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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Travo

I vini de “Il Poggiarello” cambiano volto

I vini non sono cambiati, la sostanza è rimasta immutata: le mani dell’enologo sono sempre quelle di Paolo Perini. Quello che è cambiato è il biglietto da visita di ogni vino: la veste, la bottiglia, l’etichetta, in alcuni casi anche il nome stesso

Che il vino non è solo colore, profumo e sapore è già stato detto e ripetuto più volte. Il vino è un’opera d’arte, è storia, tradizione, fatica, passione: tutto vero. «Ma per noi – spiega l’azienda vitivinicola “Il Poggiarello” di Scrivellano di Travo - non è solo questo: ogni vino ha una propria personalità ben definita, ogni vino è un mondo, un’atmosfera, una stagione, un volto con un determinato sguardo, con una certa luce negli occhi, con i capelli che stanno in ordine o schiacciati sulla fronte, con la bocca piegata all’ingiù o che si apre in un sorriso».

«Abbiamo voluto andare in profondità, scavare nella personalità dei nostri vini per trovare il volto di ciascuno e rappresentarlo al meglio. Ci abbiamo messo tutto il nostro impegno: con questo progetto vogliamo ancora una volta celebrare il nostro meraviglioso territorio, cercando di darne l’espressione migliore attraverso il nostro vino, con la cura e l’attenzione che da sempre perseguiamo. I vini non sono cambiati, la sostanza è rimasta immutata: le mani dell’enologo sono sempre quelle di Paolo Perini. Quello che è cambiato è il biglietto da visita di ogni vino: la veste, la bottiglia, l’etichetta, in alcuni casi anche il nome stesso».

«La Barbona e Il Valandrea, i nostri due pilastri, sono rimasti tali anche nel nome. La Malvasia, regina del piacentino, si è trasformata nella Malvagia, il Pinot Nero ha assunto tratti esotici ed è diventato Lo Straniero, mentre il Sauvignon con la sua ventata di freschezza non poteva che chiamarsi “Come il vento”. Sono nomi che dipingono l’immaginario del mondo Poggiarello, che tracciano i contorni di personaggi che vivono e che vogliono dire, e dirvi, la loro».

«Per rappresentarli visivamente abbiamo scelto la strada più difficile e delicata: quella fotografica. Abbiamo coinvolto un fotografo ritrattista dalla spiccata sensibilità artistica, Andrea Passon, di Treviso, col quale dopo tanti scambi e confronti abbiamo scelto i volti che meglio potevano rappresentare i nostri personaggi e di conseguenza la nostra idea di vino. Edoardo Balordi, graphic designer piacentino trapiantato a Barcellona, ha poi studiato il layout dell’etichetta, per la quale abbiamo usato carta di altissima qualità e tecniche di stampa innovative scelte assieme alla tipografia Scriba di Piacenza. Le descrizioni dei personaggi che troverete sulle retro sono stati affidati alla scrittrice piacentina Laura Fusconi: sono testi evocativi che vi faranno emozionare. Non sono etichette statiche: ognuno di voi, guardandole, potrà farsi la propria idea secondo le emozioni che ciascun vino gli suscita, in base alle corde che fotografia, parole e vino toccano in lui. Idea è la parola chiave: vi abbiamo voluto mostrare la nostra idea di Gutturnio Riserva, la nostra idea di Gutturnio Superiore, di Pinot Nero, di Malvasia e di Sauvignon. Sta a voi, poi, aggiungere tutti i dettagli che volete».

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