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Economia

Il Consorzio di Tutela Salumi Dop celebra il 50° con il libro “Una Fetta di Storia”

Presentata la pubblicazione redatta da Giuseppe Romagnoli (che cade anche nel 25° delle tre Dop piacentine) sulla storia e le caratteristiche dei nostri salumi. «Il cardinale Giulio Alberoni fu il primo operatore di marketing, li regalava ai potenti d’Europa»

Per celebrare al meglio il cinquantenario della costituzione del “Consorzio volontario dei Salumi Piacentini“ e il venticinquesimo anno dall’assegnazione delle tre Dop piacentine (coppa, salame e pancetta), è uscito “Una fetta di storia. Il libro, scritto da Giuseppe Romagnoli, è stato presentato a Piacenza Expo e ripercorre l’antica storia dei salumi piacentini, ricca di tradizione, artigianalità e cultura per arrivare ai giorni nostri con l’attività svolta dal Consorzio per promuovere e valorizzare le tre eccellenze del territorio.

L’obiettivo di questo lavoro è quello di documentare in modo scientifico il lungo percorso iniziato nei tempi della norcineria piacentina, per arrivare ai giorni nostri informando sul valore assoluto e il significato profondo che assumono i prodotti tutelati in una provincia che ha saputo intuire l’opportunità di investire in tale direzione arrivando ad ottenere, unica in tutta Europa, tre prodotti a denominazione di origine protetta. Dietro al libro c’è anche un lavoro di equipe. Infatti Romagnoli lo ha scritto, Andrea Sala si è occupato del progetto grafico e Lorella Ferrari ha curato l’intera pubblicazione.

«È stato un piacere scrivere questo libro - ha detto Romagnoli, giornalista del nostro quotidiano “IlPiacenza.it” -.  La mia passione, non innata, per l’agroalimentare è scoppiata durante la mia attività di insegnamento all’Agraria. Ho scoperto il fascino della storia dell’alimentazione, l’uomo ha sempre cercato di sopravvivere alla fame e alle carestie». «Abbiamo tre Dop uniche in Europa – ha aggiunto - che vanno difese. Il compito del Consorzio è quello della valorizzazione. I piacentini sono molto legati ai propri salumi. Infatti il cardinale Giulio Alberoni è stato il primo operatore di marketing dei nostri prodotti e il maestro Giuseppe Verdi non è stato da meno».

La presentazione ha visto l’attore Corrado Calda leggere alcuni passi della pubblicazione, mentre a moderare il dibattito ci ha pensato Daniele De Leo. «Questo libro – ha spiegato il direttore del Consorzio, Roberto Belli - arriva nel cinquantesimo anniversario del Consorzio e nei 25 anni dall’assegnazione delle tre Dop. Abbiamo voluto tirare una riga su quello che è stato fatto in questi cinquant’anni. E lo facciamo in un momento nel quale bisogna rilanciare l’impegno dei nostri produttori e imprenditori».  «Bisogna stare vicino ai nostri imprenditori – ha precisato l’assessore Stefano Cavalli - è comunque un onore portare in giro i nostri salumi. I tre Dop sono tre fiori all’occhiello della città e della provincia».

Era presente anche Roberta Cafiero, dirigente del Ministero per le politiche agricole. «Faccio i complimenti a Romagnoli - ha detto Cafiero - il libro è ben scritto, è una narrazione che interessa e informa. Nella prima parte traccia la storia dei salumi, partita già dall’antichità.  Poi si parla anche delle procedure amministrative, però senza annoiare, in maniera discorsiva. Vengono riportate le caratteristiche di tutti i salumi e gli abbinamenti con i vini. Al professor Romagnoli dico che ho studiato e mi sono divertita leggendolo. Mi ha colpito la storia cardinale piacentino Giulio Alberoni che omaggiava i potenti con cui aveva rapporti regalando salumi». Per la dottoressa Cafiero quella di costituire, 50 anni fa, un consorzio, «è stata un’idea geniale». «Altrimenti – ha aggiunto - oggi qualsiasi imprenditore nel mondo avrebbe potuto inventarsi di produrre il salume piacentino ovunque».

In collegamento video anche il giornalista Giangiacomo Schiavi del “Corriere della Sera”. «La coppa – si è lasciato andare ai ricordi - rimane il mio profumo della memoria. Sono vissuto con la coppa a fianco in famiglia, era “l’asso di briscola” dei salumi. L’andavo a prendere a etti o mezz’etti nella salumeria e mia madre mi suggeriva: “Fatla dà bona”. La coppa non è stata fatta conoscere bene fuori da Piacenza in passato, l’abbiamo saputa fare ma non raccontare. Da qualche anno il Consorzio ha cambiato la rotta, fosse per me inonderei il Parlamento europeo di coppe per far capire la sua bontà. È un elemento talmente identitario di Piacenza, meriterebbe il giusto valore. Infatti Aldo Bonomi ha suggerito di trasmettere la grande capacità enogastronomica piacentina all’e-commerce, al mondo. La coppa deve viaggiare come Amazon».

La chiusura è stata affidata al presidente del Consorzio, Antonio Grossetti. «Il consorzio di tutela ha lottato per portare fuori dai nostri confini questi prodotti. In questi 50 anni c'è stato molto impegno. Siamo tra i salumi più importanti d'Italia ora, lo dicono i buyer».

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