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Ikea, sciopero dei Si Cobas contro la coop San Martino

Il sindacato: «Trecento lavoratori questa mattina in sciopero contro le misure discriminatorie della cooperativa. La logistica rimane terra di nessuno»

Il S.I. Cobas ricomincia la lotta contro Ikea. «Dopo la chiusura vittoriosa della vertenza Fedex-tnt, che ha visto la riassunzione in forma diretta dei lavoratori arrivati in fondo alla lotta, oggi il nostro sindacato – fa sapere Si Cobas in una nota - ha riaperto il fronte di lotta contro il colosso svedese Ikea, dove il sindacato ha recentemente presentato una piattaforma rivendicativa volta a fermare le misure repressive e discriminatorie adottate dalla cooperativa San Martino, che opera in appalto nel magazzino. Il S.I. Cobas ha anche richiesto, come previsto dall’art.20 della legge 300/1970, di poter svolgere un’assemblea interna al fine di illustrare la piattaforma ai lavoratori. San Martino ha dimostrato una totale chiusura negando l’assemblea e calpestando così i diritti costituzionali di libera adesione sindacale».

«Come ripetiamo da sempre, riuscendo in tanti casi anche ad ottenerlo, il sistema delle cooperative e il meccanismo dei subappalti vanno a ledere, oltre che le condizioni di lavoro, anche i più elementari diritti costituzionali conquistati a caro prezzo. Il S.I. Cobas si è quindi rivolto ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, oltre che alla Presidenza del Consiglio e alla Prefettura piacentina, per lamentare questo ennesimo grave atteggiamento contrario ai dettami costituzionali ad opera della cosiddetta “cooperazione”. La logistica continua purtroppo ad essere una “terra di nessuno”, in cui i diritti esistono solo nominalmente ma vengono puntualmente disattesi. Si è quindi arrivati allo sciopero andato in onda questa mattina davanti al magazzino DC1, sciopero a cui hanno partecipato circa 300 operai fra lavoratori e solidali da altri magazzini, nonostante l’invito della Prefettura (invito a cui non sono seguiti fatti) rivolto alla Cooperativa San Martino di convocare in azienda il sindacato. Lo stato di agitazione rimane al momento aperto, e il S.I. Cobas continuerà a lottare sino al pieno raggiungimento degli obiettivi dei lavoratori e al ripristino della legalità del lavoro sul territorio piacentino».

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