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Economia

«Il Covid ha favorito i consumi di Grana Padano. Nel 2022 aumento della produzione»

Al Palazzo dell’Agricoltura l’assemblea zonale del Consorzio Grana Padano in vista dell’assemblea generale del 26 novembre a Montichiari

In vista dell’assemblea generale del Consorzio del Grana Padano che si terrà venerdì 26 novembre a Montichiari, in provincia di Brescia, si è svolta al Palazzo dell’Agricoltura di Piacenza l’assemblea di zona alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei caseifici cooperativi piacentini e del Consorzio Agripiacenza latte. In pratica “lavori in corso” per definire il nuovo piano produttivo per il triennio 2022-2024. 
«La Dop - ha esordito Renato Zaghini, presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano - è nata per conseguire valore, mentre il piano produttivo ha regole per mantenere in equilibrio la domanda con l’offerta di mercato, con l’obiettivo di una crescita ragionata e a prezzi soddisfacenti per tutta la filiera, ma anche sostenibile, ossia in linea con il Green Deal europeo». 

Il piano produttivo per il prossimo triennio che sarà approvato nell’assemblea di novembre, prevede un iter per raccogliere le adesioni delle stalle, private o in cooperativa, che conferiscono latte per il Grana Padano. Zaghini ha sottolineato (supportato dai dati presentati dal direttore generale Stefano Berni) che il piano oggi in vigore (2019-2021) ha svolto bene il proprio ruolo, quello di mantenere in equilibrio produzione e consumi, così come un prezzo adeguato. «Certo - ha riconosciuto - alcuni effetti magari non tutti positivi, ci sono comunque stati negli anni ma è sempre possibile fare degli aggiustamenti. Ci sarà continuità ma anche piccole novità. E’ un piano in espansione, ma non è un “liberi tutti”». 

Il direttore Berni ha ribadito che dal 2003 al 2020 c’è stato un incremento delle quote del 40,44% e dal 2010 al 2020 del 24,66%, una crescita unica in tutta la Ue. E nel 2020 sono stati trasformati 10 milioni di quintali di latte in più, mentre dal gennaio 2022 sono previste 100.000 forme in più. Berni ha pure sottolineato che la pandemia ha aiutato la crescita dei consumi in quanto la ristorazione utilizza maggiormente i similari, mentre le famiglie privilegiano maggiormente le Dop.

«In pratica - ha rimarcato Zaghini - il consorzio di tutela dovrà fare uno sforzo unitario e si punta aduna nuova modalità per reperire risorse aggiuntive; finora sono state raccolte con due modalità, aumentando la quota associativa o intensificando il livello di contribuzione differenziata a carico dei caseifici che producono di più. Si prevederebbe invece un’assegnazione di quote acquistabili dai caseifici a inizio d’anno, senza che sia necessario attendere la fine dell’anno per trovare un’eventuale compensazione». 

Le quote verrebbero quindi assegnate, a prezzi non di mercato ma tendenzialmente più bassi, a chi avrebbe necessità di crescere. In questo modo si potrebbero avere nuove quote a disposizione già dal 1 gennaio di ogni anno. Il Consorzio di tutela dovrà stabilire ovviamente il quantitativo che si potrà assegnare a titolo oneroso. «Ritengo questa soluzione in linea con gli obiettivo del piano produttivo. In pratica un contributo aggiuntivo di 250 euro per ogni forma, da spendere appunto in promozione per agire sempre di più sul marketing per l’estero, trovando nuovi e reali sbocchi di mercato. Sono previste limitazioni per evitare speculazioni e per i piccoli caseifici saranno mantenuti i premi, compreso quello qualità. Se il sistema funziona, sarà ripetuto l’anno successivo e sono sempre possibili aggiustamenti. Un piano dunque “in fieri” ma è essenziale che il formaggio non perda valore a fronte di costi sempre di più in aumento».

Infine Zaghini ha detto che sono previste piccole modifiche ai Disciplinari, con lista degli alimenti ammessi ed elenco dei mangi misti. Cambierà anche la modalità di marchiatura e ci sarà un’ora di tolleranza per il ritiro del latte.
Berni ha altresì ricordato che ci sarà divieto di compravendita delle quote per chi decide di aderire agli acquisti dell’1%; le retinate non pagheranno né scalettata, né differenziata, mentre quelle volontarie, oltre alla scalettata, pagheranno anche metà differenziata fuori quota.
Diversi gli interventi di chiarimento, tra cui è emersa anche la proposta del direttore di Agripiacenza latte Roberto Arata che ha chiesto una mediazione sull’acquisto delle 50.000 forme, distinguendo piccoli e grandi caseifici. Per i primi possibilità di acquisto fino a 1000 forme, per i secondi si dovrebbe mantenere l’1%.

Altro capitolo importante da affrontare è quello dell’annunciato programma di crescita dei consumi secondo tre ipotesi, ciascuna delle quali richiede un investimento proporzionale di risorse per la promozione, in base alla strategia suggerita dalla società di consulenza Kpmg. «Siamo in dirittura d’arrivo – ha concluso il presidente - per programmare le nuove attività per il prossimo anno e quelli a venire. Anche in questo caso occorrerà ottenere il via libera degli associati che si esprimeranno appunto nell’assemblea del 26 novembre»

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