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Economia

Prezzo del latte, «Dipende dai mercati e non da dichiarazioni di intenti»

Sono le organizzazioni di prodotto e la trasformazione che stabiliscono i prezzi in base alle contingenti situazioni di mercato. Filippo Gasparini (Agri Piacenza latte): «Sarebbe stato meglio premiare con la Pac solo chi era in grado di entrare in un circuito virtuoso del prodotto»

Prezzo del latte e più in generale situazione del settore lattiero- caseario. Ne trattiamo con chi è maggiormente deputato a farlo, ovvero con chi contrattualizza il latte normalmente, tenendo sempre presente le dinamiche di mercato, lasciando ad altri sterili dichiarazioni di intenti, infruttuose, perché di fatto non rappresentano chi realmente produce che ha invece demandato alla propria organizzazione di prodotto la gestione del latte. E’ il caso di Agri Piacenza latte, Consorzio piacentino che da anni si occupa della compravendita del latte dei propri soci sparsi ormai in tutta l’Italia del Nord e proprietario di un caseificio per la produzione del grana padano a Cortemaggiore; in pratica un organismo che, anche senza prezzi di riferimento,va ad intercettare con azioni di mercato la quotazione del prodotto, collocando e spostando il latte con l’autorevolezza e la titolarità di chi lo detiene. Il prezzo, infatti si contratta di fatto mensilmente, anche nei lunghi mesi nei quali non se ne parla. Il problema consiste nell’avere la capacità ed la titolarità per individuarlo ed ottenerlo. «Intanto - commenta Filippo Gasparini - eventuali accordi con Lactalis, non rappresentano affatto un essenziale punto di riferimento, perché rappresenta solo il 7/8% del panorama nazionale. E poi sono altri i fattori che vanno considerati in questo momento e suona perlomeno strano che qualcuno possa arrogarsi il diritto di consigliare ai produttori di non firmare contratti a prezzi ribassati, perché sono deputati legittimamente a farlo Consorzi come Agri Piacenza latte o altre organizzazioni di prodotto che vi provvedono, con la piena fiducia dei propri soci e lo fanno monitorando tempestivamente la situazione di mercato. Noi non dobbiamo aspettare - commenta Gasparini - che altri facciano il prezzo del latte; purtroppo il problema è strutturale ed abbiamo perso un’occasione prima applicando male un pacchetto- latte asfittico, poi con la nuova Pac, un’occasione persa in quanto si poteva utilizzare l’aggregazione come leva per migliorare le stalle. In questo momento il mercato ristretto delle produzioni Dop non sta facendo, per le aziende agricole, la differenza, in termini di remunerazione, come invece succedeva in passato. Manca un piano organico che consenta alle aziende di migliorare, se non a recuperare la situazione finanziaria, dopo un anno di bilanci peggiorati da un consistente aumento del costo alimentare ed energetico. Il nostro settore non è adeguatamente governato; va attuata una vera ed organica azione di export che valorizzi le nostre Dop. Un prezzo annuale o semestrale non può affatto essere considerato una certezza, considerato il fatto che ogni azienda ha davanti a sé, per poter rimanere competitiva, nel nostro contesto economico e politico, investimenti costosi in strutture, innovazione, formazione del personale, anche solo per poter rispettare i numerosi adempimenti di legge».

Insomma invece di un prezzo contigente, sarebbe necessario un piano organico di tutto il settore, gestito da chi rappresenta veramente il prodotto e si confronta ogni giorno con le contingenze negative. L’ultima in ordine di tempo è per esempio l’aumento produttivo registrato a luglio dal Consorzio del grana padano, con un +21,08 per cento rispetto allo stesso mese del 2013. Diventa dunque essenziale secondo il Consorzio, puntare sulla vendita di latte; il prezzo del latte spot quest’anno non ha certo registrato quello del 2013.  La stagione estiva anomala non ha determinato la consueta diminuzione produttiva, inoltre parte del latte tedesco, meno costoso di quello italiano, è tornato sul mercato interno. A questo punto, diventa ancora una volta fondamentale il ruolo di Agri Piacenza latte, che, in accordo con i caseifici cooperativi piacentini, tornerà a commercializzare il loro latte, poiché abitualmente la produzione di grana padano viene interrotta nel mese di agosto. Ed a questo punto, come sempre, ci si dovrà confrontare (ed accontentare) con gli attuali prezzi che imporrà il mercato, con buona pace delle dichiarazioni di intenti di chi il prodotto non rappresenta.

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