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Economia

«Il vero rilancio dell'agricoltura è nello stralcio di regole dannose»

Il presidente di Confagricoltura Filippo Gasparini: «Chiediamo la modalità del “Ponte Morandi”, AIA AUA e Conferenze dei servizi appartengono a un’era precedente»

“Al Ministro Bellanova, che in conferenza stampa non ha parlato dei drammi dell’agricoltura e delle risorse al settore, chiediamo provvedimenti fondamentali che non richiederebbero neppure l’impiego di soldi” – così Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza sulle prospettive del comparto agricolo che non si è mai fermato e ora guarda oltre la pandemia. “Il “decreto Rilancio” è molto articolato, speriamo sia altrettanto efficace nel consentire al nostro Paese di evitare un crollo che stiamo misurando da molto vicino”. Le misure sino ad oggi proposte fanno riferimento a liquidità e fondi, ma le imprese hanno ottenuto, soprattutto, accesso al credito agevolato (operazione che comunque le indebita), al contempo hanno anticipato in molti casi la cassa integrazione ai propri dipendenti e registrato un drastico calo dei fatturati. “Apprezziamo che al nostro settore siano state destinate risorse, ma soprattutto chiediamo una manovra che costa poco: vogliamo lo sgravio dalla burocrazia – sottolinea Gasparini – e non è un concetto astratto, è un’azione concreta contro una deriva ideologica che ci sta danneggiando e che dopo il coronavirus non abbiamo la forza di continuare a sopportare”. Si cita il “ponte Morandi” quale esempio di successo per la rapidità e l’efficienza della ricostruzione. Fa riflettere che tale positivo esempio sia stato realizzato derogando ad una serie di norme. Secondo il presidente di Confagricoltura Piacenza il momento impone modifiche strutturali: la tragedia del Coronavirus ha portato all’evidenza l’importanza fondamentale dei presidi e della sicurezza alimentare. “Pretendiamo che venga riconosciuta l’essenzialità del nostro lavoro consentendo l’uso razionale dei presidi, riconoscendo il valore degli allevamenti intensivi, mettendo in campo le azioni che possano permettere alla nostra agricoltura di evitare carestie. Parole come “Aia”, “Aua”, “conferenza dei servizi” e “benessere animale” suonano antiche e desuete in questa nuova era “post Coronavirus”.  In un momento in cui giustamente si interviene destinando risorse ai singoli settori, anche uscendo dalle regole e giustamente abbonando i costi dei plateatici ai pubblici esercizi – prosegue Gasparini - ci si chiede come mai non si intervenga subito derogando ai criteri del Dmv, riconosciuti inadeguati anche prima della crisi e avviando un piano invasi così da garantire all’agricoltura l’accesso all’acqua, fattore fondamentale di produttività”. Nel settore la crisi ha acuito atteggiamenti speculatori che sarebbero stati arginati se si fosse data per tempo agli agricoltori maggior autorevolezza. “Nel settore lattiero caseario non avremmo certo subito i danni che si stanno registrando - sottolinea Gasparini - se ci fosse stata riconosciuta la possibilità di gestire le quote produttive.  Facciamo un appello al Ministro dell’Agricoltura Bellanova, al presidente della Regione Bonaccini e al presidente della Provincia Barbieri perché a tutti i livelli la centralità dell’agricoltura sia riconosciuta nell’agenda economico-politica della Nazione e nelle misure adottate ci si liberi dal giogo della mala-burocrazia rendendo dignitosa la vita degli imprenditori agricoli".

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