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Economia

Gran Padano Piacentino, gli orizzonti della filiera di eccellenza

Proposta l’idea di un centro di confezionamento per Cina e Giappone. Il direttore Albano: «Combatterà la contraffazione del prodotto»

Viaggia a gonfie vele la filiera di eccellenza dedicata all’esportazione del Grana Padano Piacentino; la rete d’imprese, che associa le realtà imprenditoriali produttive della provincia di Piacenza ma anche un’impresa di commercializzazione, la MaVi-Trade, partner dell’iniziativa nella costituzione di progetti d’internazionalizzazione, dal marketing alla logistica. Dopo l’approccio gratificante nei mercati europei, Usa e Canadesi, nei quali è già presente il Grana Padano made in Piacenza, ora la rete sta guardando all’oriente, in particolare a Cina, Giappone e paesi arabi.

«Un obiettivo che si potrà concretizzare - afferma Rosaria Maestri, responsabile di MaVi-Trade - anche attraverso la costituzione di un centro di confezionamento per il quale la rete si sta muovendo al fine di rispondere alle diverse esigenze di porzionatura. Il Grana Padano è il primo tra i dieci prodotti Dop più esportati ma oggi il mercato estero è cambiato e la domanda di forme intere è minima rispetto agli altri formati. Pertanto è indispensabile per il futuro costituire il centro di confezionamento per offrire una vasta gamma di porzionatura sotto il medesimo marchio comune senza compromettere la marginalità dei produttori invece messa a rischio se si esternalizza questa fase». «Inoltre - chiarisce Massimo Albano, direttore Coldiretti Piacenza - sarà fondamentale avere un marchio comune, riconoscibile sul mercato e che evidenzi l’origine con il sigillo di garanzia “100% da agricoltori piacentini” che non solo conferirà alla rete maggior visibilità ma contestualmente combatterà la contraffazione del prodotto che talvolta, purtroppo, vede nella realizzazione di queste imitazioni l’implicazione di imprese italiane. E queste - conclude Albano - sono le contraffazioni peggiori e ignobili poiché partono dall’interno ed erodono il valore più grande del nostro paese, quella ricchezza che ci ha resi famosi nel mondo e grazie alla quale potremmo tornare a crescere».

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