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Filiera logistica FedEx-Tnt ferma contro i licenziamenti

Il sindacato Si Cobas in sciopero: «Annunciati 6mila posti in meno in Europa, temiamo ricadute anche nel Piacentino»

La multinazionale statunitense FedEx (le poste americane, che hanno acquisito nel 2015 Tnt, poste olandesi, andando a costituire il più grande gruppo della supply chain mondiale) ha recentemente annunciato 6 mila licenziamenti in Europa. «Ai piacentini – ricorda il sindacato Si Cobas - FedeEx è ancora nota come “la Tnt del 2011” ovvero il magazzino della logistica che diede l’avvio al percorso di riscatto dei facchini con una poderosa vertenza tradottasi in oltre un mese di picchetti e nella regolarizzazione di oltre 300 posizioni di irregolarità contrattuale e contributiva. Ad oggi, su 270 dipendenti del magazzino piacentini, oltre 250 risultano iscritti al S.I.Cobas, la sigla che da sola condusse quella dura battaglia orai dieci anni fa».

«Da quasi due giorni – prosegue il sindacato - dopo l’annuncio degli statunitensi, l'intera filiera nazionale FedEx-Tnt è ferma. Da Milano a Bologna, da Parma a Piacenza, da Roma a Fidenza, da Modena a Napoli, tutti i principali hub e magazzini del colosso americano hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato dal SI Cobas per ottenere dei veri protocolli di prevenzione dei contagi da Covid sui luoghi di lavoro e il pagamento bei premi di risultato del 2020 svincolati dalla produttività e come riconoscimento ai lavoratori per aver continuato ad operare durante tutto il periodo in condizioni proibitive.  L'adesione a questa iniziativa di lotta è andata persino oltre la già altissima adesione allo sciopero nazionale di categoria dello scorso 18 dicembre per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Proprio nelle stesse ore FedEx, che nel frattempo ha interrotto ogni linea di dialogo con il Sindacato, ha presentato in pompa magna un piano mastodontico di licenziamenti in tutti i siti europei, annunciando il taglio di circa 6.300 unità di personale. Un taglio che evidentemente avrebbe ripercussioni drammatiche anche per il territorio piacentino, secondo lo schema che sin dai tempi del G8 di Genova denunciamo in tutta la sua chiarezza: multinazionali globali che si permettono di imporre le loro volontà a territori terzi in sfregio alla dignità degli stessi e delle loro popolazioni. Con lo sciopero di questi due giorni abbiamo chiarito ancora una volta a FedEx che il S.I.Cobas non arretrerà di un passo e venderà cara la pelle per impedire che 10 anni di lotte e di conquiste siano vanificate e azzerate dall'arroganza dei vertici aziendali. La vertenza FedEx-TNT sarà quindi centrale all’interno dello sciopero generale del prossimo 29 gennaio, convocato su una piattaforma più ampia che, oltre alla rivendicazione di un diverso modello di sanità a fronte della strage avvenuta con il Covid, metterà al centro proprio la tutela dei livelli occupazionali di fronte alla crisi: in barba al “divieto di licenziamento” governativo, infatti, sono oltre 800.000 i posti di lavoro persi da marzo ad ora, cioè un lavoratore dipendente su ventidue nel nostro Paese, una vera e propria ecatombe. Dobbiamo invertire questa tendenza e il primo passo deve necessariamente essere il contrasto alla spregiudicatezza di operazioni multinazionali come quella di FedEx-TNT».

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