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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Industria a due velocità. Grazie all’export cresce la meccanica

Aumenta un po' l'occupazione, crolla il mercato interno. Indagine congiunturale di Assindustria. Bolzoni: per Expo 2015 Piacenza non sta correndo

“Industria piacentina a due velocità” è il titolo dell’analisi semestrale dell’Associazione industriali che mette a confronto gli ultimi sei mesi del 2012 con lo stesso periodo del 2011. La meccanica fa la parte del leone, per crescita, fatturato e occupazione. Dati ottenuti grazie, soprattutto, alla ripresa dell’export. Un fattore decisivo, l’esportazione, anche in termini generali di fatturato che è cresciuto dell’8,21% per chi si rivolge all’estero ed è sceso del 2,53% per chi si rivolge solo al mercato nazionale. Un segno ulteriore, semmai ce ne fosse bisogno che tasse e scarsità di denaro nelle tasche degli italiani, e dei piacentini, ammazzano la ripresa. Una spia è l’edilizia: Nel 2007, prima della crisi, gli addetti erano 4.900 e oggi sono 1.800. “Le tasse - ha affermato il presidente di Confundustria, Emilio Bolzoni – vanno ridotte soprattutto in busta paga. E’ indegno quanto si paga e quanto riceve il lavoratore”.

Nella presentazione dei dati, Bolzoni - al tavolo anche il direttore Cesare Betti e il vice direttore Attilia Jesini - si è anche soffermato sulla necessità di sviluppare i collegamenti con Milano, di premere su Expo 2015 («Piacenza non sta correndo»), di tagliare la burocrazia e risolvere il problema dei pagamenti anche negli Enti locali. Infine, gli industriali stanno preparando un Psc alternativo per sboccare la città, per “rottamarla”.

FATTURATO. Dalla relazione preparata da Luca Groppi, dell’Ufficio studi dell’Associazione industriali, emerge la forte valenza del settore manifatturiero. Cento le aziende prese in esame. L’edilizia, settore sempre più sofferente, non è stato inserito nell’indagine. Sostanzialmente inalterato il fatturato, nei periodi esaminati, con una crescita dello 0,47% del manifatturiero. Balzo in avanti della maccanica (+4,11%) e crollo dei produttori di materiali per l’edilizia (-18,72%). Negativo il fatturato del comparto alimentare (-1,63%) che sconta il calo dei consumi interni. Buono il risultato delle industrie varie (+8,17%).

OCCUPAZIONE. Aumenta dell’1,60% (la meccanica segna un +2,66%), mentre gli altri comparti rimangono stabili. I cassintegrati sono considerati come occupati e se si considera un calo delle ore di Cig si arriva un saldo positivo dell’1,33%.

ORDINI. Resta invariato il saldo.

INVESTIMENTI. Nel 2012 gli investimenti rispetto al fatturato sono stati del 4,68%, in crescita del 9,24% rispetto al 2011.

PREVISIONI. La situazione del primo trimestre 2013 è di ristagno. Il 31% degli imprenditore vede un peggioramento del fatturato, un 24% un miglioramento. Per Confindustria si tratta di un «leggero miglioramento» della percezione dei produttori rispetto al semestre precedente quando a prevedere un aumento di fatturato era solo il 18%.

Per Bolzoni, «l’aumento dell’occupazione dell’1,33% è un grande risultato che è stato creato dal manifatturiero nel secondo semestre 2012 ed è legato all’export». Prima della crisi, la disoccupazione a Piacenza era del 2,23%, percentuale fisiologica, ma nel 2011 è balzata al 4,93. «E’ comunque la metà - ha affermato il presidente - del dato nazionale». Secondo Bolzoni, uno spazio per la ripresa c’è, a patto che si riducano le tasse e per farlo occorrono «una lotta all’evasione fiscale, la riduzione del costo dello Stato, di quelli della politica e l’abbattimento di rendite di posizione. La riduzione andrà poi indirizzata verso chi produce e compete sui mercati».

Sul piano locale, il presidente ha poi sottolineato come siano tante 40 incombenze burocratiche per ogni azienda. Confundustria, che ha già avviato contatti con le amministrazioni locali, chiederà di ridurre la burocrazia degli Enti locali. «Al primo posto, però, metto la liquidità. Le istituzioni di Piacenza erano buoni pagatori. Oggi, colpa anche del Patto di stabilità, sono diventati cattivi pagatori». Infine, sul rinnovo del mandato e delle acque agitate nell’Aquilotto, Bolzoni ha detto che «i saggi hanno chiesto più tempo e noi lo abbiamo concesso. Lasciamoli lavorare».

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