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Elezioni delle cariche Terrepadane, Grenzi (Coldiretti): «Manca trasparenza»

Il delegato confederale Giorgio Grenzi: «I veri proprietari del Consorzio sono i soci, siano garantiti a loro tutti i diritti in vista del rinnovo delle cariche sociali»

Nei prossimi giorni a Piacenza si voterà per il rinnovo delle cariche sociali del Consorzio Agrario Terrepadane. Coldiretti Piacenza lancia un monito sulla vicenda. «Il rischio di mancata trasparenza è forte - fa sapere in una nota inviata alla nostra redazione Giorgio Grenzi, delegato confederale di Coldiretti - perché la platea degli aventi diritto al voto non corrisponde alla platea effettiva dei ‘soci’. Sono pendenti presso il Tribunale ricorsi per ingiustificate esclusioni dal libro soci. Esclusioni fatte, poco prima della convocazione dell’assemblea di rinnovo cariche e bilancio». Ma non solo, secondo Grenzi. «I soci di importanti province della Lombardia vengono messi in difficoltà nell’espressione del loro voto attraverso l’istituzione di un unico seggio elettorale su Piacenza con la contraddittoria motivazione di ridurre i rischi di contagio da Covid-19. Di fatto concentrando gli oltre 1300 soci in un unico seggio facendo palesemente aumentare i rischi, ma ahimè il buon senso non è di casa». Inoltre, «chi desidera esprimere il proprio voto delegando un altro socio, viene messo in condizione di non poterlo fare».

«Lascia quindi l’amaro in bocca – aggiunge nella nota il delegato Grenzi - leggere i proclami del presidente Marco Crotti sulla stampa locale: “Quando ci sono scelte importanti i protagonisti devono essere i soci”; ma poi nei fatti lavorare nella direzione opposta. La discrezionalità e le procedure adottate dal Consiglio di Amministrazione guidato a colpi di maggioranza dal presidente Marco Crotti dal direttore Dante Pattini anche sul metodo di espressione del voto nella prossima assemblea di Bilancio e Rinnovo Cariche Sociali, rappresentano uno sfregio nei confronti dello spirito cooperativistico e di conseguenza della credibilità e della reputazione del Consorzio stesso. In tal modo si smarrisce uno dei principi fondamentali della cooperazione: i veri proprietari del Consorzio sono i soci, mentre gli amministratori ne sono soltanto i gestori pro-tempore. Comprimere il diritto di voto dei soci significa attentare alla vita stessa del Consorzio».

                                                                                                                     

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