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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Emergenza idrica, Confagricoltura: «Senz’acqua colture a rischio»

Il vicepresidente di Confagricoltura Filippo Gasparini: «Le norme europee non collimano con la peculiarità del nostro territorio»

Gli agricoltori stanno correndo giorno e notte per non vedere compromesso il raccolto: le alte temperature del periodo impatteranno sulle rese del pomodoro da industria e ne hanno anticipato la raccolta, il mais è un sorvegliato speciale come, del resto, tutta la filiera del latte che si confronta anche con lo stress da caldo degli animali in allevamento. Ogni volta che l’estate si fa sentire si ripropongono, immutate e irrisolte, le medesime questioni. Il rilascio dei quattro milioni di metri cubi della diga del Brugneto è in corso, ma è una soluzione temporanea e insufficiente. Il problema è come l’emergenza idrica viene affrontata tutti gli anni, cioè, senza che vengano prese decisioni strutturali, in grado di risolvere efficacemente, definitivamente e, soprattutto, per tempo, la necessità di avere più acqua che si presenta in questa stagione. Filippo Gasparini, vicepresidente di Confagricoltura Piacenza e delegato per il tema idrico dell’associazione spiega: “Non è una sorpresa. Dovremo confrontarci con le norme del DMV e vedere le nostre produzioni sotto attacco da misure che sono state pensate per territori diversi dal nostro. L’equilibrio ambientale nella nostra provincia ottempera, da centinaia d’anni, l’azione antropica di prelievo dell’acqua dai corpi idrici per l’uso a fini irrigui.  Corpi idrici, è bene ricordarlo, che sebbene qualificati quali fiumi hanno in realtà carattere torrentizio.  Sono convinto – prosegue Gasparini – che l’applicazione pedissequa di norme non compatibili con la nostra realtà sia lo strumento per un’azione ai danni della nostra economia: è una parte d’Europa che impoverisce l’altra. Così si distrugge un’economia per mano di burocrati, o peggio lobbisti, con misure mascherate da giustificazioni scientifiche. Ci confrontiamo con un’Europa che non vuole valorizzare le nostre produzioni, infastidita dalla nostra agricoltura più competitiva. Lo vedo nel comparto lattiero caseario: viene attaccato tutto ciò che potrebbe agevolare la nostra produttività e così si vieta la semina degli Ogm e l’impiego dei neonicotinoidi, ma si impongono il greening e il rispetto del DMV.  L’ingerenza dell’Europa merita che quantomeno si apra un dibattito: in gioco c’è una fascia produttiva, i destini delle nostre aziende, quelli dei nostri figli e del Paese intero”.

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