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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Imprese piacentine, cala il fatturato nella prima metà del 2016

Confindustria: «Il crollo del prezzo del petrolio ha inciso, invece la Brexit non sta portando a ripercussioni». Segnali di ripresa dall'edilizia. Rota: «Impasse nazionale dovuta al Referendum»

«Dopo 4 semestri positivi consecutivi andiamo di nuovo giù»-. Il laconico commento del direttore Cesare Betti fotografa la situazione del fatturato complessivo delle aziende piacentine. Confindustria, per voce di Betti e del presidente Alberto Rota, ha infatti illustrato la non rosea situazione dell’industria locale dei primi sei mesi del 2016.  «Nel primo semestre – ha spiegato il presidente - chiudiamo con un fatturato complessivo del -1,44%. Non possiamo fare molta festa con questo dato. C’è un risultato negativo – atteso, a causa delle difficoltà del settore dell’Oil&Gas messo in crisi dalla caduta del prezzo del petrolio - sulla meccanica. Ci sono state ripercussioni sul Piacentino in questa attività. È invece parzialmente contenuto nelle industrie metalmeccaniche L’alimentare cresce sempre bene ed è costante in Italia e in miglioramento all’estero».

È la manifattura a provocare il segno negativo secondo l’indagine dell’associazione Industriali. Qualche luce, in un contesto di molte ombre, si registra. «Nel primo semestre – ha commentato Rota – è diminuita del 70% la cassa integrazione, significa che le aziende stanno riproducendo e i cassa integrati sono stati riassorbiti. L’occupazione è migliorata: tutti si aspettavano una crescita, che non c’è stata in toto, però le aspettative che abbiamo per il secondo semestre sono ancora di crescita. Ce l’aspettiamo: gli imprenditori hanno la speranza che questo dato aumenti». Confindustria è ottimista: ora il prezzo del petrolio si è stabilizzato intorno ai 50 dollari al barile, dopo essere sceso anche a 24 dollari negli ultimi mesi. Su queste cifre – la meccanica riporta un -8,26% - nei successivi sei mesi del 2016 non si dovrebbero registrare nuovamente queste cifre con il segno meno davanti.  «Nei prossimi sei mesi contiamo di avere una crescita del fatturato e degli ordini». IMG_20160729_112935-2

Qualche ripercussione di quanto successo in Gran Bretagna? «L’effetto Brexit – ha proseguito Rota - non si è sentito su Piacenza. E probabilmente non si sentirà, se non nel settore agroalimentare. È un effetto lungo, cercheranno il più possibile di renderlo morbido, non ci sono problemi». «Il dato negativo che emerge del fatturato piacentino – ha aggiunto Luca Groppi del Centro Studi dell’associazione degli industriali - viene percepito come un evento temporaneo, non è strutturale. Abbiamo fatto una previsione sull’ottimismo degli imprenditori: ultimamente erano sempre alti i dati, adesso è calato questo saldo tra chi prevede un aumento e chi prevede una diminuzione. Le aziende hanno continuato a produrre come l’anno scorso, è solo diminuito il fatturato. Le imprese però stanno lavorando almeno come l’anno scorso, ce lo dice l’occupazione che non cala, la cassa integrazione che è migliorata – molte persone sono tornate a lavorare – e la produzione».

EDILIZIA

«L’edilizia – ha commentato il direttore Cesare Betti - è cresciuta in termini di occupati (6,74%) e salari (hanno il 10% in più). Dal ’98 al 2008 è continuata a crescere, si pensava che non si fermasse mai. Poi c’è stato un crollo totale, con il dimezzamento di aziende e operai. Abbiamo toccato il fondo, per questo ora abbiamo dati positivi. Per la prima volta – anche se poi gli imprenditori se li senti non sono tanto d’accordo – vediamo qualche cantiere in più in giro, se poi partissero anche un po’ di infrastrutture pubbliche… Siamo tornati ad essere 2mila addetti nel settore. Pensate che nel 2008 eravamo 4mila nel Piacentino».  

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE

«Abbiamo bisogno di vedere questi dati in modo positivo. I materiali dell’edilizia ad esempio presentano numeri incoraggianti. Il problema della caduta del prezzo del petrolio ha influenzato molto il Piacentino: nel gas abbiamo tanti addetti. Ricordiamoci che il nostro -1,44% è in linea con il dato nazionale: secondo l’Istat il fatturato italiano è attualmente sotto il -1,3%. Purtroppo nel Piacentino non abbiamo elettronica, settori e tecnologie che incidono in modo trainante in quest’epoca». C’è la possibilità di nuovi investimenti dall’esterno sul territorio Piacentino? «Logisticamente siamo sempre attraenti. Molte aziende chiedono, cercano informazioni, qualche gruppo arriverà a breve. Ci sono aziende che stanno sondando il terreno».

«A livello locale viviamo un clima di fiducia – conclude Rota -, cosa che non c’è a livello nazionale. Da quattro mesi siamo “congelati”, in attesa di questo “benedetto” Referendum. E quattro mesi fermi per le aziende sono troppi. Questa impasse non fa sperare gli imprenditori, crea paura. Noi siamo per le riforme, abbiamo preso una posizione a favore del Referendum. Il Jobs Act ad esempio ha influenzato positivamente i dati positivi sull’occupazione: si assume con più fiducia e serenità, si rischia un po’ di più. Perciò le riforme, come quelle della Provincia, ce le aspettiamo. Vogliamo che proseguano. Però non fermiamoci sul Referendum: se poi il voto non va come si aspetta il Governo, succede da noi come successo in Gran Bretagna con la Brexit».

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