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Expo 2015: «Un'occasione per Piacenza, ma siamo già in ritardo»

L'Ad di Expo 2015 interviene a Piacenza Expo. Ma tra gli addetti al lavori serpeggia l'idea che i cugini di Parma faranno ancora una volta la parte dei leoni, lasciando le briciole alla Primogenita

Al convegno di Tomatoworld a Piacenza Expo sulla riforma della Pac, era presente anche l’Ad di Expo 2015 Giuseppe Sala che ha illustrato alcune cifre significative a supporto di questo evento: 130 paesi, 20 milioni di visitatori, investimenti pubblici per un miliardo e 300 milioni, privati per 400 milioni, ed 1 miliardo da altri paesi. «Ma i visitatori - ha spiegato Sala - si muoveranno per l’Italia, perché la visita all’Expo si limiterà a mezza giornata. E’ perciò essenziale, in vista dell’attività di informazione pre-Expo - che porterà visitatori che si muovono ovunque, curiosi rispetto al tema dell’alimentazione, che convoglierà centinaia di capi di stati insieme ai loro enturage - che vengano preparati specifici palinsesti di offerta che dovranno poi preventivamente essere presentati alle nazioni partecipanti. Su questo occorre lavorare».

Nonostante i buoni propositi di progetti sostenibili e partecipati, l’impressione, raccolta anche da alcuni “addetti ai lavori” presenti a Piacenza Expo, è che il “sistema Piacenza” sia già in forte ritardo, come sempre diviso e lacerato da mille invidie; i nostri “cugini” di Parma, forti della primogenitura interprovinciale, faranno “pancia e tasca” dei succulenti ricavi di Expo 2015, lasciando, ai “cugini poveri ma belli”, come sempre, poche briciole, confermando così ancora la nostra proverbiale ritrosia ad apparire e lasciando i successi ad altri, con meno prodotti pregiati, un territorio meno bello, ma sicuramente più abili ad apparire, che poi oggi è quello che conta. Non resta che sperare che queste previsioni siano smentite dai fatti.

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