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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Dall’abbigliamento alle librerie

Green pass anche per i negozi: «Ampliare l'elenco delle attività da escludere dall’obbligo»

Lo chiede Confesercenti Piacenza, in vista delle deroghe del 1 febbraio: «Nei piccoli esercizi non c'è assembramento, gli acquirenti sono sempre meno e non si avverte la necessità di questo ulteriore onere»

Green pass anche per i negozi: «Ampliare l'elenco delle attività da escludere dall’obbligo». A chiederlo Confesercenti Piacenza. «Da oggi, 20 gennaio, è scattato l'obbligo di green pass per andare dal barbiere, dal parrucchiere o dall'estetista e a breve uscirà il Decreto che fisserà le deroghe per i servizi e negozi in cui il certificato verde sarà richiesto dal 1° febbraio» spiega la nota stampa dell’associazione. «La lista degli esercizi dove si potrà entrare senza Green pass base comprenderà alimentari, supermercati, ipermercati, farmacie, parafarmacie, benzinai, negozi di carburante per il riscaldamento, articoli per animali, ottici, mercati all’aperto, ambulanti e chioschi di edicole, tutte attività considerate giustamente di prima necessità. Secondo Confesercenti Piacenza, l’elenco delle esenzioni è carente e dovrebbe ricomprendere altre attività come i negozi di abbigliamento e calzature, librerie e le tabaccherie, aperte anche nel primo lockdown».

«Sono attività – afferma il direttore Fabrizio Samuelli – all’interno delle quali la permanenza non si prolunga per periodi di tempo eccessivi e dove la mascherina non viene mai abbassata. A questo si aggiungono igienizzazione delle mani, distanziamento e contingentamento delle entrate. Misure che garantiscono la sicurezza delle persone, per cui l’obbligo del green pass appare francamente eccessivo». «A questi elementi – sottolinea la nota - si aggiunge, poi una situazione complicata per il settore moda». «I saldi - continua Samuelli - dopo una discreta partenza si sono praticamente fermati e molti clienti rimandano il momento dell'acquisto, non entrano nei negozi, o si rivolgono all'online. Nei piccoli esercizi commerciali non c'è certamente assembramento, gli acquirenti sono sempre meno e non si avverte proprio la necessità di questo ulteriore onere».

«L’obbligo del green pass si affianca infatti, - aggiunge la nota - anche all’onere del controllo che grava sulle imprese».  «Il risultato – conclude Samuelli – sarà quello di creare ulteriori difficoltà ai commercianti che da due anni lottano per restare in piedi e che vengono gravati di continui oneri. Occorrerebbero, invece, sostegni e incentivi per favorire la sopravvivenza e la ripresa delle attività e iniziative per contrastare il caro energia, il rinnovo delle moratorie sul credito e interventi per calmierare gli affitti».

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