 è iniziato un trend discendente del nucleo di imprese rette in prevalenza da donne, nucleo che aveva raggiunto nel 2011 la consistenza di 7.028 realtà. Tra il 2013 ed il 2014 la variazione è stata –in termini negativi- molto significativa, raggiungendo il -6%.

Mercato del lavoro

L’analisi dell’andamento del mercato del lavoro piacentino è stata effettuata principalmente sulla base delle rilevazioni Istat sulle forze di lavoro. Prima di commentare l’andamento del mercato del lavoro sulla base di tali indagini, occorre ricordare che i dati devono essere valutati con una certa cautela, poiché la natura campionaria della rilevazione comporta inevitabilmente degli “errori” statistici.

L’insieme delle persone in cerca di lavoro e degli occupati costituisce la forza lavoro. Il totale delle forze di lavoro registrate a Piacenza è stato, nel 2014, pari a 133mila unità, di cui 75mila maschi (56,39%) e 58mila femmine (43,6%). Il dato è diminuito di 1.000 unità rispetto al 2013. Risulta significativa la riduzione che è stata osservata nell’ambito degli occupati. Il numero è passato dai 123mila del 2013 ai 120mila (-2,43%) dell’anno passato. E’ lontano il 2007 quando la consistenza degli occupati aveva raggiunto le 127.000 unità. Rispetto al 2013 il numero di femmine occupate è rimasto costante mentre si è ridimensionato quello dei maschi. Dall’altro lato sono invece aumentate le persone in cerca di occupazione che hanno raggiunto quota 12.000, soglia mai raggiunta dal 2005 ad oggi. Queste dinamiche hanno portato il tasso di disoccupazione al 9,4% (8,4% quello maschile e 10,6% quello femminile). Il tasso di occupazione è diminuito mentre è aumentato il tasso di attività grazie alla componente femminile.

Le assunzioni

I flussi di assunzioni raccolti dalla Provincia di Piacenza (ed elaborati dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro) sono un’altra tessera che compone il mosaico dell’andamento del mercato del lavoro piacentino. Nel 2014 sono stati registrati 47.410 avviamenti al lavoro, con un incremento del 4,3 per cento rispetto all’anno precedente. L’incremento ha interessato i contratti a tempo determinato, di apprendistato, di tirocinio e il lavoro somministrato mentre un calo si è registrato nei tempi indeterminati, nel lavoro a progetto ed occasionale ed in altre forme di lavoro autonomo. Il numero degli avviamenti per le femmine è stato pari a 24.077 mentre per i maschi si è fermato a 23.333. Più elevati gli avviamenti con contratto di apprendistato, lavoro somministrato, lavoro a progetto ed occasionale per i maschi.

I settori nei quali si è consolidato il numero maggiore di avviamenti sono stati, nell’ordine, l’istruzione (7.913 in tutto), i servizi alle imprese (7.837), l’agricoltura (6.433), i trasporti (5.676) e le attività manifatturiere (4.451). Più distanziati gli altri ambiti operativi. La Cassa integrazione guadagni è apparsa in marcata riduzione, anche se con entità delle variazioni differenziate. Il numero di ore autorizzate complessivamente è stato pari a 5.332.147, il 21 per cento in meno del dato 2013. La quota più consistente è ascritta agli interventi straordinari (47,6%), seguono quelli ordinari (27,6%) e quindi la cassa in deroga (24,8%)

Commercio estero

Si è chiuso con un nuovo aumento dei valori delle merci esportate dalle imprese piacentine l’anno 2014. La variazione complessiva è stata del +7%, più contenuta rispetto al +10,5% che era stato conteggiato tra il 2012 ed il 2013. Le importazioni hanno a loro volta totalizzato un segno positivo delle variazioni, pari al +13%. In valore assoluto le esportazioni hanno movimentato 3.733 milioni di euro, le importazioni 3.240 milioni di euro.

Un forte impatto sul commercio estero piacentino arriva, come ormai verificato in più trimestri, dal commercio di prodotti tessili ed abbigliamento. Il peso di queste esportazioni sul totale raggiunge il 21,4% e deriva dalle attività correlate con il polo logistico piuttosto che dal manifatturiero locale. Analoga considerazione si può associare alla categoria dei mobili: tra il 2013 ed il 2014 il valore delle vendite oltre confine è balzato avanti di un ulteriore 22,1%.

I prodotti di punta del paniere alimentare piacentino esportato sono rappresentati dalla frutta ed ortaggi lavorati e conservati (32% del totale) e dai prodotti delle industrie lattiero casearie (30% circa). In entrambi i casi la variazione delle esportazioni è stata positiva. Molto buona la performance della categoria “carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne” (+43% il totale dell’incremento registrato). In crescita costante nell’arco dell’ultimo triennio l’export di bevande, che ha raggiunto -nel 2014- i 12 milioni di euro.

Il credito

Nel corso del 2014 il valore degli impieghi a Piacenza è andato diminuendo fermandosi, a fine anno, ai 7.188 milioni di euro (-1,58% sul 2013). Di segno inverso invece la dinamica che ha interessato i depositi. Il loro complesso si è rafforzato arrivando a 7.494 milioni di euro (+5,04%). La qualità del credito è peggiorata. Le sofferenze sono aumentate considerevolmente. Se nel 2006, nella nostra provincia, si era giunti ad un rapporto sofferenze/impieghi pari al 3% nel 2014 questo indicatore è passato all’11,4%. La consistenza delle sofferenze è arrivata ad 816 milioni di euro. Piacenza non è certo la sola ad aver visto un incremento così significativo. L’andamento riscontrato nelle restanti province è del tutto confrontabile. La provincia di Piacenza ha tuttavia evidenziato una rischiosità dei prestiti più accentuata rispetto alla media regionale. Infine nel rapporto sono stati analizzati i singoli settori.

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